«Non vogliamo altri supermercati, in città ce ne sono già troppi»

«Non vogliamo altri supermercati, in città ce ne sono troppi». Il tema degli insediamenti commerciali è tornato ad accendere l’aula consiliare. Nella commissione di ieri mattina, lunedì 2 novembre, l’assessore al Commercio Elisabetta Franzoni ha presentato una delibera che dovrebbe regolamentare l’insediamento di strutture commerciali: «Gli operatori che si propongono al Comune devono avere i seguenti requisiti: prioritariamente indirizzati al trasferimento di un’attività commerciale già presente sul territorio comunale o, nel caso di nuovi insediamenti, consentano la riqualificazione di aree degradate o abbandonate; prevedano nel progetto opere di miglioria del tessuto circostante, in particolare sotto l’aspetto ambientale; nella proposta di insediamento devono allegare un progetto circostanziato di riuso e riqualificazione degli immobili dismessi. Si tratta di pratiche già previste in atto di valutazione che ora verranno formalizzate con una delibera».

Un documento che, però, è stato oggetto di forti critiche da parte delle minoranze, a cominciare dall’ex sindaco e consigliere del Pd, Andrea Ballarè: «Una delibera di ripiego di un’amministrazione non è stata in grado di organizzare lo sviluppo economico della città e che cerca di intervenire con una disposizione che dice tutto e il contrario di tutto. Non avete avuto il coraggio di mettere mano al piano regolatore e il risultato è un fiorire di centri commerciali. È facile partecipare ai sit in dei piccoli commercianti e dire di essere con loro, intanto ogni sei mesi apre un supermercato».

«Credo che questa delibera sia molto blanda, dovete correre ai ripari degli errori madornali fatti negli anni precedenti. Che cosa c’è in campo?» ha dichiarato Milù Allegra (Pd). «Una delibera da campagna elettorale che non risolve il problema» ha detto il capogruppo del Partito Democratico Rossano Pirovano.

 

 

Le osservazioni sono arrivate anche dai 5 Stelle: «Quello dei centri commerciali è un problema che si è accentuato negli ultimi anni – ha detto il capogruppo Mario Iacopino – e non si considera l’impatto sul traffico dove c’è una concentrazione» mentre Cristina Macaro, che era stata data per dimissionaria  invece siede ancora nelle fila dell’opposizione, ha aggiunto: «Chi verifica che il nuovo operatore rispetti le indicazioni?».

Ma le critiche più pesanti sono arrivate dalla consigliera del Pd Sara Paladini: «È tutto un bluff. Questa delibera è applicabile solo dove ci sono varianti urbanistiche, per un insediamento medio sono previste varianti? No, questo significa che per per tutte le strutture medie non vengono richieste comformità specifiche. Una delibera con margini troppo ampi che definisce i concetti, dice cose che già esitono e che non sono state attuate».

Proprio su input delle minoranze, il dirigente del Servizio governo del territorio e della mobilità Maurizio Foddai ha specificato che «se il Comune riceve una richiesta di intervento su un’area che già prevede la destinazione d’uso commerciale e l’operatore interviene in conformità al piano regolatore, il Comune non può negare la possibilità di attuare un insediamento commerciale. L’ente può esercitare la propria discrezionalità solo dove non è prevista la destinazione d’uso commerciale».

E Franzoni ha ribattuto: «Non è colpa dell’amministrazione Canelli se ci sono numerosi insediamenti commerciali: abbiamo le mani legate da direttive europee di cui il mio partito è da sempre contrario. Non si può violare il diritto della proprietà privata di un soggetto: su corso Risorgimento ad esempio (dove verrà costruito un supermercato a pochi metri da quello già presente, ndr) il proprietario dell’area poteva decidere di costruire villette o un supermercato: ha scelto il secondo, ma in ogni caso la modifica al Prg per la costruzione di una rotonda sarebbe stata comunque necessaria. A me sembra che la campgana elettorale la stia facendo chi scrive sui social informazioni parziali senza pemettere al cittadino di conoscere il percorso che il Comune deve compiere quando rilascia un’autorizzazione».

La replica di Paladini non si è fatta attendere: «Ciò che discutiamo oggi esiste già ed è previsto da una delibera del 2017: sono stanca di essere presa in giro perché stiamo discutendo una disposizione identica a quella di tre anni fa e che finora non ha avuto nessuna applicazione. Mi chiedo se almeno ci sia la possibilità di emendamenti».

Al vetriolo l’intervento di Nicola Fonzo: «Se il Comune non può fare nulla, non capisco cosa ci stia a fare. Lo dico chiaramente: non vogliamo che in città aprano altri supermercati, ce ne sono già troppi. Questa storia per cui si vengono a creare posti di lavori non è vera, andate a vedere cosa sta succedendo. Sareste persone serie se aveste accettato il nostro invito ad avviare la procedura per un nuovo Prg; invece siete sordi, fate una delibera quando ormai tutti quelli che potevano insediarsi l’hanno fatto».

La replica dell’assessore: «Che ci siano casi indisciplinati è un dato di fatto, ma quando una spiegazione tecnica dice quali siano le difficoltà a metter mano a un Prg, non capisco perchè si debba vedere il male dove non c’è: solo una delibera che aggiunge criteri per creare obblighi in più nei confronti dei privati che chiedono una variante».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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  1. I supermercati distruggono la ricchezza dello stato che deve essere diluita per far circolare l’economia .

