Maurizio Rullo: «Vendo il Novara Calcio entro il mese. La città mi ha deluso»

«Cedo il Novara Calcio. Entro la fine di febbraio concluderò una trattativa che era già in corso da tempo. Sono dispiaciuto, però, che la società non sarà acquisita da imprenditori del territorio che evidentemente hanno altro a cui pensare: se avessero voluto bene al Novara, si sarebbero avvicinati quando ce n’era bisogno, quando ho chiesto aiuto. Dal momento in cui sono arrivato, ho cercato di fare del mio meglio: nemmeno ci si rende conto del lavoro svolto: due anni fa c’era un debito che c’è ancora, ma di dimensioni molto più ridotte anche grazie agli investimenti fatti».

Non usa mezze parole il patron del Novara Calcio, Maurizio Rullo, e da oggi anche presidente, dopo la notizia di ieri che ha coinvolto l’ormai ex presidente Marcello Cianci: una denuncia da parte della Guarda di Finanza di Locri che l’ha sorpreso in auto con 200 mila euro in contanti. Una vicenda scollegata dalla società sportiva novarese ma che, inevitabilmente, è rimbalzata sul percorso a ostacoli lungo il quale il Novara si muove da diversi mesi.

Da ricordare che la famiglia ha messo piede in città il 20 dicembre 2019 quando ha acquisito l’80% delle quote societarie dai De Salvo che hanno mantenuto il restante 20%. Della precedente proprietà è rimasto solo il direttore generale, Roberto Nespoli.

 

 

Perchè ha deciso di vendere?
Sono deluso e sempre più solo in questa avventura. Ogni giorno parlo con i presidenti di altre società sportive che sono sempre stati aiutati dagli imprenditori e dalle amministrazioni locali. A Novara, invece, il nulla, tutti si sono dimostrati disinteressati. E oltre a essere solo, vengo insultato di continuo da persone che non si rendono conto del lavoro e degli investimenti fatti finora. Da chi ha un ruolo in città, invece, avrei preferito ricevere critiche piuttosto che essere completamente ignorato. La scorsa primavera, al rientro dopo due mesi in ospedale per il Covid, ho trovato un muro di indifferenza davanti a me; invece, nonostante io fossi stato assente, tutte le scadenze hanno continuato a essere onorate. Io sono un imprenditore, mi sveglio la mattina e vado a lavorare in azienda, non faccio politica. Forse ho sbagliato in questo: avrei dovuto lavorare di meno e parlare di più.

Come mai nel CdA non c’è mai stata una rappresentanza del territorio?
Ho sempre lasciato la porta aperta a tutti i novaresi, non ho fatto dimettere nessuno a dispetto di quello che si dice. La vecchia proprietà ha voluto che tutto il CdA si sciogliesse facendo firmare a tutti i consiglieri un patto di manleva.

Perché due anni fa ha deciso di investire in una società sportiva?
Ho valutato che fosse un progetto interessante anche considerate le prospettive di realizzare uno stadio nuovo. Ho sbagliato a fidarmi delle persone di cui mi sono circondato che si sono rivelate impreparate sotto il profilo tecnico. Io volevo portare la squadra in serie B, invece me ne vado con l’amaro in bocca. Arriverà qualcuno che, spero, sarà più gradito di me perché forse se lavori nel settore dell’abbigliamento o dell’immobiliare vieni visto più di buon occhio rispetto al settore in cui lavoro io.

Sul tema della Cittadella dello sport, qualche settimana fa il sindaco Alessandro Canelli ha dichiarato che il progetto è fermo perché non c’è chiarezza sugli investimenti nè garanzie da parte dell’investitore, ovvero di Yard.
Non è vero. A febbraio dello scorso anno ho saputo dai giornali che il sindaco aveva bloccato il progetto dichiarando l’esclusione del Novara Calcio: io non ne sapevo nulla. L’ho chiamato per avere spiegazioni e lui mi ha spiegato che era tutto fermo perché era necessario il coinvolgimento di investitori istituzionali. È rimasto sul vago dicendo che mi avrebbe fatto sapere. Non ho mai detto che non volevo le istituzioni, anzi: noi eravamo già pronti a creare il fondo per far entrare gli investitori. Poi è scoppiato il Covid, io sono stato ricoverato e dopo nessuno si è più fatto sentire.

Domenica ci sarà una manifestazione dei tifosi, vuole dir loro qualcosa per rasserenarli sulla situazione?
Mi dispiace per questo inconveniente che ha coinvolto Cianci, ma io non posso controllare tutto; di certo imparerò a valutare meglio le persone. In questa attività ho sempre messo la faccia e continuerò a farlo.

Teme che questo tipo di situazione possa nuocere al cammino della squadra, quantomai delicato?
La squadra è ottima, abbiamo fatto interventi mirati a gennaio, i ragazzi hanno a cuore il gioco del calcio e a ogni partita ce la mettono tutta: è una squadra che si salverà e che può arrivare ai play off.


