Nigeriana residente a Novara uccisa a Rho, 18 anni all’ex fidanzato

L'operaio ghanese di 35 anni, George Kyeremeh, era accusato di aver ucciso e derubato l’ex fidanzata Blessing Tunde, giovane nigeriana che abitava in corso Milano e che si spostava a Rho dove incontrava clienti a pagamento

Diciotto anni di carcere, come chiesto dal pm. E’ la pena inflitta oggi da gup di Milano a George Kyeremeh, l’operaio ghanese di 35 anni accusato di aver ucciso e derubato l’ex fidanzata Blessing Tunde, giovane nigeriana che abitava a Novara in corso Milano e che si spostava diverse ore della giornata a Rho, dove incontrava clienti a pagamento. Proprio nelle campagne di Rho, nel maggio dello scorso anno, si era consumato il delitto.

La condanna, per i reati di omicidio volontario e rapina, tiene conto dello sconto di un terzo previsto per il rito abbreviato, mentre non è stato in alcun modo considerato il vizio di mente sollevato dalla difesa dell’imputato. Una perizia affidata dal giudice l’ha ritenuto infatti pienamente capace di intendere e volere e di stare in giudizio.

L’autore dell’efferato delitto – la vittima era stata strangolata con un nastro di colore rosa annodato per due volte attorno al collo e alla parrucca fatta di trecce che indossava abitualmente – era stato subito identificato dai carabinieri. Due giorni dopo il ritrovamento del cadavere, avvenuto il 12 maggio nella zona di Mazzo di Rho, era stato interrogato a lungo e alla fine aveva confessato: ad incastrarlo, in particolare, le telecamere delle fabbriche vicine, che avevano ripreso un incontro dell’uomo con la ex. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, fra i due la relazione era finita da circa un mese, probabilmente per volontà della ragazza stanca di subire, così hanno riferito alcuni testimoni, la gelosia morbosa del compagno e continue violenze fra le mura domestiche, anche nell’appartamento che i due condividevano a Trecate. Lui non si era però arreso e aveva provato a riallacciare i rapporti. Almeno fino al 3 maggio, il giorno in cui, secondo la procura di Milano, sarebbe avvenuto l’omicidio.

Blessing, 25 anni, era arrivata in Italia nel 2017 dopo un giro in altri Paesi europei. A Novara in tempi più recenti. Presentandosi come richiedente asilo, la sua posizione era stata vagliata, tanto da ottenere anche regolari documenti di soggiorno. Il suo sogno, come raccontato ai volontari di un’associazione novarese che segue gli immigrati e i richiedenti asilo, era di «studiare e poi trovare un lavoro». Ma dopo quell’unico contatto con istituzioni e associazioni, nessuno aveva avuto più contatti o informazioni su di lei.

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L’operaio ghanese di 35 anni, George Kyeremeh, era accusato di aver ucciso e derubato l’ex fidanzata Blessing Tunde, giovane nigeriana che abitava in corso Milano e che si spostava a Rho dove incontrava clienti a pagamento

Diciotto anni di carcere, come chiesto dal pm. E’ la pena inflitta oggi da gup di Milano a George Kyeremeh, l’operaio ghanese di 35 anni accusato di aver ucciso e derubato l’ex fidanzata Blessing Tunde, giovane nigeriana che abitava a Novara in corso Milano e che si spostava diverse ore della giornata a Rho, dove incontrava clienti a pagamento. Proprio nelle campagne di Rho, nel maggio dello scorso anno, si era consumato il delitto.

La condanna, per i reati di omicidio volontario e rapina, tiene conto dello sconto di un terzo previsto per il rito abbreviato, mentre non è stato in alcun modo considerato il vizio di mente sollevato dalla difesa dell’imputato. Una perizia affidata dal giudice l’ha ritenuto infatti pienamente capace di intendere e volere e di stare in giudizio.

L’autore dell’efferato delitto – la vittima era stata strangolata con un nastro di colore rosa annodato per due volte attorno al collo e alla parrucca fatta di trecce che indossava abitualmente – era stato subito identificato dai carabinieri. Due giorni dopo il ritrovamento del cadavere, avvenuto il 12 maggio nella zona di Mazzo di Rho, era stato interrogato a lungo e alla fine aveva confessato: ad incastrarlo, in particolare, le telecamere delle fabbriche vicine, che avevano ripreso un incontro dell’uomo con la ex. In base a quanto ricostruito dagli investigatori, fra i due la relazione era finita da circa un mese, probabilmente per volontà della ragazza stanca di subire, così hanno riferito alcuni testimoni, la gelosia morbosa del compagno e continue violenze fra le mura domestiche, anche nell’appartamento che i due condividevano a Trecate. Lui non si era però arreso e aveva provato a riallacciare i rapporti. Almeno fino al 3 maggio, il giorno in cui, secondo la procura di Milano, sarebbe avvenuto l’omicidio.

Blessing, 25 anni, era arrivata in Italia nel 2017 dopo un giro in altri Paesi europei. A Novara in tempi più recenti. Presentandosi come richiedente asilo, la sua posizione era stata vagliata, tanto da ottenere anche regolari documenti di soggiorno. Il suo sogno, come raccontato ai volontari di un’associazione novarese che segue gli immigrati e i richiedenti asilo, era di «studiare e poi trovare un lavoro». Ma dopo quell’unico contatto con istituzioni e associazioni, nessuno aveva avuto più contatti o informazioni su di lei.

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