Il mondo dello sport e non solo sotto shock per la scomparsa di Julia Ituma, la pallavolista della Igor trovata morta questa mattina intorno alle 5, dopo essere caduta da una finestra situata al sesto piano dell’albergo di Istanbul dove la squadra stava alloggiando dopo aver disputato ieri, mercoledì 12 aprile, la gara di ritorno della semifinale di Champions League con la formazione locale dell’Eczacibasi. «Il dolore non cancella il suo sorriso» ha scritto il presidente del Coni Giovanni Malagò, mentre il ministro dello Sport Andrea Abodi si è detto ancora «incredulo dopo aver appreso questa notizia».
A livello novarese il sindaco Alessandro Canelli ha detto che “non ci sono parole” di fronte a una tragedia come questa, seguito a distanza dall’assessore allo Sport Ivan De Grandis, il presidente del Comitato territoriale Ticino Sesia Tanaro, Francesco Arestia. A loro si è unito il primo cittadino di Milano Giuseppe Sala, città dove la sfortunata ragazza di origini nigeriane era nata e cresciuta: «È una notizia che rattrista e sconvolge tutti».
A livello cittadino messaggi di cordoglio sono giunti dal Novara FC e dall’Azzurra Hockey, che ha chiesto di poter osservare, sabato sera in occasione del suo match al “PalaDal Lago”, un minuto di silenzio. Provvedimento già disposto dal presidente della Federvolley Giuseppe Manfredi per tutte le partite in programma nel prossimo weekend.
«Era un talento determinato», ha invece twittato il direttore tecnico del settore giovanile della Nazionale Marco Mencarelli, che aveva visto Ituma crescere sino ad effettuare il grande salto in serie A, mentre le “home” dei profili di diverse società così come quelli di tante colleghe pallavoliste sono stati listati a lutto.
Nel frattempo il resto della squadra ha ottenuto il via libera da parte delle autorità turche al rientro in Italia. A Istanbul sono rimasti il d.g. del club Enrico Marchioni e il medico sociale, in attesa dell’arrivo dei genitori per il disbrigo delle tristi formalità di rito, con la collaborazione del locale Consolato generale d’Italia e la nostra ambasciata di Ankara, in stretto contatto con la Farnesina.