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«Non vogliamo altri supermercati, in città ce ne sono già troppi»

«Non vogliamo altri supermercati, in città ce ne sono troppi». Il tema degli insediamenti commerciali è tornato ad accendere l’aula consiliare. Nella commissione di ieri mattina, lunedì 2 novembre, l’assessore al Commercio Elisabetta Franzoni ha presentato una delibera che dovrebbe regolamentare l’insediamento di strutture commerciali: «Gli operatori che si propongono al Comune devono avere i seguenti requisiti: prioritariamente indirizzati al trasferimento di un’attività commerciale già presente sul territorio comunale o, nel caso di nuovi insediamenti, consentano la riqualificazione di aree degradate o abbandonate; prevedano nel progetto opere di miglioria del tessuto circostante, in particolare sotto l’aspetto ambientale; nella proposta di insediamento devono allegare un progetto circostanziato di riuso e riqualificazione degli immobili dismessi. Si tratta di pratiche già previste in atto di valutazione che ora verranno formalizzate con una delibera».

Un documento che, però, è stato oggetto di forti critiche da parte delle minoranze, a cominciare dall’ex sindaco e consigliere del Pd, Andrea Ballarè: «Una delibera di ripiego di un’amministrazione non è stata in grado di organizzare lo sviluppo economico della città e che cerca di intervenire con una disposizione che dice tutto e il contrario di tutto. Non avete avuto il coraggio di mettere mano al piano regolatore e il risultato è un fiorire di centri commerciali. È facile partecipare ai sit in dei piccoli commercianti e dire di essere con loro, intanto ogni sei mesi apre un supermercato».

«Credo che questa delibera sia molto blanda, dovete correre ai ripari degli errori madornali fatti negli anni precedenti. Che cosa c’è in campo?» ha dichiarato Milù Allegra (Pd). «Una delibera da campagna elettorale che non risolve il problema» ha detto il capogruppo del Partito Democratico Rossano Pirovano.

 

 

Le osservazioni sono arrivate anche dai 5 Stelle: «Quello dei centri commerciali è un problema che si è accentuato negli ultimi anni – ha detto il capogruppo Mario Iacopino – e non si considera l’impatto sul traffico dove c’è una concentrazione» mentre Cristina Macaro, che era stata data per dimissionaria  invece siede ancora nelle fila dell’opposizione, ha aggiunto: «Chi verifica che il nuovo operatore rispetti le indicazioni?».

Ma le critiche più pesanti sono arrivate dalla consigliera del Pd Sara Paladini: «È tutto un bluff. Questa delibera è applicabile solo dove ci sono varianti urbanistiche, per un insediamento medio sono previste varianti? No, questo significa che per per tutte le strutture medie non vengono richieste comformità specifiche. Una delibera con margini troppo ampi che definisce i concetti, dice cose che già esitono e che non sono state attuate».

Proprio su input delle minoranze, il dirigente del Servizio governo del territorio e della mobilità Maurizio Foddai ha specificato che «se il Comune riceve una richiesta di intervento su un’area che già prevede la destinazione d’uso commerciale e l’operatore interviene in conformità al piano regolatore, il Comune non può negare la possibilità di attuare un insediamento commerciale. L’ente può esercitare la propria discrezionalità solo dove non è prevista la destinazione d’uso commerciale».

E Franzoni ha ribattuto: «Non è colpa dell’amministrazione Canelli se ci sono numerosi insediamenti commerciali: abbiamo le mani legate da direttive europee di cui il mio partito è da sempre contrario. Non si può violare il diritto della proprietà privata di un soggetto: su corso Risorgimento ad esempio (dove verrà costruito un supermercato a pochi metri da quello già presente, ndr) il proprietario dell’area poteva decidere di costruire villette o un supermercato: ha scelto il secondo, ma in ogni caso la modifica al Prg per la costruzione di una rotonda sarebbe stata comunque necessaria. A me sembra che la campgana elettorale la stia facendo chi scrive sui social informazioni parziali senza pemettere al cittadino di conoscere il percorso che il Comune deve compiere quando rilascia un’autorizzazione».

La replica di Paladini non si è fatta attendere: «Ciò che discutiamo oggi esiste già ed è previsto da una delibera del 2017: sono stanca di essere presa in giro perché stiamo discutendo una disposizione identica a quella di tre anni fa e che finora non ha avuto nessuna applicazione. Mi chiedo se almeno ci sia la possibilità di emendamenti».

Al vetriolo l’intervento di Nicola Fonzo: «Se il Comune non può fare nulla, non capisco cosa ci stia a fare. Lo dico chiaramente: non vogliamo che in città aprano altri supermercati, ce ne sono già troppi. Questa storia per cui si vengono a creare posti di lavori non è vera, andate a vedere cosa sta succedendo. Sareste persone serie se aveste accettato il nostro invito ad avviare la procedura per un nuovo Prg; invece siete sordi, fate una delibera quando ormai tutti quelli che potevano insediarsi l’hanno fatto».

La replica dell’assessore: «Che ci siano casi indisciplinati è un dato di fatto, ma quando una spiegazione tecnica dice quali siano le difficoltà a metter mano a un Prg, non capisco perchè si debba vedere il male dove non c’è: solo una delibera che aggiunge criteri per creare obblighi in più nei confronti dei privati che chiedono una variante».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore