Morte Adil, protesta dei Cobas davanti al tribunale per l’udienza preliminare

Il sit in ha bloccato per alcune ore il passaggio delle auto in baluardo la Marmora

Protesta dei «Sì Cobas», stamattina, 20 gennaio, davanti al tribunale di Novara, in concomitanza con l’udienza preliminare per Alessio Spaziano, il camionista che il 18 giugno 2021 ha investito e ucciso il sindacalista Adil Belakhdim, impegnato in una manifestazione davanti ai magazzini della Lidl di Biandrate. «Adil è vivo e lotta assieme a noi», questo il grido dei circa 150 lavoratori che sono scesi in strada per manifestare la rabbia per tutte le morti sul lavoro, bloccando anche per alcune ore il passaggio delle auto in baluardo La Marmora.

Intanto all’interno del Palazzo di Giustizia l’udienza è durata pochi minuti. Solo il tempo tecnico per la costituzione delle parti e per formalizzare la richiesta da parte dell’imputato di essere giudicato con rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo in caso di condanna. Il giudice ha poi aggiornato al 5 maggio. Contro Spaziano, accusato di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale, si sono costituiti i famigliari della vittima, i genitori e i fratelli residenti in Marocco, e lo stesso sindacato. Mentre moglie e figli hanno scelto la strada del processo civile.

Il giorno della tragedia, così è stato ricostruito al termine delle indagini dei carabinieri, il camionista aveva oltrepassato il blocco dei lavoratori che manifestavano e, nella manovra, aveva travolto il sindacalista, trascinandolo per alcuni metri. Poi, in presa al panico e per paura del linciaggio, era scappato. Solo ad alcuni chilometri di distanza, in prossimità del casello autostradale di Novara Ovest, si era fermato, aveva chiamato il 112 e si era costituito. Ha poi trascorso un breve periodo ai domiciliari e poco dopo all’obbligo di dimora in Campania, regione in cui abita.

Il sindacato, a più riprese, ha sostenuto che si trattasse di un incidente doloso, ma le indagini, fin dal principio, non hanno lasciato ombre di dubbio: il mortale è stato determinato da negligenza e colpa grave alla guida.

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Morte Adil, protesta dei Cobas davanti al tribunale per l’udienza preliminare

Il sit in ha bloccato per alcune ore il passaggio delle auto in baluardo la Marmora

Protesta dei «Sì Cobas», stamattina, 20 gennaio, davanti al tribunale di Novara, in concomitanza con l’udienza preliminare per Alessio Spaziano, il camionista che il 18 giugno 2021 ha investito e ucciso il sindacalista Adil Belakhdim, impegnato in una manifestazione davanti ai magazzini della Lidl di Biandrate. «Adil è vivo e lotta assieme a noi», questo il grido dei circa 150 lavoratori che sono scesi in strada per manifestare la rabbia per tutte le morti sul lavoro, bloccando anche per alcune ore il passaggio delle auto in baluardo La Marmora.

Intanto all’interno del Palazzo di Giustizia l’udienza è durata pochi minuti. Solo il tempo tecnico per la costituzione delle parti e per formalizzare la richiesta da parte dell’imputato di essere giudicato con rito abbreviato, che comporta lo sconto di un terzo in caso di condanna. Il giudice ha poi aggiornato al 5 maggio. Contro Spaziano, accusato di omicidio stradale e resistenza a pubblico ufficiale, si sono costituiti i famigliari della vittima, i genitori e i fratelli residenti in Marocco, e lo stesso sindacato. Mentre moglie e figli hanno scelto la strada del processo civile.

Il giorno della tragedia, così è stato ricostruito al termine delle indagini dei carabinieri, il camionista aveva oltrepassato il blocco dei lavoratori che manifestavano e, nella manovra, aveva travolto il sindacalista, trascinandolo per alcuni metri. Poi, in presa al panico e per paura del linciaggio, era scappato. Solo ad alcuni chilometri di distanza, in prossimità del casello autostradale di Novara Ovest, si era fermato, aveva chiamato il 112 e si era costituito. Ha poi trascorso un breve periodo ai domiciliari e poco dopo all’obbligo di dimora in Campania, regione in cui abita.

Il sindacato, a più riprese, ha sostenuto che si trattasse di un incidente doloso, ma le indagini, fin dal principio, non hanno lasciato ombre di dubbio: il mortale è stato determinato da negligenza e colpa grave alla guida.

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