«Non resteremo in serie C. C’è attenzione alla Cittadella dello sport»

La nuova proprietà del Novara Calcio si è presentata ieri a Novarello. Soci e dirigenti erano tutti seduti al tavolo. Si è parlato di squadra, mercato, settore giovanile

La nuova era del Novara Calcio è cominciata. Ieri, venerdì 4 giugno, a Novarello, alla presentazione alla stampa c’erano tutti, soci e dirigenti, a parlare di progetto, futuro, visione per una realtà che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé. Pragmatico il nuovo patron, Leonardo Pavanati, che ha acquisito l’80% delle quote societarie da Maurizio Rullo: «Non abbiamo grandi proclami da fare: non siamo uomini di spettacolo ma uomini di impresa, ognuno nelle rispettive mansioni. Abbiamo in mente un determinato progetto, abbiamo intenzione di cominciare dall’equilibrio. Ogni tipo di impresa di calcio ha bisogno di basarsi su fondamenti essenziali: equilibrio finanziario, prospettive, interesse comune con un tentativo di scalata verso piani superiori. L’obiettivo per il Novara non è di rimanere in serie C. Siamo una società aperta al confronto e che ha intenzione di far vivere quello che è il nostro progetto alla comunità e agli organi competenti».

E poi ha dichiarato: «Negli ultimi nove anni ho visto il 90% dei bilanci di squadre di serie B e C, ricercando qualcosa che fosse adeguato a noi, e noi giustificati per quella squadra. La trattativa con il Pescara non è andata a buon fine perché erano necessari troppi soldi rispetto a quelli che avrei potuto pensare di impegnare: se voi mi chiedete per domani mattina 50 milioni di euro di garanzie, io ammetto di non riuscire a farlo».

Il vice presidente della società, Umberto Inverso, è stato presentato dallo stesso Pavanati come «una colonna essenziale per darci l’equilibrio che tanto cerchiamo per ottenere un prodotto di qualità. Ha lavorato per diversi anni con uno dei più grossi gruppi bancari europei, è nel Cda di diversi fondi di investimento, da sempre ha sostenuto l’ambito del calcio dal punto di vista finanziario». Ha esordito Inverso: «Ho accettato questa proposta perché conosco bancariamente la linearità operativa di questa azienda, so bene quanto siano attenti al lato economico che gestiscono in altri settori. Ho anche cercato di dissuaderli, perché il calcio ha le sua pericolosità. Ci vuole anche la passione, ma non si può non guardare agli aspetti economici che devono andare a braccetto con quelli di natura sportiva. Lo facciamo in una piazza dove ci sono presupposti che consentono determinati progetti. Novara è sicuramente in tal senso: ha visto la serie A, ha sempre giocato a livello professionistico, vive un momento con una categoria più contenuta ma ha la giusta aspettativa per guardare livelli superiori. Qui non ci sono debiti extra bilancio, cosa che invece abbiamo trovato in altre piazze».

Inverso ha poi passato la parola a Fabrizio Lisi, generale della Guardia di Finanza: «È la prima volta nella storia che un generale diventa presidente di un club». Ha proseguito Lisi: «Grazie a questa città nobile e alle istituzioni per avere avuto la pazienza aspettarci; siamo apparsi un po’ silenziosi, ma volevamo essere sicuri di poter prestare le nostre esperienze a questo progetto. Abbiamo lavoraro in silenzio, l’abbiamo fatto guardando bene le carte. Ci stiamo facendo un’idea e penso che la porteremo avanti con grande determinazione. Assumiamo questo impegno in un periodo difficile: abbiamo bisogno di vedere la gente sorridere, tornare allo stadio. Questo è uno sport per chi lo dirige, chi lo gioca e chi lo guarda».

La compagine societaria

Durante la conferenza stampa è stato chiarito che la maggioranza delle quote fa capo alla A&G Real Estate spa «una società – ha detto Pavanati – con azionisti nella maggior parte dei casi riconducibili a me e al mio socio, Marco Bonanno. Lavoriamo nel settore immobiliare di lusso, in Costa Azzurra stiamo costruendo la villa di Bono Vox, ma la maggior parte de nostri clienti preferisce restare nell’anonimato».

Ha specificato meglio Inverso: «La A&G ha delle diversificazioni societarie: Bonanno è proprietario del marchio Franciacorta e di Merzario trasporti, poi c’è un’altra società di natura tecnologica. A&G è una holding con all’interno attività in settori merceologici che insieme concorrono a fare un certo tipo di margine e fatturato. A chi ci chiede “Ma chi ve lo fa fare di prendervi in carico una società con qualche segno negativo?” rispondiamo: bisogna evitare gli sprechi e impostare il lavoro enfatizzando le realtà locali, sponsor, settore giovanile, valorizzando gli aspetti che possono portare a redditività di sistema non disdegnando l’aspetto passionale».

