Da oggi, mercoledì 16 giugno, sono 33.241 gli studenti in Piemonte chiamati a sostenere l’esame di maturità. Per il secondo anno consecutivo senza scritti e con un solo colloquio orale, causa Covid. Un esame che arriva al termine di due anni scolastici travagliati, trascorsi senza certezze, tra continui tira e molla di lezioni in presenza (poche) e a distanza.
Valgono le stesse regole dello scorso anno: il colloquio “rinforzato”, anche chiamato maxi orale, avrà una durata di circa un’ora ed è composto da quattro momenti separati in cui ci sarà spazio anche per i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento, meglio dette esperienze di tirocinio, oltre che per l’esposizione di una tesina consegnata a fine maggio su un argomento di indirizzo.
Gli studenti delle scuole novaresi, intervistati da La Voce, non sono tutti d’accordo sulle modalità di esame scelte quest’anno. «Ci hanno lasciato le ultime due settimane in Dad (didattica a distanza, ndr) in modo da avere più tempo per ripassare – racconta Francesco Borando, liceo artistico Casorati -. Inoltre il nostro elaborato consiste in una produzione scultorea che in parte è stata realizzata a scuola e questo ci ha permesso di confrontarci. Non saprei dire se la modalità classica con cui si è svolto l’esame di stato fino a due anni fa fosse meglio di questa, di sicuro nella situazione attuale quello scelto è il metodo più adatto, organizzato ad hoc».
«Una lacuna l’assenza degli scritti – sostiene Elisa Andrigo, liceo classico e linguistico Carlo Alberto -. Considerata la situazione, non si poteva fare diversamente, ma la prova scritta è quella che ti forma per il futuro soprattutto per chi, come me, ha scelto una facoltà universitaria in cui devi essere capace di scrivere. Non trovo nemmeno giusto iniziare gli esami pochi giorni dopo la fine della scuola: noi siamo stati fortunati perché l’ultima settimana è stata senza lezioni per via degli scrutini, ma non è stato così per tutti. La nota positiva è che i nostri insegnanti sono stati molti compresivi, quella di italiano in particolare ci ha aiutati con una selezioni di poesie da portare al colloquio».
«Sapere di dover superare solo la prova orale per me è un sollievo, me la cavo molto meglio che nello scritto – spiega Anna Besuschio, liceo delle scienze umane Bellini -. Sono in costante contatto con i miei compagni di classe per ripassare insieme e stemperare un po’ l’ansia. Noi siamo andati a scuola fino all’ultimo giorno, venerdì scorso, quindi avrei preferito avere una settimana in più prima di cominciare. Alcuni insegnanti, comunque, hanno dimostrato umanità e disponibilità e questo è confortante».
«La commissione interna rappresenta un aiuto perchè credo che l’esame sarà, più che altro, una conferma del nostro curriculum scolastico degli ultimi tre anni – commenta Silvia Concas, istituto socio sanitario Ravizza -. Così come la tesina: non è stato difficile prepararla grazie agli appunti presi. La prova solo orale per me è un vantaggio e non credo che possa rapprentare una mancanza anche perchè durante l’anno abbiamo comunque svolto numerose verifiche scritte».