Morti novaresi, a marzo +85%, raddoppio tra gli ultra75enni

Quasi l’85% di morti in più nel mese di marzo appena concluso, rispetto alla media dei cinque anni precedenti nel Novarese. E tra chi ha oltre 75 anni siamo quasi al doppio di decessi. I grandi comuni più colpiti sono Cerano (morti triplicati), Cameri, Romentino e Oleggio (oltre il raddoppio). È questo, probabilmente, l’effetto Covid, diretto e indiretto, sul nostro territorio.

Il dato si rileva dal secondo rapporto dell’Istat “I decessi del 2020”, con dati rilevati alle anagrafi di 1450 comuni del sistema ANPR (una sorta di “certificazione” di anagrafe efficiente), tra cui 19 novaresi. Quindi, spiega l’Istat “non un campione rappresentativo, ma solo un sottoinsieme meritevole di attenzione” e comprendente centri che hanno fatto registrare oltre il 20% di decessi nel periodo.

 

[the_ad id=”62649″]

 

Per la nostra provincia comprende 9 dei 14 centri con più di 5mila abitanti e rappresenta quasi il 57% della popolazione. C’è Novara (mancava nella prima rilevazione), poi Trecate, Oleggio, Cameri ed anche Bellinzago, Cerano, Romentino e Gozzano, per stare ai maggiori tra cui invece mancano Borgomanero, Galliate, Arona e Castelletto.

Dunque un insieme significativo da cui si rileva, complessivamente, che dall’1 al 31 marzo i morti sono stati 344 contro la media di 185 dei cinque anni precedenti, per un incremento di 158 persone decedute. Si tenga conto che, al 31 marzo, il Bollettino della Regione Piemonte indicava 108 deceduti per Covid19 in tutta la provincia: fatti i dovuti rapporti (pur non statisticamente plausibili) i morti “ufficiali” per contagio sembrano essere molto meno della metà dell’incremento di morti rilevati alle anagrafi.

In ogni caso l’incremento dei dati anagrafici e il raffronto con il dato ufficiale dei morti per Covid (sottolineato dall’Istat stesso) definiscono un quadro drammatico sull’intero territorio provinciale e che continua ad incrementarsi.

Chi sono le persone più colpite? A livello di Nord Italia l’Istat rileva che “per gli uomini si osserva un incremento dei decessi del 163% a fronte del 102% per le donne, nella classe di età 75 e più”. Il novarese è sullo stesso trend. Nel complesso dei 19 comuni l’incremento di morti tra i maschi (188 su 85,2) è del 120,7% mentre per le femmine (156 su 100,8) è del 54,8%. Tra gli ultra75enni i morti sono quasi raddoppiati con un +96,1% rispetto agli anni precedenti, in numeri 278 morti (contro 141,8 della media 2015-19), di cui 142 maschi (+85) e 136 femmine (+51) che, tradotto in termini di incremento dei decessi, significa +148,3% per i maschi e +60,8% per le femmine. Guardando agli ultra65enni i decessi sono 313 (+146) di cui 166 maschi (+93) e 147 femmine (+53); in percentuale l’incremento complessivo è dell’87,6%, ma quello dei maschi è del 126,8% e delle femmine del 57,1%.

NEI DIVERSI COMUNI

E nei diversi comuni? Novara mostra un incremento generale sotto la media (+66,0%) ma sempre con una forte accentuazione per i maschi (+112,0%) rispetto alle femmine (+29,6%). In termini numerici 163 morti il mese scorso (92 maschi, 71 femmine) contro la media 2015-2019 di 98,2 morti (43,4 maschi e 54,8 femmine). Tra gli ultra75enni si contano 133 morti (+76%) con un incremento del 138,3% per gli uomini e 34,8% per le donne.

Ancor più sotto la media è Trecate (21 morti contro il dato medio precedente di 14,6) per un incremento del 43,8%. In altri grandi centri dell’Ovest Ticino si contano invece cifre molto più drammatiche. A Cerano il numero dei morti è più che triplicato (14 contro 4,4, cioè +218,2%) e a Cameri risulta oltre 2 volte e mezza (21 contro 7,8 cioè +169,2%), poco più che a Romentino (10 contro 4, +150%). Oltre il raddoppio dei decessi è Oleggio (26 contro i 12 precedenti, +116,7%) mentre sotto la media provinciale sono Bellinzago (12 a fronte di 7,4 per un +62,2%) e Borgo Ticino (5 su 3,2 che è +56,3%). Dato più basso a Gozzano con il +25%.

