Medici e infermieri a gettone: il Piemonte è la regione che spende di più in Italia

In testa con 115 milioni pari al 25% della spesa nazionale. È quanto emerge dal Rapporto Anac. Gli ultimi dati disponibili sul territorio novarese risalgono al 2022

Medici e infermieri a gettone: dal 2019 al 2024 in Italia la spesa è stata di due miliardi e 141 milioni di cui quasi mezzo miliardo nell’ultimo anno. La ripartizione per regioni nel 2024 vede il Piemonte in testa con un importo complessivo che supera i 115 milioni, pari al 25% della spesa totale nazionale: ciò significa che un quarto dei medici e infermieri gettonisti di tutt’Italia sono stati impiegati nella sanità piemontese.

È quando emerge dal “Rapporto Anac”, L’Autorità Nazionale Anticorruzione. Dopo il primo monitoraggio sul diffuso fenomeno dei gettonisti nel sistema sanitario nazionale relativo all’arco temporale 1° gennaio 2019 – 31 agosto 2023 e pubblicato sul proprio sito istituzionale a febbraio 2024, l’ente ha infatti deciso di approfondito l’evoluzione nel biennio 2023 – 2024 alla luce della marcata rilevanza economico-sociale di questo fenomeno.

Gli ultimi dati locali disponibili risalgono al 2022 ed erano stati forniti direttamente dalle aziende sanitarie per la campagna del Pd Piemonte “Stop liste d’attesa”. Più nel dettaglio, l’ospedale Maggiore in quattro anni ha speso circa 1 milione e 900 mila euro esclusivamente per il pronto soccorso, mentre l’Asl poco più di 777 mila euro sempre per il pronto soccorso ma anche per la radiologia e la pediatria.

«L’Autorità – si legge in una nota – mediante una approfondita analisi temporale e territoriale della domanda del mercato dei contratti pubblici di servizi di fornitura di personale medico e infermieristico, ha osservato il perdurare del fenomeno dei “medici a gettone” e degli “infermieri a gettone” nel SSN anche nella seconda metà dell’anno 2023 e nell’anno 2024 appena concluso, nonostante il 5 maggio 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia ufficialmente dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria scoppiata poco più di tre anni prima, l’11 marzo 2020, con la dichiarazione di inizio pandemia».

«Come Anac siamo intervenuti, fra i primi, anche di fronte al Parlamento e al governo, a segnalare il fenomeno dei cosiddetti “medici a gettone”, la crescente esternalizzazione del personale sanitario, caratterizzata da contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni, in cambio di servizi non adeguati, spesso con rischi per la salute dei pazienti – afferma il presidente di Anac, Giuseppe Busia -. Si tratta di un progressivo impoverimento degli organici, perché medici ed infermieri in più casi preferivano lasciare il proprio impiego, attratti dalle più elevate remunerazioni riconosciute per le prestazioni di carattere interinale. Tutto questo, dando vita ad un circolo vizioso, a causa di una irragionevole concorrenza fra le diverse Asl, come emerge dalla nostra indagine conoscitiva. Ospedali e Asl pubbliche dispongono di eccellenti risorse professionali che, tuttavia, in molti casi non sono adeguatamente valorizzate e, anzi, sono spesso spinte verso altri approdi, privando le amministrazioni del loro patrimonio più prezioso».

«Il Piemonte è maglia nera per l’utilizzo di medici a gettone – dichiara il consigliere regionale Domenico Rossi che aveva promosso la campagna sulle liste d’attesa -. Dal 2022 come gruppo del Partito Democratico in consiglio regionale denunciamo inascoltati questa situazione: nessuna azione è stata messa in campo per arginare questa deriva. Il presidente Cirio e l’assessore Riboldi devono spiegare con urgenza come mai spendiamo per i gettonisti più della Lombardia che ha più del doppio dei nostri abitanti e più di tutte le altre regioni d’Italia. Eppure anche loro hanno i nostri problemi. Quali soluzioni hanno messo in campo in questi anni a differenza del Piemonte? L’esplosione dei gettonisti è un fenomeno odioso, perché oltre a non garantire continuità e accuratezza delle cure, umilia i tanti professionisti che scelgono di restare nel pubblico, con turni massacranti e stipendi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei gettonisti. Sono risorse che dovrebbero essere usati per assumere personale in pianta stabile e pagare di più chi lavora. Dal 2018, come abbiamo già dimostrato con diversi accessi agli atti, in Piemonte abbiamo assistito a una crescita generalizzata di questa voce di spesa».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Medici e infermieri a gettone: il Piemonte è la regione che spende di più in Italia

In testa con 115 milioni pari al 25% della spesa nazionale. È quanto emerge dal Rapporto Anac. Gli ultimi dati disponibili sul territorio novarese risalgono al 2022

Medici e infermieri a gettone: dal 2019 al 2024 in Italia la spesa è stata di due miliardi e 141 milioni di cui quasi mezzo miliardo nell’ultimo anno. La ripartizione per regioni nel 2024 vede il Piemonte in testa con un importo complessivo che supera i 115 milioni, pari al 25% della spesa totale nazionale: ciò significa che un quarto dei medici e infermieri gettonisti di tutt’Italia sono stati impiegati nella sanità piemontese.

