Legge sul gioco d’azzardo patologico, martedì la discussione in consiglio regionale

Il centro destra mira a modificare la norma in vigore approvata nel 2016, ripristinando le slot nelle tabaccherie e le sale slot attuali, diminuendo la distanza dai luoghi sensibili per i bar e il potere dei sindaci

Il tema del gioco d’azzardo patologico torna in aula. Domani, martedì 22 giugno, il ddl 144 di giunta, sarà richiamato in consiglio regionale per l’approvazione. Un testo che mira a modificare la legge attuale, in vigore dal 2016, ripristinando le slot nelle tabaccherie e le sale slot attuali, diminuendo la distanza dai luoghi sensibili per i bar e il potere dei sindaci.

Un obiettivo che il centro destra aveva già tentato di raggiungere con la proposta di legge Leone che, però, è stata bloccata dall’ostruzionismo messo in atto dalle opposizioni. E ora ci riprova con un percorso diverso e più veloce.

«Il tema del lavoro, al centro della loro propaganda, è stato letteralmente ignorato, nonostante le opposizioni abbiano richiesto con forza le audizioni dell’assessorato competente e dell’osservatorio regionale sul mercato del lavoro. In trenta giorni l’assessora Chiorino non ha trovato un’ora di tempo per presentarsi in commissione e quindi non ci restano che i dati di IRES, che raccontano una storia molto diversa da quella che propongono il presidente Cirio e la Lega. Ci sarebbe da chiedersi come mai continuano a nascondere i dati ufficiali, ma ormai è chiaro che lo fanno perché sono dati che non sosterrebbero la loro tesi» commenta il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi, primo firmatario della legge del 2016.

«Anche l’accusa secondo cui la legge favorirebbe la crescita del gioco illegale non ha retto alle audizioni – prosegue Rossi -. Sia la Procura della Repubblica di Torino sia la Guardia di Finanza, a domanda diretta, hanno escluso ogni correlazione tra la legislazione regionale e il gioco illegale. La GDF ha sottolineato che i risultati degli ultimi anni dipendono perlopiù dall’impiego di più personale e di strumenti più performanti. Lo stesso ex pm Rinaudo (intervenuto per Eurispes), a domanda diretta, ha dichiarato che non esiste nesso diretto tra la legge regionale in vigore e l’aumento di illegalità. Confermato, invece, che il gioco legale purtroppo non è garanzia di esclusione dell’illegalità e che, anzi, la criminalità organizzata è molto interessata a infiltrarsi nel settore legale che non è garanzia di esclusione dell’illegalità, ma, al contrario, è uno dei terreni privilegiati per il riciclaggio e il controllo del territorio».

«Ci sono poi i pareri autorevoli dell’Ordine dei Medici, degli Psicologi, degli assistenti sociali, del coordinamento dei SERD, delle fondazioni antiusura, dei movimenti antimafia, della Caritas che hanno ribadito con forza come la legge attuale non vada cambiata perché l’offerta genera domanda e patologia e che a pagare il prezzo di questo mercato sono soprattutto le fasce più fragili della popolazione – continua il consigliere -. Inoltre il Cal (Consiglio delle autonomie locali) ha dato parere negativo al ddl della giunta: non era mai accaduto nella storia del consiglio. Di fronte a tutto questo ci aspettiamo un passo indietro da parte di Cirio e della Lega, che, però, purtroppo, vanno avanti imperterriti».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Legge sul gioco d’azzardo patologico, martedì la discussione in consiglio regionale

Il centro destra mira a modificare la norma in vigore approvata nel 2016, ripristinando le slot nelle tabaccherie e le sale slot attuali, diminuendo la distanza dai luoghi sensibili per i bar e il potere dei sindaci

Il tema del gioco d’azzardo patologico torna in aula. Domani, martedì 22 giugno, il ddl 144 di giunta, sarà richiamato in consiglio regionale per l’approvazione. Un testo che mira a modificare la legge attuale, in vigore dal 2016, ripristinando le slot nelle tabaccherie e le sale slot attuali, diminuendo la distanza dai luoghi sensibili per i bar e il potere dei sindaci.

Un obiettivo che il centro destra aveva già tentato di raggiungere con la proposta di legge Leone che, però, è stata bloccata dall’ostruzionismo messo in atto dalle opposizioni. E ora ci riprova con un percorso diverso e più veloce.

«Il tema del lavoro, al centro della loro propaganda, è stato letteralmente ignorato, nonostante le opposizioni abbiano richiesto con forza le audizioni dell’assessorato competente e dell’osservatorio regionale sul mercato del lavoro. In trenta giorni l’assessora Chiorino non ha trovato un’ora di tempo per presentarsi in commissione e quindi non ci restano che i dati di IRES, che raccontano una storia molto diversa da quella che propongono il presidente Cirio e la Lega. Ci sarebbe da chiedersi come mai continuano a nascondere i dati ufficiali, ma ormai è chiaro che lo fanno perché sono dati che non sosterrebbero la loro tesi» commenta il consigliere regionale del Pd, Domenico Rossi, primo firmatario della legge del 2016.

«Anche l’accusa secondo cui la legge favorirebbe la crescita del gioco illegale non ha retto alle audizioni – prosegue Rossi -. Sia la Procura della Repubblica di Torino sia la Guardia di Finanza, a domanda diretta, hanno escluso ogni correlazione tra la legislazione regionale e il gioco illegale. La GDF ha sottolineato che i risultati degli ultimi anni dipendono perlopiù dall’impiego di più personale e di strumenti più performanti. Lo stesso ex pm Rinaudo (intervenuto per Eurispes), a domanda diretta, ha dichiarato che non esiste nesso diretto tra la legge regionale in vigore e l’aumento di illegalità. Confermato, invece, che il gioco legale purtroppo non è garanzia di esclusione dell’illegalità e che, anzi, la criminalità organizzata è molto interessata a infiltrarsi nel settore legale che non è garanzia di esclusione dell’illegalità, ma, al contrario, è uno dei terreni privilegiati per il riciclaggio e il controllo del territorio».

«Ci sono poi i pareri autorevoli dell’Ordine dei Medici, degli Psicologi, degli assistenti sociali, del coordinamento dei SERD, delle fondazioni antiusura, dei movimenti antimafia, della Caritas che hanno ribadito con forza come la legge attuale non vada cambiata perché l’offerta genera domanda e patologia e che a pagare il prezzo di questo mercato sono soprattutto le fasce più fragili della popolazione – continua il consigliere -. Inoltre il Cal (Consiglio delle autonomie locali) ha dato parere negativo al ddl della giunta: non era mai accaduto nella storia del consiglio. Di fronte a tutto questo ci aspettiamo un passo indietro da parte di Cirio e della Lega, che, però, purtroppo, vanno avanti imperterriti».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore