Molestie sessuali ai due bimbi dell’amica: pm chiede condanna a 13 anni

Secondo quanto emerso nel corso delle approfondimenti, l'uomo avrebbe abusato dei due piccoli, maschio e femmina, di 5 e 10 anni

Tredici anni di carcere, tenuto conto della gravità dei fatti e che le vittime sono due: li ha chiesti il pubblico ministero in tribunale a Novara al processo contro un nigeriano di 31 anni residente a Trecate, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di due bambini che all’epoca dei fatti, denunciati dopo l’estate del 2020, avevano solo 10 anni e 5 anni.

Nel raccontare quanto successo ai genitori, in particolare la più grande, avevano detto che l’amico di famiglia li molestava e si mostrava spesso senza vestiti. Da lì la corsa alle forze dell’ordine e le indagini della magistratura. Le vittime sono state ascoltare e in incidente probatorio (l’anticipo di prova in vista del processo) hanno confermato le accuse, che invece l’uomo ha respinto con forza. Proprio per acquisire agli atti la videoripresa dell’incidente probatorio, i giudici hanno rinviato la sentenza a dicembre. Il difensore dell’imputato ha chiesto l’assoluzione sostenendo che i fatti non sono stati provati o che comunque certi comportamenti sono stati travisati o male interpretati.

Secondo quanto emerso nel corso delle approfondimenti effettuati dalla polizia, approfittando della frequentazione della casa dell’amica a Novara, l’uomo avrebbe toccato più volte la figlia della donna, intenta a guardare i cartoni animati nella sua cameretta: in alcune occasioni si sarebbe anche abbassato i pantaloni, mostrando i genitali. Stesso comportamento sarebbe stato tenuto anche con il fratellino della bambina, cui avrebbe addirittura mostrato immagini pornografiche tenute sul suo telefonino. Avrebbe confidato sul fatto che, vista la tenera età dei due bambini, nessuno di loro avrebbe parlato della vicenda o comunque nessuno avrebbe creduto loro. E invece le confidenze fatte dalla vittima più grande avevano allarmato la madre.

Gli episodi al vaglio del tribunale sarebbero avvenuti nell’arco di un lungo periodo di tempo, dall’aprile del 2019 fino al luglio del 2020, quando poi c’era stata la corsa in questura.

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Secondo quanto emerso nel corso delle approfondimenti, l’uomo avrebbe abusato dei due piccoli, maschio e femmina, di 5 e 10 anni

Tredici anni di carcere, tenuto conto della gravità dei fatti e che le vittime sono due: li ha chiesti il pubblico ministero in tribunale a Novara al processo contro un nigeriano di 31 anni residente a Trecate, accusato di tentata violenza sessuale nei confronti di due bambini che all’epoca dei fatti, denunciati dopo l’estate del 2020, avevano solo 10 anni e 5 anni.

Nel raccontare quanto successo ai genitori, in particolare la più grande, avevano detto che l’amico di famiglia li molestava e si mostrava spesso senza vestiti. Da lì la corsa alle forze dell’ordine e le indagini della magistratura. Le vittime sono state ascoltare e in incidente probatorio (l’anticipo di prova in vista del processo) hanno confermato le accuse, che invece l’uomo ha respinto con forza. Proprio per acquisire agli atti la videoripresa dell’incidente probatorio, i giudici hanno rinviato la sentenza a dicembre. Il difensore dell’imputato ha chiesto l’assoluzione sostenendo che i fatti non sono stati provati o che comunque certi comportamenti sono stati travisati o male interpretati.

Secondo quanto emerso nel corso delle approfondimenti effettuati dalla polizia, approfittando della frequentazione della casa dell’amica a Novara, l’uomo avrebbe toccato più volte la figlia della donna, intenta a guardare i cartoni animati nella sua cameretta: in alcune occasioni si sarebbe anche abbassato i pantaloni, mostrando i genitali. Stesso comportamento sarebbe stato tenuto anche con il fratellino della bambina, cui avrebbe addirittura mostrato immagini pornografiche tenute sul suo telefonino. Avrebbe confidato sul fatto che, vista la tenera età dei due bambini, nessuno di loro avrebbe parlato della vicenda o comunque nessuno avrebbe creduto loro. E invece le confidenze fatte dalla vittima più grande avevano allarmato la madre.

Gli episodi al vaglio del tribunale sarebbero avvenuti nell’arco di un lungo periodo di tempo, dall’aprile del 2019 fino al luglio del 2020, quando poi c’era stata la corsa in questura.

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