Nathalie Pisano è il nuovo garante dei detenuti cittadino. Novarese, 52 anni, già esponente del Partito Radicale poi iscritta al Pd, nel 2011 aveva partecipato alle primarie del centro sinistra che poi avevano indicato Andre Ballarè come candidato sindaco. Attualmente si occupa di progetti regionali per Ipla, l’Istituto per le piante da legno e l’ambiente.
Dopo le dimissioni lo scorso anno di don Dino Campiotti, che ricopriva il ruolo dal 2017, a novembre il Comune aveva pubblicato il bando a cui avevano partecipato due candidate: Pisano è stata nominata ufficialmente durante l’ultimo consiglio comunale del 22 febbraio con l’unanimità dei voti.
«Quella di don Dino è un’eredità importante: assumo questo compito sociale e in modo gratuito, spero di assolverlo nel modo migliore. Ringrazio anche i consiglieri per avere avuto fiducia in me – esordisce Pisano, insediata da pochi giorni -. Conosco il carcere di Novara da vent’anni e come referente dei Radicali e mi sono sempre occupata di diritti. Ho anche fatto parte del direttivo “Amici della casa circondariale” e con loro abbiamo avviato raccolte fondi per la realizzazione della tensostruttura che ancora oggi viene usata per i momenti ricreativi e, grazie a una rete di soggetti, l’abbiamo dotato di riscaldamento, oltre a costruire la pista atletica e il campo da calcio».
Dopo l’incontro di lunedì con la direzione, il sindaco e l’assessore ai Servizi sociali, Pisano ha raccolto alcune delle esigenze prioritarie. «Le criticità sono sempre le stesse – prosegue -. La vecchia palazzina, che ormai cade a pezzi, potrebbe essere riutilizzata per i servizi medici. Poi mancano spazi di aggregazione ed è fondamentale un servizio di psichiatria. In Piemonte c’è un presidio e si discute se raddoppiarlo a Novara: se ne parla da tempo, speriamo di riuscire a concretizzare. Almeno per ora non ci sono problemi di sovraffollamento».
Per quanto riguarda l’aspetto sociale «si deve continuare con la buona prassi fatta finora, grazie all’instancabile lavoro dell’educatore, fortunatamente da qualche settimana sono in due – continua Il garante ha la funzione di coordinamento tra i vari soggetti del mondo carcerario, compresa la Camera penale. Due sono i punti su cui bisogna insistere: aprire la casa circondariale verso la città con progetti che coinvolgano anche le associazioni che si occupano ad esempio di sport o diritti civili, iniziative in parte già avviate, e creare percorsi di avviamento al lavoro per i detenuti che un giorno si troveranno di nuovo nella società. Per fare questo, sarà necessaria un’importante opera di sensibilizzazione».
Soddisfatto della nomina anche il garante regionale, Bruno Mellano: «Con la nomina di Novara torna completo il quadro dei Garanti piemontesi: siamo l’unica regione in Italia ad avere una figura di Garanzia dei diritti delle persone private della libertà in ciascuna delle 12 città che ospitano un carcere. Ricordo però che non ci occupiamo solo di detenuti e l’esperienza del Coordinamento regionale e della Conferenza nazionale ci offre la possibilità di tentare davvero di essere utili alla comunità penitenziaria, che è fatta di ristretti e di operatori e alla società libera».