Mercato coperto, il quinto padiglione diventa sala polifunzionale?

Lo ha detto in Commissione l'assessore al Commercio Chiarelli: «Traslochiamo gli operatori negli altri padiglioni. Previsto un contributo per i titolari delle postazioni fisse»

L’amministrazione comunale, confermando quanto già precedentemente anticipato, intende proseguire nel progetto riguardante il trasferimento degli operatori del mercato coperto di viale Dante dal quinto padiglione ai due precedenti, oggi parzialmente occupati rispettivamente dagli addetti del settore ortofrutta e generi vari.

Lo ha ribadito questa mattina, venerdì 21 giugno, in sede di Commissione l’assessore al Commercio Marina Chiarelli, ricordando come il lavoro di modifica della bozza al regolamento preveda da un lato la nascita di un consorzio per la gestione della struttura e dall’altro una ridistribuzione dei settori merceologici. Per consentire, ha precisato, «una maggiore fruibilità agli utenti e vantaggi per gli operatori».

L’idea di fondo sarebbe quella di “accorpare” tutti i mercatali (per Chiarelli «oggi un po’… sparpagliati») nei primi quattro padiglioni, liberando di conseguenza l’ultimo, sul quale la vicesindaca ha detto che «ci sarebbero delle idee per un suo futuro utilizzo rispetto alla sua attuale attività di vendita, come la creazione di un punto di raggruppamento e aggregazione sociale, con una sala polifunzionale destinata a ospitare mostre e manifestazioni».


Il problema più rilevante nasce dall’eventualità di spostare gli operatori titolari di strutture fisse (al momento quattro, mentre dodici sono quelli con struttura “monta e smonta”). Di fronte alla richiesta «di far sostenere un ulteriore sacrificio economico in un periodo come quello che stiamo attraversando, una volta raccolti i preventivi di spesa, la nostra intenzione è quella di concedere un contributo come forma di ulteriore incentivo», tenendo in considerazione che l’operazione «è stata richiesta dall’amministrazione e concordata favorevolmente accolta da tutti».


Sa Sara Paladini (Pd) le maggiori perplessità: «Pur riconoscendo questa procedura a fasi, occorre anche definire una tempistica. E poi siamo sicuri che sotto le altre campate ci sia posto per tutti? Se tutta l’area disponibile negli altri padiglioni sarà occupata anche dai “monta e smonta” verrà meno la possibilità di uno spazio per la progettata somministrazione». «E’ una strada al momento impercorribile», ha ribattuto Chiarelli, ma l’esponente “dem” ha insistito: «Sullo stato ad oggi noi faremo le nostre proposte. Vorrei poi tutelare il Comune evitando la creazione di un precedente pericoloso. Con quale criterio giuridico avete deciso la concessione di un contributo a fronte della richiesta di uno spostamento? A questo punto lo potrebbero chiedere tutti ogni volta». «Si tratta di una cosa diversa rispetto a quanto accaduto in altre situazioni, da piazza Pasteur al Moi», ha risposto l’assessore.

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Mercato coperto, il quinto padiglione diventa sala polifunzionale?

Lo ha detto in Commissione l’assessore al Commercio Chiarelli: «Traslochiamo gli operatori negli altri padiglioni. Previsto un contributo per i titolari delle postazioni fisse»

L’amministrazione comunale, confermando quanto già precedentemente anticipato, intende proseguire nel progetto riguardante il trasferimento degli operatori del mercato coperto di viale Dante dal quinto padiglione ai due precedenti, oggi parzialmente occupati rispettivamente dagli addetti del settore ortofrutta e generi vari.

Lo ha ribadito questa mattina, venerdì 21 giugno, in sede di Commissione l’assessore al Commercio Marina Chiarelli, ricordando come il lavoro di modifica della bozza al regolamento preveda da un lato la nascita di un consorzio per la gestione della struttura e dall’altro una ridistribuzione dei settori merceologici. Per consentire, ha precisato, «una maggiore fruibilità agli utenti e vantaggi per gli operatori».

L’idea di fondo sarebbe quella di “accorpare” tutti i mercatali (per Chiarelli «oggi un po’… sparpagliati») nei primi quattro padiglioni, liberando di conseguenza l’ultimo, sul quale la vicesindaca ha detto che «ci sarebbero delle idee per un suo futuro utilizzo rispetto alla sua attuale attività di vendita, come la creazione di un punto di raggruppamento e aggregazione sociale, con una sala polifunzionale destinata a ospitare mostre e manifestazioni».


Il problema più rilevante nasce dall’eventualità di spostare gli operatori titolari di strutture fisse (al momento quattro, mentre dodici sono quelli con struttura “monta e smonta”). Di fronte alla richiesta «di far sostenere un ulteriore sacrificio economico in un periodo come quello che stiamo attraversando, una volta raccolti i preventivi di spesa, la nostra intenzione è quella di concedere un contributo come forma di ulteriore incentivo», tenendo in considerazione che l’operazione «è stata richiesta dall’amministrazione e concordata favorevolmente accolta da tutti».


Sa Sara Paladini (Pd) le maggiori perplessità: «Pur riconoscendo questa procedura a fasi, occorre anche definire una tempistica. E poi siamo sicuri che sotto le altre campate ci sia posto per tutti? Se tutta l’area disponibile negli altri padiglioni sarà occupata anche dai “monta e smonta” verrà meno la possibilità di uno spazio per la progettata somministrazione». «E’ una strada al momento impercorribile», ha ribattuto Chiarelli, ma l’esponente “dem” ha insistito: «Sullo stato ad oggi noi faremo le nostre proposte. Vorrei poi tutelare il Comune evitando la creazione di un precedente pericoloso. Con quale criterio giuridico avete deciso la concessione di un contributo a fronte della richiesta di uno spostamento? A questo punto lo potrebbero chiedere tutti ogni volta». «Si tratta di una cosa diversa rispetto a quanto accaduto in altre situazioni, da piazza Pasteur al Moi», ha risposto l’assessore.

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