«Non nascondo l’orgoglio di poter avviare presso la nostra Azienda Ospedaliera uno studio di intervento nazionale multicentrico interamente disegnato e coordinato localmente, di cui l’Università del Piemonte Orientale è promotore e centro coordinatore nazionale».
A parlare il professor Gian Carlo Avanzi, direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia d’urgenza e Rettore dell’Upo. Si tratta di uno studio promosso dall’Università del Piemonte Orientale «in pazienti affetti da polmonite da Covid-19 di gravità lieve-moderata. Il protocollo di intervento prevede di confrontare l’efficacia e la sicurezza dell’associazione di Idrossiclorochina e Azitromicina rispetto all’Idrossiclorochina da sola in questi pazienti». Si tratta di due farmaci, il primo un antimalarico usato anche in reumatologia, il secondo un antibiotico che viene impiegato per diversi tipi di infezioni, entrambi già in sperimentazione per la cura del nuovo coronavirus.
«Lo studio è nazionale – aggiunge Avanzi – in quanto è stato approvato dal Comitato tecnico scientifico dell’Aifa e dal Comitato Etico Nazionale Spallanzani». Il protocollo partirà a breve.
Intanto, chiuso il primo studio con il Tocilizumab, farmaco utilizzato nell’artrite reumatoide, in pazienti molto gravi in terapia intensiva o semi-intensiva (l’ospedale di Novara aveva reclutato 17 pazienti nell’ambito di uno protocollo nazionale organizzato. dall’istituto dei tumori di Napoli), «per il quale non sono ancora a disposizione i risultati», si è aperto un nuovo protocollo, sempre con il Tocilizumab, «utilizzato nelle fasi precoci della polmonite. E’ in corso in tutta Italia ed è attualmente aperto».
Già partita poi la sperimentazione della cura con plasma iperimmune, raccolto da pazienti guariti. Infine avviata la Biobanca dei pazienti Covid positivi o sospetti Covid nella quale tutti i pazienti afferenti al pronto soccorso, positivi o sospetti tali, possono donare, se lo desiderano, il sangue per futuri progetti di ricerca scientifica sul Covid.
«Siamo appena partiti con la raccolta – dice Avanzi – e abbiamo già i campioni di 60 pazienti. Si tratta di un’iniziativa molto importante e unica in Piemonte».