Nei centri minori, dove comunque i numeri rilevati sono più bassi, si registrano incrementi da record: a San Pietro Mosezzo +337,5% (7 su 1,4), a Fara +263,6% (8 su 2,2) e a Ghemme +215,8% (12 morti contro la media 15-19 di 3,8). Del resto comuni della fascia novarese del Sesia, compreso Biandrate, sono tra quelli che si segnalano in provincia con il maggior numero di casi di contagio in rapporto alla popolazione. A conferma, tra la popolazione con oltre 75 anni, si registra più del quadruplo di morti a Fara, Ghemme e San Pietro Mosezzo, mentre Cerano è ben oltre il triplo.

Un dato doloroso che però non stupisce rispetto a quanto registrato in Lombardia dove, rivela ancora l’Istat, “in 33 comuni di piccole dimensioni i decessi di marzo sono aumentati di oltre dieci volte rispetto alla media dello stesso periodo 2015-2019”.

DECESSI PER QUALUNQUE CAUSA, MA…

L’istituto di statistica tiene infine a sottolineare: “ciò che viene reso disponibile oggi dall’Istat si riferisce dunque ai decessi per qualunque causa (non solo per Coronavirus)”. Tuttavia occorre considerare che, se non si tratta di morti tutte dopo infezione per Covid19, molti decessi sono purtroppo ascrivibili al Covid come causa indiretta, avendo l’epidemia fortemente stressato il sistema sanitario.

A spiegarlo è il biologo Enrico Bucci (docente alla Temple University di Filadelfia, Usa) in una intervista al Corriere della Sera in cui si parla di “vittime collaterali”. «La mortalità maggiore per il virus non è dovuta solo alla sua letalità, ma al fatto che nelle regioni dove l’epidemia è esplosa è andato in tilt il sistema sanitario – ha affermato -. Il problema è che gli effetti della saturazione sanitaria rischiano di essere letali quanto e più del virus stesso. Perché se esaurisci le ambulanze per portare tutti i malati di Covid-19 all’ospedale, poi non hai quelle che ti servono per chi ha avuto un infarto».

Articolo correlato: A marzo nel novarese l’89% di decessi in più

 

Condividi:

Facebook
WhatsApp
Telegram
Email
Twitter

© 2024 La Voce di Novara - Riproduzione Riservata
Iscrizione al registro della stampa presso il Tribunale di Novara

Picture of Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

Condividi l'articolo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

SEGUICI SUI SOCIAL

Sezioni

Morti novaresi, a marzo +85%, raddoppio tra gli ultra75enni

Quasi l’85% di morti in più nel mese di marzo appena concluso, rispetto alla media dei cinque anni precedenti nel Novarese. E tra chi ha oltre 75 anni siamo quasi al doppio di decessi. I grandi comuni più colpiti sono Cerano (morti triplicati), Cameri, Romentino e Oleggio (oltre il raddoppio). È questo, probabilmente, l’effetto Covid, diretto e indiretto, sul nostro territorio.

Il dato si rileva dal secondo rapporto dell’Istat “I decessi del 2020”, con dati rilevati alle anagrafi di 1450 comuni del sistema ANPR (una sorta di “certificazione” di anagrafe efficiente), tra cui 19 novaresi. Quindi, spiega l’Istat “non un campione rappresentativo, ma solo un sottoinsieme meritevole di attenzione” e comprendente centri che hanno fatto registrare oltre il 20% di decessi nel periodo.

 

[the_ad id=”62649″]

 

Per la nostra provincia comprende 9 dei 14 centri con più di 5mila abitanti e rappresenta quasi il 57% della popolazione. C’è Novara (mancava nella prima rilevazione), poi Trecate, Oleggio, Cameri ed anche Bellinzago, Cerano, Romentino e Gozzano, per stare ai maggiori tra cui invece mancano Borgomanero, Galliate, Arona e Castelletto.

Dunque un insieme significativo da cui si rileva, complessivamente, che dall’1 al 31 marzo i morti sono stati 344 contro la media di 185 dei cinque anni precedenti, per un incremento di 158 persone decedute. Si tenga conto che, al 31 marzo, il Bollettino della Regione Piemonte indicava 108 deceduti per Covid19 in tutta la provincia: fatti i dovuti rapporti (pur non statisticamente plausibili) i morti “ufficiali” per contagio sembrano essere molto meno della metà dell’incremento di morti rilevati alle anagrafi.

In ogni caso l’incremento dei dati anagrafici e il raffronto con il dato ufficiale dei morti per Covid (sottolineato dall’Istat stesso) definiscono un quadro drammatico sull’intero territorio provinciale e che continua ad incrementarsi.

