Molestava la figlia della compagna: trecatese patteggia 2 anni

Minorenne abusata
La vittima è una studentessa di diciassette anni, che, costituita a giudizio, sarà risarcita dei danni in sede civile

Aveva approfittato dell’assenza della compagna per entrare nella stanza della figliastra e toccarle le parti intime. La giovane, però, era riuscita a divincolarsi e scappare. Poi aveva racconta tutto alla madre e insieme erano andate a presentare denuncia alle forze dell’ordine.

Per quella molestia un uomo di 32 anni residente a Trecate, di origine sudamericana, ha patteggiato in tribunale 2 anni di reclusione per violenza sessuale su minore, aggravata. La vittima è una studentessa di diciassette anni, che, costituita a giudizio, sarà risarcita dei danni in sede civile.

Si tratta di fatti verificatisi nel luglio dello scorso anno. La madre della ragazzina, originaria di un paese dell’America meridionale, era tornata nel Paese d’origine per motivi famigliari. Per non creare disagio alla figlia, l’aveva lasciata a casa con il compagno. Non avrebbe mai pensato che l’uomo potesse allungare le mani. Invece una notte, secondo quanto ha denunciato la vittima ascoltata di recente in incidente probatorio (espediente processuale per verbalizzare in fase di indagine la versione di un testimone che sarà utilizzata così com’è nel futuro processo), lui era entrato nella sua camera mentre stava dormendo, le aveva alzato la maglietta del pigiama e toccata al seno. Poi le aveva bloccato una gamba. La minorenne aveva reagito chiedendogli di smetterla. La giovane aveva cercato inutilmente di opporsi e reagire all’aggressione, ma il patrigno aveva continuato a molestarla. A un certo punto la studentessa, con la scusa di andare in bagno, si era chiusa dentro a chiave e lui aveva desistito. Successivamente, al rientro della madre dall’estero, le aveva raccontato tutto. Da qui la segnalazione ai carabinieri.

L’imputato, allontanato da casa, ha sempre respinto gli addebiti parlando di invenzioni, forse per gelosia della ragazzina che non gradiva la relazione che lui aveva con sua madre. Ha però scelto il patteggiamento per chiudere velocemente la vicenda, con la sospensione condizionale della pena.

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Molestava la figlia della compagna: trecatese patteggia 2 anni

La vittima è una studentessa di diciassette anni, che, costituita a giudizio, sarà risarcita dei danni in sede civile

Minorenne abusata

Aveva approfittato dell’assenza della compagna per entrare nella stanza della figliastra e toccarle le parti intime. La giovane, però, era riuscita a divincolarsi e scappare. Poi aveva racconta tutto alla madre e insieme erano andate a presentare denuncia alle forze dell’ordine.

Per quella molestia un uomo di 32 anni residente a Trecate, di origine sudamericana, ha patteggiato in tribunale 2 anni di reclusione per violenza sessuale su minore, aggravata. La vittima è una studentessa di diciassette anni, che, costituita a giudizio, sarà risarcita dei danni in sede civile.

Si tratta di fatti verificatisi nel luglio dello scorso anno. La madre della ragazzina, originaria di un paese dell’America meridionale, era tornata nel Paese d’origine per motivi famigliari. Per non creare disagio alla figlia, l’aveva lasciata a casa con il compagno. Non avrebbe mai pensato che l’uomo potesse allungare le mani. Invece una notte, secondo quanto ha denunciato la vittima ascoltata di recente in incidente probatorio (espediente processuale per verbalizzare in fase di indagine la versione di un testimone che sarà utilizzata così com’è nel futuro processo), lui era entrato nella sua camera mentre stava dormendo, le aveva alzato la maglietta del pigiama e toccata al seno. Poi le aveva bloccato una gamba. La minorenne aveva reagito chiedendogli di smetterla. La giovane aveva cercato inutilmente di opporsi e reagire all’aggressione, ma il patrigno aveva continuato a molestarla. A un certo punto la studentessa, con la scusa di andare in bagno, si era chiusa dentro a chiave e lui aveva desistito. Successivamente, al rientro della madre dall’estero, le aveva raccontato tutto. Da qui la segnalazione ai carabinieri.

L’imputato, allontanato da casa, ha sempre respinto gli addebiti parlando di invenzioni, forse per gelosia della ragazzina che non gradiva la relazione che lui aveva con sua madre. Ha però scelto il patteggiamento per chiudere velocemente la vicenda, con la sospensione condizionale della pena.

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