Ha maltrattato la madre e ora, per evitare il carcere, dovrà seguire un percorso di recupero in un centro di assistenza per anziani. E’ questa la condizione in base alla quale il giudice del tribunale di Novara ha sospeso la pena a M.D.S., residente in città, condannato a 2 anni di reclusione per maltrattamenti in famiglia, ai danni della madre pensionata.
A dibattimento è passato una storia di vera sofferenza fra le mura domestiche, fatta di numerosi episodi, ripetuti nel corso degli ultimi anni, complice il consumo di droga. Episodi di ingiurie, minacce, percosse, che avevano portato la donna all’esasperazione e, infine, alla dolorosa decisione di segnalare la situazione alle forze dell’ordine. La pensionata, in aula, ha cercato di ridimensionare la gravità delle violenze casalinghe subite, sottolineando che vuole dimenticare il passato e che ha perdonato il figlio. Ma questo non è stato sufficiente a evitare la condanna. Nemmeno la richiesta congiunta di assoluzione avanzata da pubblico ministero e difensore, per mancanza di dolo, ha spostato l’attenzione del giudice sui gravi fatti denunciati. Da qui la pena di 2 anni di reclusione con la sospensione, a condizione che l’imputato segua un percorso riabilitativo. E’ una delle novità introdotte dalla recente riforma Cartabia per i reati legati ai cosiddetti «codici rossi». In sentenza è stata anche disposta la confisca e distruzione di alcune dosi di droga e di un coltello sequestrati nel corso di una perquisizione a casa del giovane.