Chi sono le persone più colpite? A livello di Nord Italia l’Istat rileva che “per gli uomini si osserva un incremento dei decessi del 163% a fronte del 102% per le donne, nella classe di età 75 e più”. Il novarese è sullo stesso trend. Nel complesso dei 19 comuni l’incremento di morti tra i maschi (188 su 85,2) è del 120,7% mentre per le femmine (156 su 100,8) è del 54,8%. Tra gli ultra75enni i morti sono quasi raddoppiati con un +96,1% rispetto agli anni precedenti, in numeri 278 morti (contro 141,8 della media 2015-19), di cui 142 maschi (+85) e 136 femmine (+51) che, tradotto in termini di incremento dei decessi, significa +148,3% per i maschi e +60,8% per le femmine. Guardando agli ultra65enni i decessi sono 313 (+146) di cui 166 maschi (+93) e 147 femmine (+53); in percentuale l’incremento complessivo è dell’87,6%, ma quello dei maschi è del 126,8% e delle femmine del 57,1%.

NEI DIVERSI COMUNI

E nei diversi comuni? Novara mostra un incremento generale sotto la media (+66,0%) ma sempre con una forte accentuazione per i maschi (+112,0%) rispetto alle femmine (+29,6%). In termini numerici 163 morti il mese scorso (92 maschi, 71 femmine) contro la media 2015-2019 di 98,2 morti (43,4 maschi e 54,8 femmine). Tra gli ultra75enni si contano 133 morti (+76%) con un incremento del 138,3% per gli uomini e 34,8% per le donne.

Ancor più sotto la media è Trecate (21 morti contro il dato medio precedente di 14,6) per un incremento del 43,8%. In altri grandi centri dell’Ovest Ticino si contano invece cifre molto più drammatiche. A Cerano il numero dei morti è più che triplicato (14 contro 4,4, cioè +218,2%) e a Cameri risulta oltre 2 volte e mezza (21 contro 7,8 cioè +169,2%), poco più che a Romentino (10 contro 4, +150%). Oltre il raddoppio dei decessi è Oleggio (26 contro i 12 precedenti, +116,7%) mentre sotto la media provinciale sono Bellinzago (12 a fronte di 7,4 per un +62,2%) e Borgo Ticino (5 su 3,2 che è +56,3%). Dato più basso a Gozzano con il +25%.

Nei centri minori, dove comunque i numeri rilevati sono più bassi, si registrano incrementi da record: a San Pietro Mosezzo +337,5% (7 su 1,4), a Fara +263,6% (8 su 2,2) e a Ghemme +215,8% (12 morti contro la media 15-19 di 3,8). Del resto comuni della fascia novarese del Sesia, compreso Biandrate, sono tra quelli che si segnalano in provincia con il maggior numero di casi di contagio in rapporto alla popolazione. A conferma, tra la popolazione con oltre 75 anni, si registra più del quadruplo di morti a Fara, Ghemme e San Pietro Mosezzo, mentre Cerano è ben oltre il triplo.

Un dato doloroso che però non stupisce rispetto a quanto registrato in Lombardia dove, rivela ancora l’Istat, “in 33 comuni di piccole dimensioni i decessi di marzo sono aumentati di oltre dieci volte rispetto alla media dello stesso periodo 2015-2019”.

DECESSI PER QUALUNQUE CAUSA, MA…

L’istituto di statistica tiene infine a sottolineare: “ciò che viene reso disponibile oggi dall’Istat si riferisce dunque ai decessi per qualunque causa (non solo per Coronavirus)”. Tuttavia occorre considerare che, se non si tratta di morti tutte dopo infezione per Covid19, molti decessi sono purtroppo ascrivibili al Covid come causa indiretta, avendo l’epidemia fortemente stressato il sistema sanitario.

A spiegarlo è il biologo Enrico Bucci (docente alla Temple University di Filadelfia, Usa) in una intervista al Corriere della Sera in cui si parla di “vittime collaterali”. «La mortalità maggiore per il virus non è dovuta solo alla sua letalità, ma al fatto che nelle regioni dove l’epidemia è esplosa è andato in tilt il sistema sanitario – ha affermato -. Il problema è che gli effetti della saturazione sanitaria rischiano di essere letali quanto e più del virus stesso. Perché se esaurisci le ambulanze per portare tutti i malati di Covid-19 all’ospedale, poi non hai quelle che ti servono per chi ha avuto un infarto».

Articolo correlato: A marzo nel novarese l’89% di decessi in più

 

© 2020-2024 La Voce di Novara
Riproduzione Riservata

Picture of Antonio Maio

Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.