«Mi picchiava quando ero incinta, ho dormito sul pavimento». Compagno condannato a 4 anni e 8 mesi

L'episodio nell'aronese. L.F., 44 anni, condannato per maltrattamenti in famiglia e violazione del divieto di avvicinamento alla vittima

«Alzava le mani. E’ successo anche quando ero incinta. Una volta mi ha fatto dormire per terra: era molto geloso e si lamentava del mio lavoro, perché diceva che al bar c’erano troppo uomini». Un lungo periodo di vessazioni domestiche, fratto di schiaffi, calci, tirate di capelli, insulti pesanti, quello sopportato da una donna residente nell’Aronese che dopo l’ultima violenta discussione col convivente ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. La sua denuncia, presentata nel novembre di due anni fa, ha portato alla condanna di L.F., 44 anni, a 4 mesi e 8 mesi di reclusione maltrattamenti in famiglia e violazione del divieto di avvicinamento alla vittima, ovvero la misura cautelare che gli era stata imposta dal giudice dopo la separazione. Il pm aveva chiesto 5 anni mentre la difesa aveva puntato sull’assoluzione sostenendo che c’erano stati solo episodi isolati nel corso degli anni della convivenza, nulla a che vedere con il comportamento abituale richiesto per il reato di maltrattamenti. Di diverso parere il tribunale, che ha anche stabilito per la vittima una provvisionale di 5 mila euro come risarcimento del danno (che sarà liquidato interamente in sede civile).

In base a quanto emerso nel corso del processo, l’uomo aveva il vizio del gioco e chiedeva anche soldi alla compagna, presentandosi al bar dove lei lavorava. In aula lei lo ha descritto come una persona sempre nervosa, aggressiva, che la denigrava di continuo. Ai carabinieri di Arona aveva parlato anche di botte. Come quella volta che erano in auto – lei era alla sue seconda gravidanza – e lui l’aveva percosso con una tale violenza che era perfino svenuta. C’era anche del sangue in auto: lui aveva ripulito tutto e poi era ripartito come se nulla fosse.

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«Mi picchiava quando ero incinta, ho dormito sul pavimento». Compagno condannato a 4 anni e 8 mesi

L’episodio nell’aronese. L.F., 44 anni, condannato per maltrattamenti in famiglia e violazione del divieto di avvicinamento alla vittima

«Alzava le mani. E’ successo anche quando ero incinta. Una volta mi ha fatto dormire per terra: era molto geloso e si lamentava del mio lavoro, perché diceva che al bar c’erano troppo uomini». Un lungo periodo di vessazioni domestiche, fratto di schiaffi, calci, tirate di capelli, insulti pesanti, quello sopportato da una donna residente nell’Aronese che dopo l’ultima violenta discussione col convivente ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. La sua denuncia, presentata nel novembre di due anni fa, ha portato alla condanna di L.F., 44 anni, a 4 mesi e 8 mesi di reclusione maltrattamenti in famiglia e violazione del divieto di avvicinamento alla vittima, ovvero la misura cautelare che gli era stata imposta dal giudice dopo la separazione. Il pm aveva chiesto 5 anni mentre la difesa aveva puntato sull’assoluzione sostenendo che c’erano stati solo episodi isolati nel corso degli anni della convivenza, nulla a che vedere con il comportamento abituale richiesto per il reato di maltrattamenti. Di diverso parere il tribunale, che ha anche stabilito per la vittima una provvisionale di 5 mila euro come risarcimento del danno (che sarà liquidato interamente in sede civile).

In base a quanto emerso nel corso del processo, l’uomo aveva il vizio del gioco e chiedeva anche soldi alla compagna, presentandosi al bar dove lei lavorava. In aula lei lo ha descritto come una persona sempre nervosa, aggressiva, che la denigrava di continuo. Ai carabinieri di Arona aveva parlato anche di botte. Come quella volta che erano in auto – lei era alla sue seconda gravidanza – e lui l’aveva percosso con una tale violenza che era perfino svenuta. C’era anche del sangue in auto: lui aveva ripulito tutto e poi era ripartito come se nulla fosse.

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