Maggiore: dopo la sospensione di Giusy Pace accertamenti su altri 30 dipendenti non vaccinati

Maggiore: dopo la sospensione di Giusy Pace accertamenti su altri 30 dipendenti non vaccinati. Il direttore generale dell’azienda ospedaliera Gianfranco Zulian parla di «furbetti del Green Pass. Se ci fosse chi è venuto a lavorare esibendolo dopo averlo ottenuto tramite tampone, nonostante la legge preveda l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, sarebbe davvero esempio di stupidità umana e se ne dovrà assumere le conseguenze».

Martedì 2 novembre Giusy Pace è stata sospesa dal suo ruolo di coordinatrice infermieristica della direzione sanitaria dell’ospedale per aver organizzato – in qualità di presidente dell’associazione Idu- Istanza diritti umani Piemonte, Liguria & Val d’Aosta – il corteo shock in cui i manifestanti hanno sfilato vestiti con le effigi dei deportati dei lager nazisti. Provvedimento che è stato preso sia perché la commissione preposta sta valutando eventuali danni d’immagine provocati al Maggiore, ma anche perché Pace risulta non vaccinata. Peraltro in un’intervista a Repubblica aveva dichiarato di esserlo (leggi qui), mentre nella sua apparizione a L’aria che tira su La7, avvenuta poche ore dopo la sospensione per mancata vaccinazione, aveva sottolineato: «Non ho mai contratto la malattia e non ho mai contagiato nessuno».

Giusy Pace durante il suo intervento a L’aria che tira (La7)

Quello di Pace è il caso più clamoroso, ma non sarebbe la sola a essersi sottratta all’obbligo vaccinale per il personale sanitario previsto dalla Decreto legge 44/2021, approvato lo scorso 10 settembre. Ma perché solo ora il Maggiore scopre che sono almeno una trentina i propri dipendenti a non averlo rispettato?

«Dall’entrata in vigore della norma – spiega il direttore generale – i controlli erano stati fatti a campione nell’ordine del 20%. Questo perché fare controlli a tappeto quotidiani su una popolazione aziendale di 3.000 persone rappresenta una difficoltà. Ma ora questa operazione viene condotta direttamente dall’Inps in modo capillare, che verifica il possesso di Green Pass e che sia stato ottenuto tramite vaccinazione nel caso del personale sanitario. Lo scambio informativo con l’Inps è partito la settimana scorsa, fra giovedì e venerdì».

La comunicazione fra Inps e ospedale Maggiore ha portato sotto la lente una trentina di persone, risultate sprovviste di Green Pass. «Fra queste ci sono sia sanitari (quindi medici, infermieri e Oss) sia non sanitari (chi lavora negli uffici). Questi ultimi possono ottenerlo anche tramite tampone, perché per loro non vige obbligo di vaccinazione – precisa Zulian – Ora stiamo valutando i diversi profili. Se c’è chi è venuto a lavorare sapendo di non poterlo fare ha commesso una grande stupidità. Nei casi più gravi, come ad esempio personale sanitario che ottiene il Green pass con tampone, senza fare il vaccino, sono previste anche delle sanzioni che devono essere emesse dal Prefetto. Noi faremo tutte le segnalazioni del caso alle autorità e agli Ordini professionali competenti per assicurare il rispetto della legge. Nel frattempo posso dire – sottolinea – che a livello sanitario la situazione è sotto controllo».

L’esito di questi controlli potrebbe compromettere la situazione organizzativa nei reparti?
«Non ritengo che ci saranno problemi, anche perché stiamo facendo delle assunzioni», conclude Zulian.

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Elena Ferrara

Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.

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Maggiore: dopo la sospensione di Giusy Pace accertamenti su altri 30 dipendenti non vaccinati

Maggiore: dopo la sospensione di Giusy Pace accertamenti su altri 30 dipendenti non vaccinati. Il direttore generale dell’azienda ospedaliera Gianfranco Zulian parla di «furbetti del Green Pass. Se ci fosse chi è venuto a lavorare esibendolo dopo averlo ottenuto tramite tampone, nonostante la legge preveda l’obbligo vaccinale per il personale sanitario, sarebbe davvero esempio di stupidità umana e se ne dovrà assumere le conseguenze».

Martedì 2 novembre Giusy Pace è stata sospesa dal suo ruolo di coordinatrice infermieristica della direzione sanitaria dell’ospedale per aver organizzato – in qualità di presidente dell’associazione Idu- Istanza diritti umani Piemonte, Liguria & Val d’Aosta – il corteo shock in cui i manifestanti hanno sfilato vestiti con le effigi dei deportati dei lager nazisti. Provvedimento che è stato preso sia perché la commissione preposta sta valutando eventuali danni d’immagine provocati al Maggiore, ma anche perché Pace risulta non vaccinata. Peraltro in un’intervista a Repubblica aveva dichiarato di esserlo (leggi qui), mentre nella sua apparizione a L’aria che tira su La7, avvenuta poche ore dopo la sospensione per mancata vaccinazione, aveva sottolineato: «Non ho mai contratto la malattia e non ho mai contagiato nessuno».

Giusy Pace durante il suo intervento a L’aria che tira (La7)

Quello di Pace è il caso più clamoroso, ma non sarebbe la sola a essersi sottratta all’obbligo vaccinale per il personale sanitario previsto dalla Decreto legge 44/2021, approvato lo scorso 10 settembre. Ma perché solo ora il Maggiore scopre che sono almeno una trentina i propri dipendenti a non averlo rispettato?

«Dall’entrata in vigore della norma – spiega il direttore generale – i controlli erano stati fatti a campione nell’ordine del 20%. Questo perché fare controlli a tappeto quotidiani su una popolazione aziendale di 3.000 persone rappresenta una difficoltà. Ma ora questa operazione viene condotta direttamente dall’Inps in modo capillare, che verifica il possesso di Green Pass e che sia stato ottenuto tramite vaccinazione nel caso del personale sanitario. Lo scambio informativo con l’Inps è partito la settimana scorsa, fra giovedì e venerdì».

La comunicazione fra Inps e ospedale Maggiore ha portato sotto la lente una trentina di persone, risultate sprovviste di Green Pass. «Fra queste ci sono sia sanitari (quindi medici, infermieri e Oss) sia non sanitari (chi lavora negli uffici). Questi ultimi possono ottenerlo anche tramite tampone, perché per loro non vige obbligo di vaccinazione – precisa Zulian – Ora stiamo valutando i diversi profili. Se c’è chi è venuto a lavorare sapendo di non poterlo fare ha commesso una grande stupidità. Nei casi più gravi, come ad esempio personale sanitario che ottiene il Green pass con tampone, senza fare il vaccino, sono previste anche delle sanzioni che devono essere emesse dal Prefetto. Noi faremo tutte le segnalazioni del caso alle autorità e agli Ordini professionali competenti per assicurare il rispetto della legge. Nel frattempo posso dire – sottolinea – che a livello sanitario la situazione è sotto controllo».

L’esito di questi controlli potrebbe compromettere la situazione organizzativa nei reparti?
«Non ritengo che ci saranno problemi, anche perché stiamo facendo delle assunzioni», conclude Zulian.

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Nata a Novara, diplomata al liceo scientifico Antonelli, si è poi laureata in Scienze della Comunicazione multimediale all'Università degli studi di Torino. Iscritta all'albo dei giornalisti pubblicisti dal 2006.