Piazza delle Erbe, che da sempre rappresenta il cuore di Novara, quasi come il resto dell’intero centro storcio, è lastricata di sampietrini. Tranne uno. Si tratta di una pietra trangolare in granito bianco che viene considerata il centro esatto della città.
Tutti novaresi ne sono a conoscenza, così come si ricordano bene il furto risalente a ventinove anni fa quando nei primi giorni di gennaio del 1992 la pietra scomparve per poi essere “misteriosamente” ritrovata nel confessionale dal parroco della chiesa di Sant’Antonio il 18 dello stesso mese. Tutti sanno che le cose non andarano esattamente in questo modo e che la vicenda fu molto più complessa; sta di fatto, però, che il prete restituì la pietra che venne ricollocata al suo posto anche se con un orientamento diverso dal precedente generando non pochi mal di pancia ai superstiziosi dell’epoca che alla pietra davano un significato magico. Dopo anni, comunque, il granito è ancora lì nonostante si trovi a pochi centimetri da un dehor di uno dei locali della piazza, dunque semi nascosto.
Per questo motivo la scorsa settimana il consigliere comunale Ivan De Grandis ha depositato una mozione in Comune per la valorizzazione della pietra: «Fa parte della storia, della cultura e soprattutto dell’offerta turistica della nostra città – spiega -. Per il momento c’è solo un’idea di riqualificazione del sito, non ancora un progetto definito. Atl sta lavorando per valorizzare alcuni luoghi di Novara con una cartellonistica adeguata: il cuore di granito in piazza delle Erbe potrebbe essere uno di questi».
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La vicenda non è stata particolarmente più complessa, ho pubblicato nel mio libro “Novara magica” un’intervista ad uno dei due autori del furto. La pietra è stata ricollocato originale e nel modo corretto.