Caritas: «Non è momento di fare tante domande. Aiutiamo chi ha bisogno»

«Non è momento di fare tante domande. Aiutiamo chi ha bisogno. Non stiamo facendo uno screening, anche per rispettare i protocolli in vigore. Un pacco alimentare non si nega a nessuno, se qualcuno è in difficoltà noi lo aiutiamo». Sono le parole di don Giorgio Borroni, il direttore della Caritas diocesana, che spiega come in questo periodo di emergenza sanitaria Caritas stia cercando di svolgere le mansioni ordinarie, pur con qualche difficoltà nei vari centri di ascolto. «Basta una persona risultata positiva o anche a casa in quarantena e un centro di ascolto si trova in difficoltà nella gestione, è capitato, ma facciamo il possibile, – dice don Giorgio – i nostri centri servono proprio per questo: per smistare le richieste di aiuto che giungono direttamente a noi, di persone residenti in città».

 

 

Oltre all’ordinario però c’è tanto altro. «Ci sono famiglie costrette in quarantena, oppure casi particolari come possono essere giostrai, ambulanti, bloccati in qualche parte della e che chiedono un supporto, – spiega don Giorgio – in questo caso sono aiuti che vengono chiesti al Settore servizi sociali e con loro e anche con Croce rossa è nata una grande macchina collaborativa. Il settore prende in carico le richieste, noi come Caritas prepariamo il materiale necessario e Croce rossa pensa alla distribuzione. E’ una sinergia importante, che richiede continui confronti e aggiornamenti».

E poi ci sono le mense: «Alla Comunità di Sant’Egidio i pasti cono consumati in presenza, è un valore aggiunto importante, – spiega don Giorgio – offrire un posto caldo, una sedia, un tavolo, è un segnale forte. Al Sacro cuore per pranzo e dai frati per cena i pasti sono consegnati con asporto, le restrizioni sono davvero tante, ma si aiuta in ogni caso».

Secondo don Giorgio Caritas ha risentito molto più della prima ondata di emergenza, «ora ci troviamo di fronte a un protrarsi della situazione». E ciò che il direttore teme è un grosso problema sociale, destinato a manifestarsi fra qualche tempo: «Al momento determinati aiuti, anche da parte dello Stato, stanno mettendo delle pezze a una situazione che con il tempo sarà problematica e che dobbiamo sperare non sfoci in una protesta sociale. Ora la situazione di emergenza ha giustamente il sopravvento, ma quando la situazione sarà più distesa, anche se sappiamo che non sarà domani o  tra una settimana, ma ci vorrà molto tempo, e gli aiuti verranno meno, quando si parlerà di cassa integrazione, di interruzione di licenziamenti, allora qualcuno avrà davvero bisogno di aiuto. Dovremo essere pronti a sostenere le famiglie, a fare continue verifiche, a supportare».

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«Non è momento di fare tante domande. Aiutiamo chi ha bisogno. Non stiamo facendo uno screening, anche per rispettare i protocolli in vigore. Un pacco alimentare non si nega a nessuno, se qualcuno è in difficoltà noi lo aiutiamo». Sono le parole di don Giorgio Borroni, il direttore della Caritas diocesana, che spiega come in questo periodo di emergenza sanitaria Caritas stia cercando di svolgere le mansioni ordinarie, pur con qualche difficoltà nei vari centri di ascolto. «Basta una persona risultata positiva o anche a casa in quarantena e un centro di ascolto si trova in difficoltà nella gestione, è capitato, ma facciamo il possibile, - dice don Giorgio – i nostri centri servono proprio per questo: per smistare le richieste di aiuto che giungono direttamente a noi, di persone residenti in città».     Oltre all’ordinario però c’è tanto altro. «Ci sono famiglie costrette in quarantena, oppure casi particolari come possono essere giostrai, ambulanti, bloccati in qualche parte della e che chiedono un supporto, - spiega don Giorgio – in questo caso sono aiuti che vengono chiesti al Settore servizi sociali e con loro e anche con Croce rossa è nata una grande macchina collaborativa. Il settore prende in carico le richieste, noi come Caritas prepariamo il materiale necessario e Croce rossa pensa alla distribuzione. E’ una sinergia importante, che richiede continui confronti e aggiornamenti». E poi ci sono le mense: «Alla Comunità di Sant’Egidio i pasti cono consumati in presenza, è un valore aggiunto importante, - spiega don Giorgio – offrire un posto caldo, una sedia, un tavolo, è un segnale forte. Al Sacro cuore per pranzo e dai frati per cena i pasti sono consegnati con asporto, le restrizioni sono davvero tante, ma si aiuta in ogni caso». Secondo don Giorgio Caritas ha risentito molto più della prima ondata di emergenza, «ora ci troviamo di fronte a un protrarsi della situazione». E ciò che il direttore teme è un grosso problema sociale, destinato a manifestarsi fra qualche tempo: «Al momento determinati aiuti, anche da parte dello Stato, stanno mettendo delle pezze a una situazione che con il tempo sarà problematica e che dobbiamo sperare non sfoci in una protesta sociale. Ora la situazione di emergenza ha giustamente il sopravvento, ma quando la situazione sarà più distesa, anche se sappiamo che non sarà domani o  tra una settimana, ma ci vorrà molto tempo, e gli aiuti verranno meno, quando si parlerà di cassa integrazione, di interruzione di licenziamenti, allora qualcuno avrà davvero bisogno di aiuto. Dovremo essere pronti a sostenere le famiglie, a fare continue verifiche, a supportare».

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