Squadra, mercato, settore giovanile

Il direttore generale e mental coach, Roberto Civitarese, ha spiegato che «sarà fatta la scelta di calciatori con un certo identikit, ma se questi sono già in rosa, ben volentieri li terremo. La rosa non è completa, ci sono giocatori in scadenza e altri che rientrano alla base, faremo delle scelte. La squadra non sarà smantellata. Ho iniziato a fare un lavoro di verifica delle risorse che devono avere queste caratteristiche: professionalità, uno storico e prospettive per il futuro. Il mercato del Novara sarà rapidissimo: con il ritiro precampionato avremo già la squadra al completo».

Sul settore giovanile: «È una risorsa fondamentale perché pensiamo che i calciatori debbano essere formati in casa in modo da costruire mentalità e identità tecnica. Il Novara ha una struttura di primissimo ordine a livello europeo, lo dicono persone molto più autorevoli di me».

La Cittadella dello sport

«Ho dato un’occhiata al comparto immobiliare della città, d’altronde questa è la nostra attività primaria – ha affermato Pavanati -. Sono venuto a conoscenza della Cittadella dello sport dopo aver manifestato l’interesse per la squadra. È un discorso interessante, ma prima bisogna mettere le basi, parlare con l’amministrazione comunale. Se ci saranno i presupposti per avvicinarci a questo progetto lo faremo».

Il restante 20% delle quote resta in mano a Massimo De Salvo, ieri rappresenato dall’ex dg Roberto Nespoli: «Questa città preferisce sentire parlare le persone quando hanno qualcosa da dire. Siamo contenti di potervi supportare da un punto di vista di tifoseria e di azionariato societario».

A rappresentare l’amministrazione comunale, prima dell’incontro a Palazzo Cabrino tra la proprietà e il sindaco Alessandro Canelli, è stata l’assessore allo Sport, Marina Chiarelli: «Le società si vendono e si comprano ma la squadra è della città. È un patrimonio storico, ha avuto momenti gloriosi e rispecchia la trasparenza e assenza di scandali. Novara può apparire chiusa ma è capace di accogliere in maniera propositiva. I cambi societari vanno visti sempre come un bene, un rinnovamento. La città vi guarderà e osserverà cosa farete. Apprezzo la serietà del progetto e delle persone che lo porteranno avanti».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Non resteremo in serie C. C’è attenzione alla Cittadella dello sport»

La nuova proprietà del Novara Calcio si è presentata ieri a Novarello. Soci e dirigenti erano tutti seduti al tavolo. Si è parlato di squadra, mercato, settore giovanile

La nuova era del Novara Calcio è cominciata. Ieri, venerdì 4 giugno, a Novarello, alla presentazione alla stampa c’erano tutti, soci e dirigenti, a parlare di progetto, futuro, visione per una realtà che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé. Pragmatico il nuovo patron, Leonardo Pavanati, che ha acquisito l’80% delle quote societarie da Maurizio Rullo: «Non abbiamo grandi proclami da fare: non siamo uomini di spettacolo ma uomini di impresa, ognuno nelle rispettive mansioni. Abbiamo in mente un determinato progetto, abbiamo intenzione di cominciare dall’equilibrio. Ogni tipo di impresa di calcio ha bisogno di basarsi su fondamenti essenziali: equilibrio finanziario, prospettive, interesse comune con un tentativo di scalata verso piani superiori. L’obiettivo per il Novara non è di rimanere in serie C. Siamo una società aperta al confronto e che ha intenzione di far vivere quello che è il nostro progetto alla comunità e agli organi competenti».

E poi ha dichiarato: «Negli ultimi nove anni ho visto il 90% dei bilanci di squadre di serie B e C, ricercando qualcosa che fosse adeguato a noi, e noi giustificati per quella squadra. La trattativa con il Pescara non è andata a buon fine perché erano necessari troppi soldi rispetto a quelli che avrei potuto pensare di impegnare: se voi mi chiedete per domani mattina 50 milioni di euro di garanzie, io ammetto di non riuscire a farlo».

Il vice presidente della società, Umberto Inverso, è stato presentato dallo stesso Pavanati come «una colonna essenziale per darci l’equilibrio che tanto cerchiamo per ottenere un prodotto di qualità. Ha lavorato per diversi anni con uno dei più grossi gruppi bancari europei, è nel Cda di diversi fondi di investimento, da sempre ha sostenuto l’ambito del calcio dal punto di vista finanziario». Ha esordito Inverso: «Ho accettato questa proposta perché conosco bancariamente la linearità operativa di questa azienda, so bene quanto siano attenti al lato economico che gestiscono in altri settori. Ho anche cercato di dissuaderli, perché il calcio ha le sua pericolosità. Ci vuole anche la passione, ma non si può non guardare agli aspetti economici che devono andare a braccetto con quelli di natura sportiva. Lo facciamo in una piazza dove ci sono presupposti che consentono determinati progetti. Novara è sicuramente in tal senso: ha visto la serie A, ha sempre giocato a livello professionistico, vive un momento con una categoria più contenuta ma ha la giusta aspettativa per guardare livelli superiori. Qui non ci sono debiti extra bilancio, cosa che invece abbiamo trovato in altre piazze».

