Medici dei Pronto soccorso: l’aumento dello straordinario a 100 euro diventa legge

Lo ha stabilito una disposizione della giunta regionale approvata dal consiglio

Passerà da 60 a 100 euro all’ora il compenso per le prestazioni aggiuntive dei medici di pronto soccorso: a stabilirlo un disegno di legge urgente della giunta regionale approvato dal consiglio, che costituisce un altro degli obiettivi del Piano straordinario predisposto nel dicembre scorso.

«Ci eravamo impegnati a rendere il provvedimento legge entro gennaio e ringraziamo il Consiglio regionale per aver accelerato tutte le procedure rendendolo possibile», hanno sottolineato il presidente Alberto Cirio e l’assessore Luigi Genesio Icardi, evidenziando che “è un atto che sentiamo come un dovere verso chi ogni giorno lavora nella complessità di un pronto soccorso e che rappresenta anche un incentivo per ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni».

Durante la discussione in aula, Icardi ha ricordato che «gli accessi impropri sono oltre il 50% e i pronto soccorso stanno svolgendo anche una funzione sociale. Teniamo i pazienti sulle barelle perché i reparti sono pieni. I problemi di oggi hanno una radice antica. Non ci facciamo venire il torcicollo per guardare le responsabilità del passato, ma non possiamo evitare un’analisi storica: se mancano gli urgentisti è per una sciagurata organizzazione della formazione».

Sulla questione intavolata dalla Regione, sia la Lega che Pd si contendono i “meriti” della manovra: «Non c’è alcun dubbio riguardo alla necessità di sostenere l’attività dei pronto soccorso degli ospedali – ha fatto sapere dal Pd, il vicepresidente della Commissione Sanità, Domenico Rossi. Per questo motivo dall’opposizione abbiamo lavorato con l’obiettivo di migliorare il disegno di legge regionale 241/2023 “Disposizioni per la garanzia di livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza urgenza”. Nella formulazione originaria del testo si lasciava alla discrezionalità delle Asl la possibilità di corrispondere un aumento sugli straordinari per i dirigenti medici che operano nei pronto soccorso. Grazie a due emendamenti sottoscritti da tutte le forze di opposizione quella che sarebbe stata una possibilità diventa un obbligo evitando disomogeneità di applicazione sul territorio regionale e quindi di trattamento».   

Dal canto loro, Alberto Preioni e Alessandro Stecco (Lega Salvini Piemonte) hanno ribadito che: «Si tratta di un aumento da 60 a 100 euro per le prestazioni aggiuntive dei medici dei pronto soccorso e del 118 e un accordo sindacale contrattuale da 4 milioni di euro per gli infermieri: una battaglia della Lega per riconoscere gli sforzi di chi sceglie la Sanità pubblica e per mettere un freno alla mangiatoia dei gettonisti delle cooperative.  Per la Lega è un dovere ringraziare con azioni concrete chi lavora in prima linea garantendo che la nostra Sanità sia un’eccellenza riconosciuta da tutti. Lo è stato con la stabilizzazione degli ‘eroi del Covid’, con un’operazione che non ha precedenti nella storia del Piemonte, e lo è oggi con l’aumento da 60 a 100 euro del corrispettivo per le prestazioni aggiuntive dei medici dei pronto soccorso e del 118».

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Lo ha stabilito una disposizione della giunta regionale approvata dal consiglio

Passerà da 60 a 100 euro all’ora il compenso per le prestazioni aggiuntive dei medici di pronto soccorso: a stabilirlo un disegno di legge urgente della giunta regionale approvato dal consiglio, che costituisce un altro degli obiettivi del Piano straordinario predisposto nel dicembre scorso.

«Ci eravamo impegnati a rendere il provvedimento legge entro gennaio e ringraziamo il Consiglio regionale per aver accelerato tutte le procedure rendendolo possibile», hanno sottolineato il presidente Alberto Cirio e l’assessore Luigi Genesio Icardi, evidenziando che “è un atto che sentiamo come un dovere verso chi ogni giorno lavora nella complessità di un pronto soccorso e che rappresenta anche un incentivo per ridurre l’utilizzo delle esternalizzazioni».

Durante la discussione in aula, Icardi ha ricordato che «gli accessi impropri sono oltre il 50% e i pronto soccorso stanno svolgendo anche una funzione sociale. Teniamo i pazienti sulle barelle perché i reparti sono pieni. I problemi di oggi hanno una radice antica. Non ci facciamo venire il torcicollo per guardare le responsabilità del passato, ma non possiamo evitare un'analisi storica: se mancano gli urgentisti è per una sciagurata organizzazione della formazione».

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