Il problema dei rifiuti in città? Ecco cosa pensa il presidente di Assa Novara

Yari Negri commenta le lamentele di chi continua a percepire una città sporca. E fa un bilancio sulla tariffa puntuale

Cestini da passeggio che traboccano, se non addirittura intasati da sacchi di immondizia, per una città che appare decisamente più sporca. Questa è la percezione avvertita da molti novaresi, in centro come nei quartieri più periferici. Le lamentele, che giungono periodicamente anche alle orecchie dell’amministrazione comunale e ai vertici di Assa, l’azienda ambientale addetta al recupero e allo smaltimento dei rifiuti, non possono essere ignorate: «Siamo consapevoli che il problema esiste – ammette il presidente Yari Negri – nonostante i numeri della raccolta differenziata (73,81% il dato aggiornato a giovedì 17 novembre, ndr), ci collochino come sempre abbondantemente al di sopra degli obiettivi nazionali e regionali».


Per Negri in ogni caso la situazione cestini è costantemente monitorata: «Nei mesi estivi, quando la gente esce di casa molto di più, si registra un aumento di questo genere di rifiuti. Anche per questo, oltre al centro storico dove gli addetti provvedono a svuotarli ogni giorno, abbiamo portato a tre il numero dei “passaggi” settimanali, incluso il weekend, nel resto della città. Questo servizio si è concluso lo scorso 31 ottobre. Ora vedremo la differenza. Se avremo modo di constatare che il terzo passaggio serve lo rimetteremo immediatamente, anche se per l’azienda comporterà uno sforzo finanziario non indifferente perché vorrà dire fare girare per Novara i nostri addetti a scacchiera nelle giornate di sabato e domenica».

Sempre negli scorsi mesi diversi commercianti si erano lamentati della mancanza di un adeguato numero di cestini, ma su questo Negri è stato categorico: «In base alle indicazioni di Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente, ndr), che li quantifica in proporzione agli abitanti, il totale è superiore di un terzo. I cestini non mancano, in centro come altrove. Si può parlare di una diversa dislocazione e da questo punto di vista stiamo ragionando. Lo spostamento di un cestino può anche essere preso in considerazione, ma non il numero».


Il presidente ha poi toccato il tema della “tariffa puntuale”, ricordando che all’epoca dell’introduzione di questa sperimentazione «uno dei timori era quello che proprio i cestini sarebbero stati utilizzati da chi avrebbe voluto in qualche modo sottrarsi al pagamento. Devo però dire che i quartieri più critici sono quelli dove questa opportunità non è stata ancora introdotta, come San Martino, Sacro Cuore, Ovest, per non parlare del centro. Nel suo insieme si tratta di un fenomeno che deve essere combattuto, come quello che riguarda chi lascia in strada di mobili e tanto altro. Noi continueremo a fare del nostro meglio, ma per i cestini il vero problema riguarda il fenomeno del micro abbandono. Ma non si può certo mettere un vigile a guardia di ogni cestino».

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Per Negri in ogni caso la situazione cestini è costantemente monitorata: «Nei mesi estivi, quando la gente esce di casa molto di più, si registra un aumento di questo genere di rifiuti. Anche per questo, oltre al centro storico dove gli addetti provvedono a svuotarli ogni giorno, abbiamo portato a tre il numero dei “passaggi” settimanali, incluso il weekend, nel resto della città. Questo servizio si è concluso lo scorso 31 ottobre. Ora vedremo la differenza. Se avremo modo di constatare che il terzo passaggio serve lo rimetteremo immediatamente, anche se per l’azienda comporterà uno sforzo finanziario non indifferente perché vorrà dire fare girare per Novara i nostri addetti a scacchiera nelle giornate di sabato e domenica».

Sempre negli scorsi mesi diversi commercianti si erano lamentati della mancanza di un adeguato numero di cestini, ma su questo Negri è stato categorico: «In base alle indicazioni di Arera (l’Autorità di regolazione per l’energia reti e ambiente, ndr), che li quantifica in proporzione agli abitanti, il totale è superiore di un terzo. I cestini non mancano, in centro come altrove. Si può parlare di una diversa dislocazione e da questo punto di vista stiamo ragionando. Lo spostamento di un cestino può anche essere preso in considerazione, ma non il numero».


Il presidente ha poi toccato il tema della “tariffa puntuale”, ricordando che all’epoca dell’introduzione di questa sperimentazione «uno dei timori era quello che proprio i cestini sarebbero stati utilizzati da chi avrebbe voluto in qualche modo sottrarsi al pagamento. Devo però dire che i quartieri più critici sono quelli dove questa opportunità non è stata ancora introdotta, come San Martino, Sacro Cuore, Ovest, per non parlare del centro. Nel suo insieme si tratta di un fenomeno che deve essere combattuto, come quello che riguarda chi lascia in strada di mobili e tanto altro. Noi continueremo a fare del nostro meglio, ma per i cestini il vero problema riguarda il fenomeno del micro abbandono. Ma non si può certo mettere un vigile a guardia di ogni cestino».

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