«Mancano vaccini antinfluenzali». L’allarme dei medici di base

«Mancano vaccini antinfluenzali». È l’allarme lanciato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara nelal  giornata di oggi, martedì 10 novembre, facendosi carico delle lamentele dei medici di medicina generale a seguito della carenza delle dosi di vaccino antinfluenzale, distribuiti con il contagocce.

La Regione ha acquistato un milione e 100 mila dosi di vaccino, vale a dire il 54% delle dosi in più rispetto a quelle utilizzate l’anno scorso (715 mila). È ovvio, però, che qualcosa è andato storto.

Cinque giorni fa, il 5 ottobre, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi dichiarava: «Può verificarsi che l’errata programmazione da parte di alcuni medici di medicina generale che non hanno tenuto conto della disponibilità del vaccino nella gestione delle prenotazioni abbia causato delle carenze di vaccino in alcune realtà locali, ma deve essere chiaro che il vaccino non manca e la campagna sta procedendo secondo la normale programmazione». E poi incolpava il Ministero: «La Regione Piemonte si è inoltre impegnata, a fronte del mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo, a fornire alle farmacie, che non sono riuscite ad acquistare sul mercato dosi di vaccino da vendere al pubblico, oltre 16 mila dosi, stornandole dall’appalto regionale. Ma l’impossibilità di acquistare il vaccino in farmacia per coloro che non hanno diritto alla vaccinazione da parte del Servizio sanitario nazionale non dipende dalla Regione, perché, da un lato, mancano da parte del Ministero le indicazioni amministrative necessarie per poter fornire le dosi di vaccino concordate, dall’altro la situazione di mercato non ha permesso alle farmacie di disporre di altri vaccini».

 

 

Tre giorni dopo, l’8 ottobre, ribadiva: «Se ci sono problemi nella catena di distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia, da parte dei soggetti che la Regione ha incaricato, andremo fino in fondo per individuarli e risolverli. Dev’essere chiaro, però, che i vaccini per loro non mancano».

«E’ solo l’ultimo aspetto di un sistema che sta dimostrando di non funzionare – commenta il presidente dell’Ordine, Federico D’Andrea –. La carenza di vaccini è sotto gli occhi di tutti e un fatto grave di per sé lo diventa ancora di più oggi, quando siamo ritornati in piena emergenza-Covid. Da tempo i medici di famiglia sottolineano questa situazione, che per altro è comune a molte altre regioni d’Italia, ma non è stato fatto nulla, da parte di chi ne ha la competenza, per risolvere il problema. Ci troviamo di fronte a settimane molto difficili, in cui il picco dell’influenza va a sommarsi alla situazione ai limiti del sostenibile dei nostri ospedali. L’impossibilità di fornire a tutti coloro che ne necessitano (anziani, pazienti con particolari patologie) il vaccino rischia di causare seri danni».

Le difficoltà non sono riscontrate solo dai medici, ma anche dalle farmacie che devono reperire i vaccini che ne hanno diritto, ma che possono decidere di acquistarlo: «Le farmacie non riescono neanche a procedere all’ordine sull’apposita piattaforma perché compare l’avviso “vaccini esauriti” – commenta il Marco Degrandi, segretario dell’Ordine e medico di medicina generale -. Venerdì 6 novembre i vaccini si potevano ordinare dalle 15.57 alle 16.02: una vera lotteria».

Aggiunge il Francesco Bonomo, medico di medicina generale e consigliere dell’Ordine: «Nel mio caso ho sollecitato la messa a disposizione di vaccini già quattro volte e sempre mi è stato risposto che i grossisti non ne hanno a disposizione».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Mancano vaccini antinfluenzali». L’allarme dei medici di base

«Mancano vaccini antinfluenzali». È l’allarme lanciato dall’Ordine dei medici chirurghi e odontoiatri della provincia di Novara nelal  giornata di oggi, martedì 10 novembre, facendosi carico delle lamentele dei medici di medicina generale a seguito della carenza delle dosi di vaccino antinfluenzale, distribuiti con il contagocce.

La Regione ha acquistato un milione e 100 mila dosi di vaccino, vale a dire il 54% delle dosi in più rispetto a quelle utilizzate l’anno scorso (715 mila). È ovvio, però, che qualcosa è andato storto.

Cinque giorni fa, il 5 ottobre, l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi dichiarava: «Può verificarsi che l’errata programmazione da parte di alcuni medici di medicina generale che non hanno tenuto conto della disponibilità del vaccino nella gestione delle prenotazioni abbia causato delle carenze di vaccino in alcune realtà locali, ma deve essere chiaro che il vaccino non manca e la campagna sta procedendo secondo la normale programmazione». E poi incolpava il Ministero: «La Regione Piemonte si è inoltre impegnata, a fronte del mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo, a fornire alle farmacie, che non sono riuscite ad acquistare sul mercato dosi di vaccino da vendere al pubblico, oltre 16 mila dosi, stornandole dall’appalto regionale. Ma l’impossibilità di acquistare il vaccino in farmacia per coloro che non hanno diritto alla vaccinazione da parte del Servizio sanitario nazionale non dipende dalla Regione, perché, da un lato, mancano da parte del Ministero le indicazioni amministrative necessarie per poter fornire le dosi di vaccino concordate, dall’altro la situazione di mercato non ha permesso alle farmacie di disporre di altri vaccini».

 

 

Tre giorni dopo, l’8 ottobre, ribadiva: «Se ci sono problemi nella catena di distribuzione dei vaccini ai medici di famiglia, da parte dei soggetti che la Regione ha incaricato, andremo fino in fondo per individuarli e risolverli. Dev’essere chiaro, però, che i vaccini per loro non mancano».

«E’ solo l’ultimo aspetto di un sistema che sta dimostrando di non funzionare – commenta il presidente dell’Ordine, Federico D’Andrea –. La carenza di vaccini è sotto gli occhi di tutti e un fatto grave di per sé lo diventa ancora di più oggi, quando siamo ritornati in piena emergenza-Covid. Da tempo i medici di famiglia sottolineano questa situazione, che per altro è comune a molte altre regioni d’Italia, ma non è stato fatto nulla, da parte di chi ne ha la competenza, per risolvere il problema. Ci troviamo di fronte a settimane molto difficili, in cui il picco dell’influenza va a sommarsi alla situazione ai limiti del sostenibile dei nostri ospedali. L’impossibilità di fornire a tutti coloro che ne necessitano (anziani, pazienti con particolari patologie) il vaccino rischia di causare seri danni».

Le difficoltà non sono riscontrate solo dai medici, ma anche dalle farmacie che devono reperire i vaccini che ne hanno diritto, ma che possono decidere di acquistarlo: «Le farmacie non riescono neanche a procedere all’ordine sull’apposita piattaforma perché compare l’avviso “vaccini esauriti” – commenta il Marco Degrandi, segretario dell’Ordine e medico di medicina generale -. Venerdì 6 novembre i vaccini si potevano ordinare dalle 15.57 alle 16.02: una vera lotteria».

Aggiunge il Francesco Bonomo, medico di medicina generale e consigliere dell’Ordine: «Nel mio caso ho sollecitato la messa a disposizione di vaccini già quattro volte e sempre mi è stato risposto che i grossisti non ne hanno a disposizione».

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