Nervi: due ingressi nuovi bloccati dalle aule inagibili. Oltre al danno la beffa per gli studenti dell’istituto per geometri di Novara, che hanno iniziato l’anno scolastico con due aule in meno (situate al primo piano) e due ingressi sottostanti inutilizzabili, che erano stati sistemati la scorsa primavera. Continua, dunque, il viaggio de La Voce fra gli istituti superiori di Novara all’inizio del nuovo anno scolastico. Anno su cui sia il ministro dell’Istruzione Bianchi sia il presidente della Regione Alberto Cirio hanno lanciato parole di speranza perché avvenga in presenza, ma negli istituti superiori di Novara i dirigenti scolastici devono fare i conti con il bisogno di spazi, legato sia alle misure anti Covid sia all’aumento di iscritti.
«A giugno abbiamo segnalato alla Provincia la presenza di crepe all’interno di due aule del primo piano – spiega il dirigente scolastico del Nervi Leonardo Brunetto – Inizialmente sono state collocate delle transenne, ora invece l’area sottostante è stata recintata per maggiore sicurezza». Quando partitranno gli interventi di sistemazione? «Ho parlato con un funzionario della Provincia, il quale mi ha assicurato che sono già stati affidati alla ditta, ma al momento è necessario dare priorità al Carlo Alberto. In teoria dovrebbero partire quanto prima, ma di fatto non ho ricevuto comunicazioni su una data precisa».
Questi i contraccolpi legati alla situazione: «I ragazzi del triennio entrano a scuola da via San Bernardino da Siena, mentre quelli del biennio utilizzano l’ingresso da via Bonomelli e attraversano il cortile posteriore per accedere all’istituto». Non solo, a causa delle due aule inagibili «una classe non ha un’aula tutta per sé, per cui ci siamo organizzati secondo il principio di rotazione sui laboratori».
Metodo, questo, che «viene già utilizzato normalmente all’Ipsia Bellini – Brunetto è dirigente anche di questo secondo istituto – dove disponiamo di 19 aule per 32 classi. Per capirci, i ragazzi fanno ad esempio la lezione d’italiano in un’aula e poi si spostano nei vari laboratori, in base alla materia e all’indirizzo di studi».
Il bisogno di spazi appare, dunque, un’esigenza diffusa e non emersa soltanto con lo scoppio della pandemia. «Negli ultimi due anni, da quando ho preso servizio a Novara, le due scuole che dirigo hanno visto aumentare il numero degli iscritti – spiega Brunetto – Al Bellini siamo passati da 610 a 670 ragazzi, e da 430 a 500 al Nervi. Se in quest’ultimo istituto il trend crescesse ulteriormente il prossimo anno non potremo più concedere le aule del 4° piano al Ravizza, che sinora abbiamo dato volentieri. Non conosco la situazione in dettaglio degli altri istituti superiori, ma so che l’aumento di iscritti è un fenomeno diffuso, sicuramente legato al fatto che ogni scuola propone una propria offerta formativa. Questo, almeno nei miei due istituti, ci ha resi più interessanti anche agli occhi di ragazzi che provengono dalle vicine province di Pavia e Varese. E questo fenomeno potrebbe ulteriormente amplificarsi se si riuscirà a fondare la facoltà universitaria per Geometri laureati, di cui abbiamo iniziato a parlare sia con la Provincia che con il Collegio dei geometri. Ma, anche alla luce del mio recente arrivo in questo territorio, non mi sento di criticare nessuno. Che in generale ci sia un bisogno di nuovi spazi è innegabile, ma le scuole e le aule nuove non nascono dall’oggi al domani».
Nel frattempo «utilizziamo quella capacità di adattamento che solo in Italia sappiamo avere. Gli studenti del Bellini l’anno scorso hanno dovuto convivere con un cantiere importante, per lavori da 1,5 milioni di euro, ma ora hanno una scuola che è quasi un paradiso. E al Nervi abbiamo anche in corso il rifacimento dell’ultimo dei sei bagni (l’impresa ha lavorato tutta l’estate e ne ha completati cinque), ma alla fine dei lavori i ragazzi avranno un bagno nuovo», conclude Brunetto.
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