Mille operatori sanitari non vaccinati. Penna, Asl: «La maggior parte ha già l’appuntamento»

Sul territorio di competenza dell’Asl Novara sono 1.050 gli operatori sanitari che finora non si sono sottoposti al vaccino anti Covid. A comunicarlo è stato il direttore generale dell’Asl, Angelo Penna, durante il primo colloquio con la stampa dal suo insediamento dello scorso 1 giugno.

«Non tutti sono nostri dipendenti – ha spiegato – il numero comprende sia gli operatori che lavorano in Asl, sia quelli residenti sul nostro territorio. Come è previsto dalla procedura, abbiamo inviato una pec a ognuno di loro: una procedura molto complessa che entra nella sfera del privacy e che, quindi, va portata avanti con la massima cautela. Circa quattrocento hanno già risposto: molti hanno spiegato che hanno già fissato un appuntamento per la somministrazione del vaccino, altri che non hanni potuto effettuare le dosi per motivi di salute. Ben pochi hanno manifestato la loro totale avversità verso l’antidoto».

Ma cosa succederà dopo? «Tutte le motivazioni saranno valutate – ha continuato Penna, supportato dal direttore sanitario, Emma Zelaschi -. I casi accertati di contrarietà al vaccino saranno segnalati agli ordini professionali competenti che, secondo quanto previsto dal decreto, provvederanno a rimuovere l’abilitazione alla professione. Noi agiremo di conseguenza sui nostri dipendenti dislocandoli, laddove è possibile, in altre mansioni».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Mille operatori sanitari non vaccinati. Penna, Asl: «La maggior parte ha già l’appuntamento»

Sul territorio di competenza dell'Asl Novara sono 1.050 gli operatori sanitari che finora non si sono sottoposti al vaccino anti Covid. A comunicarlo è stato il direttore generale dell'Asl, Angelo Penna, durante il primo colloquio con la stampa dal suo insediamento dello scorso 1 giugno.

«Non tutti sono nostri dipendenti - ha spiegato - il numero comprende sia gli operatori che lavorano in Asl, sia quelli residenti sul nostro territorio. Come è previsto dalla procedura, abbiamo inviato una pec a ognuno di loro: una procedura molto complessa che entra nella sfera del privacy e che, quindi, va portata avanti con la massima cautela. Circa quattrocento hanno già risposto: molti hanno spiegato che hanno già fissato un appuntamento per la somministrazione del vaccino, altri che non hanni potuto effettuare le dosi per motivi di salute. Ben pochi hanno manifestato la loro totale avversità verso l'antidoto».

Ma cosa succederà dopo? «Tutte le motivazioni saranno valutate - ha continuato Penna, supportato dal direttore sanitario, Emma Zelaschi -. I casi accertati di contrarietà al vaccino saranno segnalati agli ordini professionali competenti che, secondo quanto previsto dal decreto, provvederanno a rimuovere l'abilitazione alla professione. Noi agiremo di conseguenza sui nostri dipendenti dislocandoli, laddove è possibile, in altre mansioni».

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