Durante un controllo nella sua abitazione, risalente a diversi anni fa, gli avevano sequestrato due pistole con la matricola abrasa e in più diverse munizioni. Il tutto senza averne denunciato il possesso. E poi i carabinieri avevano trovato vari oggetti, quasi tutti materiali per così dire «hi-tech», di sospetta provenienza: navigatori satellitari, autoradio, cellulari di ultima generazione, un paio di fotocamere digitali.
Per quella perquisizione, datata 21 maggio 2015, l’uomo, L.Z., 65enne residente a Novara, è stato condannato con sentenza definitiva a 2 anni e 11 mesi di reclusione e 875 euro di multa per ricettazione di armi clandestine e di un’autoradio WC, l’unico oggetto fra i molti presenti nella casa per i quali era stata trovata una denuncia di furto risalente ai giorni precedenti. Prescritto il reato di omessa denuncia delle armi all’autorità. Non era stata dimostrata invece la ricettazione di tutto il resto del materiale recuperato nella sua abitazione.
Ascoltato in aula l’imputato aveva fornito delle giustificazioni che, secondo l’accusa, erano senza possibilità di riscontro; aveva sostenuto di averle acquistate da terzi, ma è rimasto il fatto che fossero prive di matricola e che l’imputato non aveva titoli abilitativi alla detenzione. In ogni caso quelle armi dovevano essere denunciate all’autorità. Gran parte del materiale, sequestrato e poi trasmesso alla Direzione provinciale di artiglieria, era stato trovato in una scatola nascosta dentro a un armadio.