La Corte Costituzionale boccia la legge edilizia regionale. Varata nella primavera del 2022 con lo scopo di allentare i vincoli per le ristrutturazioni, già a luglio dello stesso anno il consiglio dei ministri aveva impugnato venti dei cinquantuno articoli perché in contrasto con la normativa statale in materia di governo del territorio, beni culturali, paesaggio, tutela dell’ambiente, della concorrenza, della salute.
Un anno fa la giunta regionale aveva, così, modificato tredici dei venti articoli contestati, affidandosi alla Corte per i restanti sette che però, alla fine, ne ha salvati soltanto due.
Dura presa di posizione del Partito Democratico: «Siamo di fronte all’ennesima bocciatura per Cirio: una legge prima annunciata e poi descritta come una conquista per il Piemonte che, invece, si è dimostrata l’ennesimo pasticcio della destra che governa la nostra Regione – dichiara il segretario del Pd e consigliere regionale, Domenico Rossi -. Questa la legge in materia urbanistica ed edilizia è incostituzionale. Ora lo sancisce la Corte e intanto sono passati due anni di incertezza normativa che ha pesato sui Comuni e sull’intero settore. Si poteva fare un passo indietro di fronte alla bocciatura del Governo e invece no, perché non si poteva dire di no alla Lega. Così abbiamo perso altro tempo. Questa è stata la cifra della scorsa legislatura e ci auguriamo non sia così anche nella nuova: un presidente ostaggio dei partiti di maggioranza dove ciascuno porta avanti un pezzo senza una visione d’insieme. Sarebbe bastato ascoltarci, prendere atto delle indicazioni del Governo. Ma l’equilibrio interno era più importante di una buona legge».