Tra gennaio e marzo l’industria manifatturiera novarese ha mostrato una flessione di fatturato e produzione, calate, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, rispettivamente del 4,2 e del 5,7%. Sono questi i risultati dell’indagine congiunturale relativa al primo trimestre dell’anno che ha visto coinvolte, nel Novarese, 222 imprese per un totale di oltre 9700 addetti e un fatturato superiore a 3,4 miliardi di euro.
«I risultati dell’indagine riflettono le difficoltà incontrate dalle imprese in apertura d’anno a causa della crisi economica innescata dalla pandemia – commenta Maurizio Comoli, presidente della Camera di Commercio di Novara – Le difficoltà sono condivise da tutte le imprese, di ogni classe dimensionale e settore, con alcune eccezioni per l’alimentare, colpendo anche la spinta generalmente fornita dai mercati esteri. Le previsioni future, pur risentendo di una inevitabile incertezza, ci dicono che gli imprenditori sono alla ricerca di nuovi mercati: l’internazionalizzazione è una delle voci di investimento per cui l’Ente camerale ha previsto contributi a fondo perduto a favore delle imprese novaresi, per un totale delle risorse superiore ad 1,4 milioni di euro».
A livello di singoli settori, per quanto riguarda la produzione, sono risultate in discesa le performance di tessile-abbigliamento, metalmeccanico e chimico; per quanto riguarda il fatturato, rispetto al primo trimestre 2019, il valore complessivo delle vendite evidenzia una flessione del -4,2%. Anche in questo caso il dato risente dei cali evidenziati da sistema moda, chimica-gomma-plastica, metalmeccanico, cui si contrappone l’incremento messo a segno dall’alimentare. Sul fronte dei nuovi ordinativi, l’analisi della domanda evidenzia un calo sia delle commesse estere, sia di quelle interne. L’unico risultato favorevole è quello messo a segno dall’alimentare sul fronte interno, che ha segnato un incremento del 3,2%, mentre su quello estero sconta un calo del 5,3%.
Tra gli effetti causati dalla pandemia anche le difficoltà sul fronte occupazionale che hanno previsto un ricorso massiccio ad ammortizzatori sociali, strumenti di sostegno e lavoro agile.
Guardando al futuro, le intenzioni espresse dagli intervistati si concentrano principalmente sulla ricerca di nuovi clienti e mercati (60,4%) e, in misura meno intensa, su una diversa organizzazione del lavoro (27,3%), seguita dalla creazione di nuovi prodotti e servizi (18,5%).