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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Cedo il Novara Calcio. Entro la fine di febbraio concluderò una trattativa che era già in corso da tempo. Sono dispiaciuto, però, che la società non sarà acquisita da imprenditori del territorio che evidentemente hanno altro a cui pensare: se avessero voluto bene al Novara, si sarebbero avvicinati quando ce n’era bisogno, quando ho chiesto aiuto. Dal momento in cui sono arrivato, ho cercato di fare del mio meglio: nemmeno ci si rende conto del lavoro svolto: due anni fa c’era un debito che c’è ancora, ma di dimensioni molto più ridotte anche grazie agli investimenti fatti».

Non usa mezze parole il patron del Novara Calcio, Maurizio Rullo, e da oggi anche presidente, dopo la notizia di ieri che ha coinvolto l’ormai ex presidente Marcello Cianci: una denuncia da parte della Guarda di Finanza di Locri che l’ha sorpreso in auto con 200 mila euro in contanti. Una vicenda scollegata dalla società sportiva novarese ma che, inevitabilmente, è rimbalzata sul percorso a ostacoli lungo il quale il Novara si muove da diversi mesi.

Da ricordare che la famiglia ha messo piede in città il 20 dicembre 2019 quando ha acquisito l’80% delle quote societarie dai De Salvo che hanno mantenuto il restante 20%. Della precedente proprietà è rimasto solo il direttore generale, Roberto Nespoli.

 

 

Perchè ha deciso di vendere?
Sono deluso e sempre più solo in questa avventura. Ogni giorno parlo con i presidenti di altre società sportive che sono sempre stati aiutati dagli imprenditori e dalle amministrazioni locali. A Novara, invece, il nulla, tutti si sono dimostrati disinteressati. E oltre a essere solo, vengo insultato di continuo da persone che non si rendono conto del lavoro e degli investimenti fatti finora. Da chi ha un ruolo in città, invece, avrei preferito ricevere critiche piuttosto che essere completamente ignorato. La scorsa primavera, al rientro dopo due mesi in ospedale per il Covid, ho trovato un muro di indifferenza davanti a me; invece, nonostante io fossi stato assente, tutte le scadenze hanno continuato a essere onorate. Io sono un imprenditore, mi sveglio la mattina e vado a lavorare in azienda, non faccio politica. Forse ho sbagliato in questo: avrei dovuto lavorare di meno e parlare di più.

Come mai nel CdA non c’è mai stata una rappresentanza del territorio?
Ho sempre lasciato la porta aperta a tutti i novaresi, non ho fatto dimettere nessuno a dispetto di quello che si dice. La vecchia proprietà ha voluto che tutto il CdA si sciogliesse facendo firmare a tutti i consiglieri un patto di manleva.

Perché due anni fa ha deciso di investire in una società sportiva?
Ho valutato che fosse un progetto interessante anche considerate le prospettive di realizzare uno stadio nuovo. Ho sbagliato a fidarmi delle persone di cui mi sono circondato che si sono rivelate impreparate sotto il profilo tecnico. Io volevo portare la squadra in serie B, invece me ne vado con l’amaro in bocca. Arriverà qualcuno che, spero, sarà più gradito di me perché forse se lavori nel settore dell’abbigliamento o dell’immobiliare vieni visto più di buon occhio rispetto al settore in cui lavoro io.

Sul tema della Cittadella dello sport, qualche settimana fa il sindaco Alessandro Canelli ha dichiarato che il progetto è fermo perché non c’è chiarezza sugli investimenti nè garanzie da parte dell’investitore, ovvero di Yard.
Non è vero. A febbraio dello scorso anno ho saputo dai giornali che il sindaco aveva bloccato il progetto dichiarando l’esclusione del Novara Calcio: io non ne sapevo nulla. L’ho chiamato per avere spiegazioni e lui mi ha spiegato che era tutto fermo perché era necessario il coinvolgimento di investitori istituzionali. È rimasto sul vago dicendo che mi avrebbe fatto sapere. Non ho mai detto che non volevo le istituzioni, anzi: noi eravamo già pronti a creare il fondo per far entrare gli investitori. Poi è scoppiato il Covid, io sono stato ricoverato e dopo nessuno si è più fatto sentire.

Domenica ci sarà una manifestazione dei tifosi, vuole dir loro qualcosa per rasserenarli sulla situazione?
Mi dispiace per questo inconveniente che ha coinvolto Cianci, ma io non posso controllare tutto; di certo imparerò a valutare meglio le persone. In questa attività ho sempre messo la faccia e continuerò a farlo.

Teme che questo tipo di situazione possa nuocere al cammino della squadra, quantomai delicato?
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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore