«Mio figlio non è un violento»

«Si, discussioni in casa ce n’erano ma lui non ha mai alzato le mani su di me. Mio figlio non è un violento». A parlare in aula davanti al giudice il padre di un ragazzo che cinque anni fa – all’epoca aveva problemi di dipendenza ed era in cura –  era stato denunciato dai familiari, e che, per quella denuncia (poi ritirata) è finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

 

 

Una situazione complicata, una convivenza forse difficile, costellata da molte discussioni, culminata una mattina d’estate di cinque anni fa, quando tra padre e figlio c’era stato un diverbio più acceso del solito e alla fine i familiari, «consigliati da un conoscente» si erano rivolti ai carabinieri.

Quel che era accaduto quel giorno lo ha raccontato in aula il padre: «Dovevo accompagnarlo al centro, lo portavo sempre io; l’ho svegliato e forse anche i miei modi sono stati un po’ bruschi, così è iniziata la discussione. Lui voleva la mia macchina per andare da solo, io non volevo dargliela. Ci siamo fronteggiati ma solo a parole, forse qualche spintone. Poi è arrivata mia mamma, che abita vicino, e aveva sentito un po’ di trambusto. Si era messa in mezzo, lui l’aveva insultata e poi, forse era inciampata, e si era fatta male una caviglia. No, lui non gli ha tirato calci, non l’avrebbe mai fatto».

«Non ha mai alzato le mani su di me – ha confermato davanti al giudice l’anziana – Quella mattina mi sono fatta male da sola, forse una storta ma era una cosa da niente. Mi chiedeva soldi? Si capitava, ma non mi minacciava. A volte forse era un po’ insistente ma se gli dicevo no era no».

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«Mio figlio non è un violento»

«Si, discussioni in casa ce n’erano ma lui non ha mai alzato le mani su di me. Mio figlio non è un violento». A parlare in aula davanti al giudice il padre di un ragazzo che cinque anni fa – all’epoca aveva problemi di dipendenza ed era in cura –  era stato denunciato dai familiari, e che, per quella denuncia (poi ritirata) è finito a processo con l’accusa di maltrattamenti in famiglia.

 

 

Una situazione complicata, una convivenza forse difficile, costellata da molte discussioni, culminata una mattina d’estate di cinque anni fa, quando tra padre e figlio c’era stato un diverbio più acceso del solito e alla fine i familiari, «consigliati da un conoscente» si erano rivolti ai carabinieri.

Quel che era accaduto quel giorno lo ha raccontato in aula il padre: «Dovevo accompagnarlo al centro, lo portavo sempre io; l’ho svegliato e forse anche i miei modi sono stati un po’ bruschi, così è iniziata la discussione. Lui voleva la mia macchina per andare da solo, io non volevo dargliela. Ci siamo fronteggiati ma solo a parole, forse qualche spintone. Poi è arrivata mia mamma, che abita vicino, e aveva sentito un po’ di trambusto. Si era messa in mezzo, lui l’aveva insultata e poi, forse era inciampata, e si era fatta male una caviglia. No, lui non gli ha tirato calci, non l’avrebbe mai fatto».

«Non ha mai alzato le mani su di me – ha confermato davanti al giudice l’anziana – Quella mattina mi sono fatta male da sola, forse una storta ma era una cosa da niente. Mi chiedeva soldi? Si capitava, ma non mi minacciava. A volte forse era un po’ insistente ma se gli dicevo no era no».

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