Mondali hockey e emergenza Igor Volley, dove si allenerà la squadra di serie A?

Complicazioni logistiche per il team di serie A, che non potrà usufruire dell'Arena del Terdoppio fino alla fine di settembre. Il d.g. Marchioni: «All'inizio ci sposteremo a Trecate, ma poi dovremo cercare una soluzione fuori città, con costi non indifferenti a carico nostro»

Che la disputa sul Mondiale di hockey pista avrebbe potuto causare qualche complicazione con la Igor Volley, principale “inquilino” dell’Arena del Terdoppio, era facilmente intuibile sin da quando erano state confermate le date del torneo iridato. La situazione, per il club di suor Giovanna Saporiti e di patron Fabio Leonardi, si è però aggravata nelle ultime settimane, con la dirigenza alle prese nella ricerca di una sede dove poter fare completare la preparazione precampionato alle ragazze di coach Lorenzo Bernardi.

«All’inizio – spiega Enrico Marchioni, direttore generale della Igor – ci era stata prospettata l’impossibilità di utilizzare l’impianto per un periodo strettamente legato all’inizio e alla fine del Mondiale (indicativamente dalla prima alla terza settimana di settembre, ndr), ma in occasione di un incontro avuto a fine maggio abbiamo scoperto di non poter utilizzare la struttura per tre mesi pieni, dal 1° luglio al 30 settembre. Da questo punto di vista il referente della Federazione hockey è stato irremovibile».

Considerando che il raduno della squadra è stato fissato per il prossimo 5 agosto, «sino al 26 del prossimo mese potremo utilizzare il PalaAgil di Trecate, ma poi non sarà possibile in quanto ricomincia tutta l’attività del nostro settore giovanile». Ogni “coabitazione” è praticamente impossibile: «Non è immaginabile pensare di far allenare ragazzine di 14 anni la sera per lasciare spazio alle “professioniste” della serie A il pomeriggio, e neppure posticipare l’inizio dell’attività del giovanile, per il quale bisogna tenere conto di tutta una serie di fattori come la scuola e altro. Impensabile poi rivolgersi a qualche impianto scolastico cittadino».

Che fare? «Dovremo cercare una soluzione fuori città, una struttura adeguata che ci possa ospitare, ma questo vuol dire rimanere praticamente un mese fuori sede con tutta la squadra e lo staff tecnico. Con costi non indifferenti a nostro carico. Senza dimenticare che poi l’inizio del campionato sarà davvero alle porte».

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Luca Mattioli

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