Il progetto del nuovo polo logistico di Pernate finisce in consiglio regionale con un’interrogazione del consigliere del Pd, Domenico Rossi, a cui ha risposto l’assessore all’Urbanistica, Fabio Carosso. Secondo quanto riportato dallo stesso consigliere, la Regione sembrerebbe smentire il Comune riguardo alla correlazione tra il Piano regolatore e il nuovo piano sviluppo.
L’assessore comunale all’Urbanistica, Walter Mattiuz, ha infatti sempre dichiarato che «non si tratta di una variante al Piano regolatore, ma di un’area già prevista nella pianificazione dello stesso Prg, ribadita con un Atto di indirizzo sottoscritto nel 2011».
«Secondo Carosso invece – afferma Rossi – la Regione avrebbe solo preso atto della dichiarazione di coerenza tra PRG e piano di sviluppo espressa dal Comune di Novara. Non solo: allo stato attuale il soggetto responsabile dell’attivazione del procedimento finalizzato alla stipula dell’accordo di pianificazione risulta la Provincia di Novara. Tale atto non è ancora stato attivato e le valutazioni di competenza regionali verranno effettuate nell’ambito di tale procedimento, riferisce l’assessore confermando peraltro una comunicazione datata 7 dicembre 2022 in cui il settore Urbanistica della Regione scrive al comune di Novara e a tutti i soggetti interessati che alcune osservazioni saranno formalizzate solo a valle dell’approvazione del Piano di sviluppo e la conseguente stipula dell’accordo di pianificazione. Dove sono vincoli e i paletti rappresentati dalla normativa regionale a cui si appella l’amministrazione di Novara? Sarebbe più onesto ammettere che si tratta di una precisa scelta politica».
«Nel 2021 la provincia di Novara è stata la prima per consumo di suolo in Piemonte, la seconda in Italia dopo quella di Napoli – dice ancora Rossi -. Nel 2020 risultava la prima a conferma di un trend costante. Non bastano questi dati all’amministrazione del capoluogo per capire che occorre cambiare rotta? Il Sindaco e la sua giunta decidono di aggiungere capannoni ad altri capannoni. La vocazione logistica del territorio non può e non deve coincidere con la disponibilità a costruire ovunque come, di fatto sta avvenendo. Ancora una volta emerge la necessità, non più rinviabile, di una programmazione su questo tema attraverso la quale la Regione deve assumere il ruolo di regista e che deve prendere in considerazione almeno il livello provinciale. Con un’adeguata pianificazione si garantirebbe un equilibrio tra gli interessi di specifici settori e i beni comuni, evitando che siano le esigenze del mercato a modificare il paesaggio e le scelte delle istituzioni».
«Non si tratta di contrapporre ambiente a lavoro o sviluppo – conclude il consigliere – ma di abbandonare pratiche sbagliate, che lasciano pesanti eredità alle future generazioni, e scegliere nuovi modelli e nuove pratiche, peraltro già esistenti, che tengano insieme cura del pianeta e cura dell’uomo incentivando visioni e pratiche circolari».
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