«Noi giostrai vittime due volte: in balia dei Dpcm e dei Comuni». Quello di febbraio è un mese molto particolare per tante realtà, «una data molto triste»: un anno fa si fermavano tantissime attività causa Covid, fra queste il mondo dei giostrai. A fare il punto della situazione è il novarese Roberto Claudi.
«Il livello di disperazione di tutti noi è davvero pesante, – dice – sono alla guida di un gruppo sui social che si chiama “Difendiamo il luna park” e molti colleghi mi scrivono ogni giorno: c’è chi non farà più il giostraio mettendo fine a una storia che non si è interrotta neanche durante le guerre, c’è chi aveva pochi giochi e li ha venduti a basso costo per poter mangiare.
La gente è demoralizzata. Siamo in una situazione di disastro sociale». I giostrai sono «vittime due volte di questa situazione: prima dobbiamo aspettare i Dpcm, poi abbiamo a che fare con Comuni poco coraggiosi, – spiega Claudi – noi questa estate avremmo potuto lavorare ma alcuni sindaci ci hanno fermato. Questo è un enorme problema perché in quei mesi i nostri codici Ateco non erano fermi, noi per lo Stato avremmo potuto lavorare tranquillamente, per cui è diventato un problema nostro. Per lo meno adesso siamo nella categoria di lavoratori fermi».
Claudi con il suo parco giochi ha coperto in una estate intera solo quattro piazze: «Siamo stati a Vercelli, Trino Vercellese, Vigevano e Robbio. La quinta piazza sarebbe stata il Luna park delle streghe ma il Dpcm ci ha bloccato ancora e questa attività, insieme a quella del Tredicino è una delle più costose per noi».
Attendere è ciò che i giostrai possono fare: «Sembra che dopo il 5 marzo cambierà qualcosa, inizieremo poi eventualmente la nostra battaglia con i comuni».