Minicucci (Confesercenti): «Al nuovo Governo chiederemo misure urgenti per le imprese»

Sul fronte del caro – bollette «non si può pensare che l'energia elettrica arrivi a costare quattro, cinque se non addirittura sei volte di più degli anni precedenti. Chi si insedierà a Palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre dovrà erogare risorse immediate, non sconti futuri, perché l'alternativa è la chiusura»

Non azioni eclatanti, di “facciata”, come hanno pensato altri, ma richieste concrete. Anche Confesercenti si è mossa in queste settimane sul fronte del caro – bollette che starebbe “strangolando” molte imprese del settore. A sostenerlo è Luigi Minicucci, esponente per l’Alto Piemonte dell’organizzazione di categoria.


«Ci siamo mossi a livello nazionale – ci ha detto Minicucci – presentando un pacchetto di richieste, tanto al Governo ancora in carica così come faremo con chi si insedierà a Palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre, che si traducano in importanti quote economiche a sostegno delle imprese. Non si può davvero pensare che l’energia elettrica arrivi a costare quattro, cinque se non addirittura sei volte di più degli anni precedenti». Per Minicucci «il nuovo Governo dovrà erogare soldi veri, nell’immediato, non “sconti” che si possano recuperare in futuro. Perché l’alternativa è la chiusura».


Una proposta, proprio collegata al “caro utenze” riguarderebbe «l’eliminazione di tutte le accise legate all’energia, inclusi i costi legati al “trasporto” della fornitura, in modo da far giungere all’utente finale una bolletta già di per sé “dimagrita” e decisamente sostenibile». Tanto per l’elettricità quanto per il riscaldamento. L’esponente di Confesercenti ha infatti voluto citare come esempio il caso di una struttura alberghiera cittadina «che in passato pagava 2 – 3 mila euro e adesso si è trovato una fattura di 10 mila. Come posso, indipendentemente se una stanza venga occupata oppure no, spendere più di 10 euro al giorno per riscaldarla? Piuttosto chiudo, se non definitivamente, in attesa di tempi migliori».


Ma il discorso si potrebbe tranquillamente spostare anche nel settore dei carburanti, dove – anche qui solo per fare un esempio – il diesel, «che in passato ha sempre avuto un prezzo vantaggioso rispetto alla benzina, ora si ritrova ad averlo superato. E con una “forbice” non di poco conto. Stiamo parlando di un paio di decimali di euro, ma qualcuno si è forse scordato che 20 centesimi sono pur sempre 400 vecchie lire…».

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Minicucci (Confesercenti): «Al nuovo Governo chiederemo misure urgenti per le imprese»

Sul fronte del caro – bollette «non si può pensare che l’energia elettrica arrivi a costare quattro, cinque se non addirittura sei volte di più degli anni precedenti. Chi si insedierà a Palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre dovrà erogare risorse immediate, non sconti futuri, perché l’alternativa è la chiusura»

Non azioni eclatanti, di “facciata”, come hanno pensato altri, ma richieste concrete. Anche Confesercenti si è mossa in queste settimane sul fronte del caro – bollette che starebbe “strangolando” molte imprese del settore. A sostenerlo è Luigi Minicucci, esponente per l’Alto Piemonte dell’organizzazione di categoria.


«Ci siamo mossi a livello nazionale – ci ha detto Minicucci – presentando un pacchetto di richieste, tanto al Governo ancora in carica così come faremo con chi si insedierà a Palazzo Chigi dopo il voto del 25 settembre, che si traducano in importanti quote economiche a sostegno delle imprese. Non si può davvero pensare che l’energia elettrica arrivi a costare quattro, cinque se non addirittura sei volte di più degli anni precedenti». Per Minicucci «il nuovo Governo dovrà erogare soldi veri, nell’immediato, non “sconti” che si possano recuperare in futuro. Perché l’alternativa è la chiusura».


Una proposta, proprio collegata al “caro utenze” riguarderebbe «l’eliminazione di tutte le accise legate all’energia, inclusi i costi legati al “trasporto” della fornitura, in modo da far giungere all’utente finale una bolletta già di per sé “dimagrita” e decisamente sostenibile». Tanto per l’elettricità quanto per il riscaldamento. L’esponente di Confesercenti ha infatti voluto citare come esempio il caso di una struttura alberghiera cittadina «che in passato pagava 2 – 3 mila euro e adesso si è trovato una fattura di 10 mila. Come posso, indipendentemente se una stanza venga occupata oppure no, spendere più di 10 euro al giorno per riscaldarla? Piuttosto chiudo, se non definitivamente, in attesa di tempi migliori».


Ma il discorso si potrebbe tranquillamente spostare anche nel settore dei carburanti, dove – anche qui solo per fare un esempio – il diesel, «che in passato ha sempre avuto un prezzo vantaggioso rispetto alla benzina, ora si ritrova ad averlo superato. E con una “forbice” non di poco conto. Stiamo parlando di un paio di decimali di euro, ma qualcuno si è forse scordato che 20 centesimi sono pur sempre 400 vecchie lire…».

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