Lumellogno, dopo 20 anni chiude l’ambulatorio. I volontari: «Nessuna risposta dal Comune»

L'attività è gestita dall'associazione Sostegno Solidale. «Dopo la caduta dei calcinacci, nessuna soluzione alternativa si è mai concretizzata»

«Ci sentiamo abbandonati ed è un anno che cerchiamo una soluzione sollecitando continuamente il Comune. Non sappiamo più a quale porta bussare per non interrompere un servizio a favore della comunità». L’allarme lanciato dai volontari dell’associazione Sostegno Solidale che da vent’anni gestisce l’ambulatorio di Lumellogno – all’interno della ex sede di quartiere di proprietà comunale – si è tradotto in un chiusura definitiva del servizio a partire dal 6 novembre.

«Tutto è iniziato un anno fa quando dei calcinacci sono caduti in una delle stanze dell’ambulatorio – spiega Bruna Luccioni, vicepresidente dell’associazione ed ex infermiera -. Il Comune ha chiuso i locali per le verifiche del caso, promettendo una sistemazione che sarebbe avvenuta entro gennaio 2023. Nel frattempo, come soluzione temporanea, siamo stati ospitati in una sala parrocchiale. Ad aprile la nostra associazione si è adeguata al nuovo codice del Terzo settore, come richiesto dal Comune; inoltre la convenzione per l’uso dei locali della ex sede di quartiere era scaduta, ma ci è stato promesso che sarebbero stati individuati locali alternativi, quali l’ex ufficio postale o la sala riunioni della ex scuola primaria, ma solo con il pagamento di un canone di affitto calmierato e delle spese per utenze e rifiuti. Purtroppo, però, dopo mesi non abbiamo ricevuto alcuna conferma scritta, solo notizie a voce e senza certezze».

Da qui la decisione drastica dei volontari di cessare definitivamente l’attività. «È paradossale che a Lumellogno, dove ultimamente si sono ridotti tanti servizi essenziali, un’attività utile e gratuita come la nostra che funziona da vent’anni sia costretta a chiudere» rimarca Luccioni.

«Ce l’abbiamo messa tutta – aggiunge Giorgio Mancin, presidente dell’associazione – e abbiamo chiesto anche un appuntamento con il sindaco che a oggi non ci ha ricevuti. Negli ultimi giorni siamo stati contattati dal capo segreteria, ma purtroppo anche il suo interessamento non si è tradotto in una risposta concreta. Solo l’ennesima promessa a voce».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Lumellogno, dopo 20 anni chiude l’ambulatorio. I volontari: «Nessuna risposta dal Comune»

L’attività è gestita dall’associazione Sostegno Solidale. «Dopo la caduta dei calcinacci, nessuna soluzione alternativa si è mai concretizzata»

«Ci sentiamo abbandonati ed è un anno che cerchiamo una soluzione sollecitando continuamente il Comune. Non sappiamo più a quale porta bussare per non interrompere un servizio a favore della comunità». L'allarme lanciato dai volontari dell'associazione Sostegno Solidale che da vent'anni gestisce l'ambulatorio di Lumellogno - all'interno della ex sede di quartiere di proprietà comunale - si è tradotto in un chiusura definitiva del servizio a partire dal 6 novembre.

«Tutto è iniziato un anno fa quando dei calcinacci sono caduti in una delle stanze dell'ambulatorio - spiega Bruna Luccioni, vicepresidente dell’associazione ed ex infermiera -. Il Comune ha chiuso i locali per le verifiche del caso, promettendo una sistemazione che sarebbe avvenuta entro gennaio 2023. Nel frattempo, come soluzione temporanea, siamo stati ospitati in una sala parrocchiale. Ad aprile la nostra associazione si è adeguata al nuovo codice del Terzo settore, come richiesto dal Comune; inoltre la convenzione per l’uso dei locali della ex sede di quartiere era scaduta, ma ci è stato promesso che sarebbero stati individuati locali alternativi, quali l'ex ufficio postale o la sala riunioni della ex scuola primaria, ma solo con il pagamento di un canone di affitto calmierato e delle spese per utenze e rifiuti. Purtroppo, però, dopo mesi non abbiamo ricevuto alcuna conferma scritta, solo notizie a voce e senza certezze».

Da qui la decisione drastica dei volontari di cessare definitivamente l'attività. «È paradossale che a Lumellogno, dove ultimamente si sono ridotti tanti servizi essenziali, un’attività utile e gratuita come la nostra che funziona da vent'anni sia costretta a chiudere» rimarca Luccioni.

«Ce l’abbiamo messa tutta – aggiunge Giorgio Mancin, presidente dell’associazione – e abbiamo chiesto anche un appuntamento con il sindaco che a oggi non ci ha ricevuti. Negli ultimi giorni siamo stati contattati dal capo segreteria, ma purtroppo anche il suo interessamento non si è tradotto in una risposta concreta. Solo l’ennesima promessa a voce».

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