Se ne è andato facendo quello che più amava: il sindaco. Gaudenzio Sarino, ex primo cittadino del comune di Tornaco, è morto questa notte ai Cedri di Fara dove era ricoverato dalla primavera dello scorso anno in coma farmacologico.
La sera del 27 novembre 2018, mentre stava tornando a casa in auto, era stato colpito da malore. Trasportato con urgenza al pronto soccorso dell’ospedale di Novara, era stato operato per un ictus cerebrale dal quale, però, non si è mai più ripreso. Dopo settimane di degenza al Maggiore, era stato trasferito in coma farmacologico all’istituto Habilita di Zingonia e poi ai Cedri di Fara. Lo scorso 19 febbraio aveva compiuto 70 anni.
Sarino, “il Gaude” come tutti lo chiamavano, è stato sindaco di Tornaco per quasi trent’anni. La prima volta è stato eletto nel 1990 ed è rimasto in carica fino al 2004 quando non aveva più potuto ricandidarsi in seguito al divieto del terzo mandato; si era poi ripresentato nel 2009 e nel 2014 ed eletto in tutte e due le tornate elettorali. Poi nel 2018 l’improvvisa malattia. Svolgeva anche l’attività di geometra da libero professionista ed era anche stato tecnico comunale di Vicolungo e Vinzaglio.
Definito “un sindaco stellare” da molti dei suoi cittadini, Sarino era riuscito a dialogare anche con i suoi più acerrimi nemici favorendo, nel corso degli anni, non solo una cominità unita, ma anche una serie di collaborazioni con i Comuni limitrofi; l’Unione con Vespolate e Borgolavezzaro è stata l’ultima delle sue “fatiche”. Amante del calcio, aveva ridato vita alla squadra locale impegnandosi in prima persona per la realizzazione del campo su cui poter disputare le partite.
Appassionato di arte e tradizione locale, negli anni Novanta è stato promotore dei Vernissage a Villa Marzoni dando vita a una manifestazione, intitolata “L’uomo e la sua terra”, che raccoglieva ogni anno migliaia di persone tanto da essere diventata nota a livello nazionale. In seguito, anche grazie alla collaborazione e al materiale fornito da diversi cittadini, aveva messo le basi e sviluppato il museo etnografico tuttora in mostra permanente a Villa Marzoni.
«Se sono seduto su questa sedia è per una promessa che gli avevo fatto: a lui devo tutto – racconta commosso l’attuale sindaco Giovanni Caldarelli -. Una persona che ha sempre fatto più per gli altri che per se stesso. Aveva messo davanti il benessere del paese anche alla sua attività lavorativa: per sei mesi il Comune è stato senza impiegata ma lui non si è dato per vinto: si è messo dietro la scrivania a fare le carte d’identità; era sempre disponibile a risolvere i problemi di tutti, anche quelli che sapeva non lo avrebbero fatto dormire la notte. Credeva fortemente nella cultura, trovando anche un braccio destro forte come quello di Domenico Bernascone, e ha percorso la strada giusta verso iniziative che hanno tenuto vivo il paese. Quando sono arrivati i migranti nella comunità di accoglienza, si è esposto in prima persona ed è riuscito a farli integrare, tanto che quei ragazzi non solo non hanno mai creato problemi, ma anche dato una mano alla comunità. Ha lottato per l’Unione dei Comuni, ottenendola, e, nonostante ora Borgolavezzaro abbia deciso di sganciarsi, noi proseguiremo insieme a Vespolate. Era davvero un Don Chisciotte: senza di lui nulla sarà come prima».
Sarino lascia la moglie Graziella e il figlio Marcello. I funerali, con le modalità previste dal Dpcm del 3 novembre, si svolgeranno giovedì 3 dicembre alle 11 nella chiesa parrocchiale di Tornaco. La salma sarà tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero comunale. In occasione delle celebrazioni sarà dichiarato il lutto cittadino.