Le toghe novaresi si mobilitano per la Giornata dell’avvocato in pericolo

Questa mattina in tribunale si è svolta una iniziativa promossa dal consiglio dell'Ordine degli avvocati di Novara in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità, la Camera Penale, Aiga, a Cammino e a La. P.e.c. 

Anche Novara ha celebrato oggi, 24 gennaio, la Giornata mondiale dell’avvocato in pericolo. Un’iniziativa che si ripete dal 2009 e che questa mattina nella salta multimediale del tribunale è stata commemorata dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Novara in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità, la Camera Penale, Aiga, a Cammino e a La. P.e.c. allo scopo di porre l’attenzione dell’opinione pubblica sulle gravi condizioni cui sono sottoposti gli avvocati in alcune vaste aree del mondo. Quest’anno l’impegno era rivolto, in particolare, alla nota e preoccupante situazione in Iran.

La scelta della data non è casuale: il 24 gennaio 1977, infatti, vennero uccisi cinque avvocati esperti di diritto del lavoro, “colpevoli” di aver aiutato le lavoratrici e i lavoratori più poveri e vulnerabili a far valere i propri diritti. Un fatto che viene ricordato come il massacro di Atocha.

Questa mattina, dopo i saluti del vice presidente dell’Ordine, Roberto Rognoni, ha preso la parola il presidente della Camera penale, l’avvocato Alessandro Brustia: «Gli avvocati sono minacciati perché da sempre sono contro il potere, qualunque esso sia, oscurantista e liberticida, come in Iran o Turchia. Lo dimostra il fatto che agli albori della Rivoluzione Francese uno dei primi atti della neo insediata assemblea costituente fu l’abolizione dell’ordine degli avvocati con il divieto di indossare la toga in tribunale. Noi avvocati dobbiamo essere invece orgogliosi di portarla e difenderla dagli attacchi del potere».

Brustia ha poi parlato del diritto di difesa: «Non è nostro, ma dei cittadini e degli esseri umani in quanto tali: è l’essenza stessa dello stato di diritto. Se arretriamo su questi valori non negoziabili, se non facciamo della tutela del diritto di difesa la nostra stella polare, veniamo meno in modo irrimediabile alla nobile funzione che la Costituzione ci assegna. Difendere il diritto di difesa significa difendere la democrazia e la libertà».

Durante la mattinata gli avvocati Renzo Inghilleri, referente di La. P.e.c., Silvia Giannone di Cammino, Giulia Carvoli, presidente di Aiga, e Laura Noro del Cpo hanno letto alcune testimonianze di avvocati iraniani che si trovano in carcere in Iran.

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Questa mattina in tribunale si è svolta una iniziativa promossa dal consiglio dell’Ordine degli avvocati di Novara in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità, la Camera Penale, Aiga, a Cammino e a La. P.e.c. 

Anche Novara ha celebrato oggi, 24 gennaio, la Giornata mondiale dell'avvocato in pericolo. Un'iniziativa che si ripete dal 2009 e che questa mattina nella salta multimediale del tribunale è stata commemorata dal consiglio dell'Ordine degli avvocati di Novara in collaborazione con il Comitato Pari Opportunità, la Camera Penale, Aiga, a Cammino e a La. P.e.c. allo scopo di porre l'attenzione dell’opinione pubblica sulle gravi condizioni cui sono sottoposti gli avvocati in alcune vaste aree del mondo. Quest’anno l'impegno era rivolto, in particolare, alla nota e preoccupante situazione in Iran.

La scelta della data non è casuale: il 24 gennaio 1977, infatti, vennero uccisi cinque avvocati esperti di diritto del lavoro, “colpevoli” di aver aiutato le lavoratrici e i lavoratori più poveri e vulnerabili a far valere i propri diritti. Un fatto che viene ricordato come il massacro di Atocha.

Questa mattina, dopo i saluti del vice presidente dell'Ordine, Roberto Rognoni, ha preso la parola il presidente della Camera penale, l'avvocato Alessandro Brustia: «Gli avvocati sono minacciati perché da sempre sono contro il potere, qualunque esso sia, oscurantista e liberticida, come in Iran o Turchia. Lo dimostra il fatto che agli albori della Rivoluzione Francese uno dei primi atti della neo insediata assemblea costituente fu l’abolizione dell’ordine degli avvocati con il divieto di indossare la toga in tribunale. Noi avvocati dobbiamo essere invece orgogliosi di portarla e difenderla dagli attacchi del potere».

Brustia ha poi parlato del diritto di difesa: «Non è nostro, ma dei cittadini e degli esseri umani in quanto tali: è l’essenza stessa dello stato di diritto. Se arretriamo su questi valori non negoziabili, se non facciamo della tutela del diritto di difesa la nostra stella polare, veniamo meno in modo irrimediabile alla nobile funzione che la Costituzione ci assegna. Difendere il diritto di difesa significa difendere la democrazia e la libertà».

Durante la mattinata gli avvocati Renzo Inghilleri, referente di La. P.e.c., Silvia Giannone di Cammino, Giulia Carvoli, presidente di Aiga, e Laura Noro del Cpo hanno letto alcune testimonianze di avvocati iraniani che si trovano in carcere in Iran.

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