Inverso ha poi passato la parola a Fabrizio Lisi, generale della Guardia di Finanza: «È la prima volta nella storia che un generale diventa presidente di un club». Ha proseguito Lisi: «Grazie a questa città nobile e alle istituzioni per avere avuto la pazienza aspettarci; siamo apparsi un po’ silenziosi, ma volevamo essere sicuri di poter prestare le nostre esperienze a questo progetto. Abbiamo lavoraro in silenzio, l’abbiamo fatto guardando bene le carte. Ci stiamo facendo un’idea e penso che la porteremo avanti con grande determinazione. Assumiamo questo impegno in un periodo difficile: abbiamo bisogno di vedere la gente sorridere, tornare allo stadio. Questo è uno sport per chi lo dirige, chi lo gioca e chi lo guarda».

La compagine societaria

Durante la conferenza stampa è stato chiarito che la maggioranza delle quote fa capo alla A&G Real Estate spa «una società – ha detto Pavanati – con azionisti nella maggior parte dei casi riconducibili a me e al mio socio, Marco Bonanno. Lavoriamo nel settore immobiliare di lusso, in Costa Azzurra stiamo costruendo la villa di Bono Vox, ma la maggior parte de nostri clienti preferisce restare nell’anonimato».

Ha specificato meglio Inverso: «La A&G ha delle diversificazioni societarie: Bonanno è proprietario del marchio Franciacorta e di Merzario trasporti, poi c’è un’altra società di natura tecnologica. A&G è una holding con all’interno attività in settori merceologici che insieme concorrono a fare un certo tipo di margine e fatturato. A chi ci chiede “Ma chi ve lo fa fare di prendervi in carico una società con qualche segno negativo?” rispondiamo: bisogna evitare gli sprechi e impostare il lavoro enfatizzando le realtà locali, sponsor, settore giovanile, valorizzando gli aspetti che possono portare a redditività di sistema non disdegnando l’aspetto passionale».

Squadra, mercato, settore giovanile

Il direttore generale e mental coach, Roberto Civitarese, ha spiegato che «sarà fatta la scelta di calciatori con un certo identikit, ma se questi sono già in rosa, ben volentieri li terremo. La rosa non è completa, ci sono giocatori in scadenza e altri che rientrano alla base, faremo delle scelte. La squadra non sarà smantellata. Ho iniziato a fare un lavoro di verifica delle risorse che devono avere queste caratteristiche: professionalità, uno storico e prospettive per il futuro. Il mercato del Novara sarà rapidissimo: con il ritiro precampionato avremo già la squadra al completo».

Sul settore giovanile: «È una risorsa fondamentale perché pensiamo che i calciatori debbano essere formati in casa in modo da costruire mentalità e identità tecnica. Il Novara ha una struttura di primissimo ordine a livello europeo, lo dicono persone molto più autorevoli di me».

La Cittadella dello sport

«Ho dato un’occhiata al comparto immobiliare della città, d’altronde questa è la nostra attività primaria – ha affermato Pavanati -. Sono venuto a conoscenza della Cittadella dello sport dopo aver manifestato l’interesse per la squadra. È un discorso interessante, ma prima bisogna mettere le basi, parlare con l’amministrazione comunale. Se ci saranno i presupposti per avvicinarci a questo progetto lo faremo».

Il restante 20% delle quote resta in mano a Massimo De Salvo, ieri rappresenato dall’ex dg Roberto Nespoli: «Questa città preferisce sentire parlare le persone quando hanno qualcosa da dire. Siamo contenti di potervi supportare da un punto di vista di tifoseria e di azionariato societario».

A rappresentare l’amministrazione comunale, prima dell’incontro a Palazzo Cabrino tra la proprietà e il sindaco Alessandro Canelli, è stata l’assessore allo Sport, Marina Chiarelli: «Le società si vendono e si comprano ma la squadra è della città. È un patrimonio storico, ha avuto momenti gloriosi e rispecchia la trasparenza e assenza di scandali. Novara può apparire chiusa ma è capace di accogliere in maniera propositiva. I cambi societari vanno visti sempre come un bene, un rinnovamento. La città vi guarderà e osserverà cosa farete. Apprezzo la serietà del progetto e delle persone che lo porteranno avanti».

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore