«Mia mamma ricoverata positiva, non ho notizie da giovedì»

«Mia mamma ricoverata positiva, non ho notizie da giovedì». Donatella Medda racconta l’esperienza che sta attraversando lanciando un appello all’ospedale e un ringraziamento al sindaco di Novara.

«Giovedì 19 marzo mia mamma, che ha 74 anni, è stata ricoverata al Maggiore con i sintomi di una polmonite – racconta -. Alle 14 dello stesso giorno le hanno fatto il tampone e da quel momento non ho più avuto notizie, non sapevo neanche in quale reparto fosse ricoverata, in terapia intensiva o meno. Il giorno dopo ho telefonato in ospedale: al mattino mi hanno detto che non sapevano nulla, verso sera ho riprovato e un medico molto maleducato mi ha detto che non era lì a mia disposizione e di non azzardami a chiamare nel fine settimana. Dopo un’accesa di discussione, gli ho detto di essere una dipendente dell’ospedale e lui ha risposto che se volevo notizie di mia mamma potevo andare lì di persona. Come si fa a dire una cosa del genere? Per di più io sono una paziente oncologica. Ho anche chiamato in direzione sanitaria e mi ha detto di telefonare all’urp dove però non risponde mai nessuno».

 

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E poi prosegue: «Sabato ancora nessuna telefonata, così verso sera ho mandato una email al sindaco spiegandogli la situazione. Il giorno dopo mi ha risposto dicendo che aveva chiamato l’ospedale, che mia mamma era nel reparto di malattie infettive e che l’esito del tampone, risultato positivo al coronavirus, era arrivato già da due giorni. Se non fosse stato per lui, ora non saprei nulla, per questo lo ringrazio moltissimo. Capisco l’emergenza e il lavoro immenso a cui sono sottoposti i sanitari, però non si può lasciare le famiglie senza informazioni sui propri parenti. Se domani ancora non riceverò telefonate dall’ospedale, sporgerò denuncia».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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5 risposte

  1. Incomprensibile e inconcepibile un tale atteggiamento di mancanza di sensibilità e umanità nel negare una informazione , un semplice conforto in una situazione di x sé già drammatica ! Difficile trovare comprensione e giustificazione a codesti episodi , pur tenendo ben presente la difficile e gravosa situazione del personale medico , a cui vanno a priori tantissimi amorevoli ringraziamenti ! Un abbraccio di umanità a tutte le persone che stanno vivendo situazioni di dolore nel corpo e nell’animo!

  2. Esperienza vissuta da noi personalmente
    La sanità in senso ampio e generale (inteso come strutture e personale) assolutamente impreparato ad affrontare una situazione simile.
    Alla fine mio papà è stato dimesso ancora positivo al virus ma asintomatico.
    È isolato in casa, è un incubo.
    Nessuno, a parte le istruzioni di base abbiano fornito almeno qualche tuta/mascherine/guanti.
    Sono veramente incazzata con lo Stato.

  3. Stessa identica cosa è successa una settimana fa ad una nostra parente che non ha avuto più notizie del marito per 48 ore all’ospedale di vigevano

  4. Io mi segnerei data e ora della telefonata così da risalire a chi era di turno e gli farei passare un bel quarto d‘ora,non so se si possa denunciare ma chiamerei qualche giornalista o il capo reparto..insomma gli farei fare una bella lavata di testa!

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«Mia mamma ricoverata positiva, non ho notizie da giovedì»

«Mia mamma ricoverata positiva, non ho notizie da giovedì». Donatella Medda racconta l’esperienza che sta attraversando lanciando un appello all’ospedale e un ringraziamento al sindaco di Novara.

«Giovedì 19 marzo mia mamma, che ha 74 anni, è stata ricoverata al Maggiore con i sintomi di una polmonite – racconta -. Alle 14 dello stesso giorno le hanno fatto il tampone e da quel momento non ho più avuto notizie, non sapevo neanche in quale reparto fosse ricoverata, in terapia intensiva o meno. Il giorno dopo ho telefonato in ospedale: al mattino mi hanno detto che non sapevano nulla, verso sera ho riprovato e un medico molto maleducato mi ha detto che non era lì a mia disposizione e di non azzardami a chiamare nel fine settimana. Dopo un’accesa di discussione, gli ho detto di essere una dipendente dell’ospedale e lui ha risposto che se volevo notizie di mia mamma potevo andare lì di persona. Come si fa a dire una cosa del genere? Per di più io sono una paziente oncologica. Ho anche chiamato in direzione sanitaria e mi ha detto di telefonare all’urp dove però non risponde mai nessuno».

 

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