È quando emerge dal “Rapporto Anac”, L’Autorità Nazionale Anticorruzione. Dopo il primo monitoraggio sul diffuso fenomeno dei gettonisti nel sistema sanitario nazionale relativo all’arco temporale 1° gennaio 2019 – 31 agosto 2023 e pubblicato sul proprio sito istituzionale a febbraio 2024, l’ente ha infatti deciso di approfondito l’evoluzione nel biennio 2023 – 2024 alla luce della marcata rilevanza economico-sociale di questo fenomeno.

Gli ultimi dati locali disponibili risalgono al 2022 ed erano stati forniti direttamente dalle aziende sanitarie per la campagna del Pd Piemonte “Stop liste d’attesa”. Più nel dettaglio, l’ospedale Maggiore in quattro anni ha speso circa 1 milione e 900 mila euro esclusivamente per il pronto soccorso, mentre l’Asl poco più di 777 mila euro sempre per il pronto soccorso ma anche per la radiologia e la pediatria.

«L’Autorità – si legge in una nota – mediante una approfondita analisi temporale e territoriale della domanda del mercato dei contratti pubblici di servizi di fornitura di personale medico e infermieristico, ha osservato il perdurare del fenomeno dei “medici a gettone” e degli “infermieri a gettone” nel SSN anche nella seconda metà dell’anno 2023 e nell’anno 2024 appena concluso, nonostante il 5 maggio 2023 l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia ufficialmente dichiarato la fine dell’emergenza sanitaria scoppiata poco più di tre anni prima, l’11 marzo 2020, con la dichiarazione di inizio pandemia».

«Come Anac siamo intervenuti, fra i primi, anche di fronte al Parlamento e al governo, a segnalare il fenomeno dei cosiddetti “medici a gettone”, la crescente esternalizzazione del personale sanitario, caratterizzata da contratti particolarmente onerosi per le amministrazioni, in cambio di servizi non adeguati, spesso con rischi per la salute dei pazienti – afferma il presidente di Anac, Giuseppe Busia -. Si tratta di un progressivo impoverimento degli organici, perché medici ed infermieri in più casi preferivano lasciare il proprio impiego, attratti dalle più elevate remunerazioni riconosciute per le prestazioni di carattere interinale. Tutto questo, dando vita ad un circolo vizioso, a causa di una irragionevole concorrenza fra le diverse Asl, come emerge dalla nostra indagine conoscitiva. Ospedali e Asl pubbliche dispongono di eccellenti risorse professionali che, tuttavia, in molti casi non sono adeguatamente valorizzate e, anzi, sono spesso spinte verso altri approdi, privando le amministrazioni del loro patrimonio più prezioso».

«Il Piemonte è maglia nera per l’utilizzo di medici a gettone – dichiara il consigliere regionale Domenico Rossi che aveva promosso la campagna sulle liste d’attesa -. Dal 2022 come gruppo del Partito Democratico in consiglio regionale denunciamo inascoltati questa situazione: nessuna azione è stata messa in campo per arginare questa deriva. Il presidente Cirio e l’assessore Riboldi devono spiegare con urgenza come mai spendiamo per i gettonisti più della Lombardia che ha più del doppio dei nostri abitanti e più di tutte le altre regioni d’Italia. Eppure anche loro hanno i nostri problemi. Quali soluzioni hanno messo in campo in questi anni a differenza del Piemonte? L’esplosione dei gettonisti è un fenomeno odioso, perché oltre a non garantire continuità e accuratezza delle cure, umilia i tanti professionisti che scelgono di restare nel pubblico, con turni massacranti e stipendi nemmeno lontanamente paragonabili a quelli dei gettonisti. Sono risorse che dovrebbero essere usati per assumere personale in pianta stabile e pagare di più chi lavora. Dal 2018, come abbiamo già dimostrato con diversi accessi agli atti, in Piemonte abbiamo assistito a una crescita generalizzata di questa voce di spesa».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore