Medici di famiglia cercasi. Sos dei sindaci di medio e basso Novarese alla Regione. A sollevare il problema una decina di giorni fa era stato il sindaco di Suno, Riccardo Giuliani, il quale si era fatto portavoce dei colleghi di altri comuni dislocati tra medio e basso Novarese (Agrate Conturbia, Vaprio, Cureggio, Momo, Cavaglio, Cavaglietto, Terdobbiate e Fontaneto) rimasti senza medici di base in quanto quelli storici erano andati in pensione e non sono più stati sostituiti. I sindaci avevano, infatti, lanciato un appello all’assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi, perchè interevenisse in una situazione complicata in quanto per la maggior parte, si tratta di cittadini anziani.
Nella giornata di ieri gli stessi primi cittadini si sono riuniti nella sala consiliare di Suno con il consigliere regionale Domenico Rossi e il deputato Davide Crippa.
«Molti sono i medici che stanno andando in pensione – ha commentato Rossi – Questa situazione la conosciamo bene e da anni la denunciamo: i dati sono disponibili già dal 2017, grazie a uno studio che descriveva la situazione a partire dall’analisi della gobba previdenziale che si affianca al problema della errata programmazione dei decenni passati con il fenomeno dell’imbuto formativo e dei camici grigi che faticano ad accedere alla professione. E se il Governo ha compreso e invertito la rotta aumentando il finanziamento per le borse di studio, invano chiediamo da tempo che anche la Regione faccia altrettanto».
Lo stesso Rossi ha fatto un appello alla Regione: «Non possiamo permetterci di stare a guardare: l’ente deve dare riscontri tempestivi a sindaci e cittadini. Risposte che devono superare la logica palliativa dell’una tantum per diventare strutturali anche per evitare la privatizzazione con soluzioni esclusivamente a pagamento e solo per chi se lo puoi permettere».
Alcuni temi, però, sono chiaramente legati a decisioni nazionali, come le riforme legate al PNRR o la natura contrattuale dei medici di famiglia che alcuni vorrebbero, e Rossi è tra questi, essere dipendenti del sistema sanitatio e non professionisti liberi di scegliere se ricoprire o meno un posto vacante. Mentre si affrontano i macro-ragionamenti, come rispondere a livello regionale ai disservizi che i cittadini registrano nella quotidianità?
«Certamente lavorare a un piano straordinario di assunzioni e borse di studio regionali che diminuisca l’effetto della gobba previdenziale nei prossimi anni – ha aggiunto il consigliere -. Potenziare la figura dell’infermiere di comunità poiché non tutto ciò che serve al paziente deve farlo un medico. Migliorare la comunicazione tra Asl e sindaci che troppo spesso non ricevono risposte adeguate e puntuali. Aprire un tavolo di confronto permanente tra assessorato regionale e Anci.
Nel corso della riunione, inoltr,e è stata data disponibilità dell’ufficio di presidenza della IV commissione Sanità ad ascoltare una rappresentanza dei sindaci in consiglio regionale.