Notte da incubo in carcere: quattro detenuti aggrediscono gli agenti e distruggono alcuni locali

È successo nella notte tra domenica e lunedì. La condanna del Sappe: «Situazione disarmante, politica indifferente»

La serata di domenica 27 ottobre alla casa circondariale di vis Sforzesca è stata contrassegnata da ore di violenza che hanno messo in serio pericolo il personale ed i detenuti stessi. A darne notizia è Vicente Santilli, segretario del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria. «Tutto ha avuto inizio all’ora di chiusura della sezione detentiva prevista per le 20, quando quattro detenuti di nazionalità marocchina e tunisina, con una azione preordinata, hanno aggredito il poliziotto addetto alla sorveglianza tentando di sottrargli le chiavi – spiega in una nota -. L’agente è riuscito a divincolarsi e mettersi in sicurezza: i quattro si sono barricati ponendo davanti all’ingresso della sezione un frigorifero, un congelatore e altre suppellettili per poi iniziare a devastare l’ambiente detentivo facendo a pezzi qualsiasi cosa e procurandosi armi rudimentali con bastoni prodotti dalla rottura delle gambe dei tavoli, lamette, forbici, fino a brandire la manichetta antincendio usandola come una frusta con in testa la valvola in ottone tentando e, anche riuscendo, a colpire gli agenti».

«Mentre il personale tentava di intervenire per ripristinare l’ordine, da una parte i detenuti resistevano con forza brandendo le armi autoprodotte contro i poliziotti, dall’altra hanno distrutto tutte le plafoniere mettendo al buio l’intera sezione detentiva, hanno aperto le valvole del sistema antincendio allagando tutto l’ambiente detentivo e hanno sradicato i sistemi di videosorveglianza – prosegue il sindacalista -. Per vincere la loro feroce resistenza è stata necessaria un’azione coordinata creando un diversivo e riuscendo così ad aprire un varco nella barricata. Due dei quattro detenuti si sono arresi immediatamente ma gli altri due hanno opposto un’aggressiva resistenza con calci, pugni e colpendo il personale con i bastoni e le armi rudimentali che si erano procurati. A termine delle operazioni e ricondotta la situazione all’ordine, gli agenti feriti sono stati condotti in ospedale».

Per il segretario generale del SAPPE, Donato Capece «la situazione è sempre più disarmante e rimaniamo attoniti di fronte all’indifferenza che la politica sta dimostrando nei confronti della polizia penitenziaria nelle carceri. L’ondata di violenza che sta investendo i penitenziari del Paese non è altro che lo specchio di una società che a nostro giudizio sta perdendo il più elementare senso civico in un continuo crescere di episodi di violenza. Serve un impegno concreto e profondo su entrambi i fronti, da un lato per fare in modo che chi opera nelle carceri possa farlo in sicurezza e dall’altra nella società affinchè si ritrovino i valori sociali ormai perduti».

«Mi pare essere del tutto evidente che nelle carceri della Nazione e del Piemonte in particolare servono provvedimenti urgenti ed efficaci – prosegue il leader del SAPPE, che rinnova l’appello affinché vengano create le condizioni «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere».

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È successo nella notte tra domenica e lunedì. La condanna del Sappe: «Situazione disarmante, politica indifferente»

La serata di domenica 27 ottobre alla casa circondariale di vis Sforzesca è stata contrassegnata da ore di violenza che hanno messo in serio pericolo il personale ed i detenuti stessi. A darne notizia è Vicente Santilli, segretario del sindacato autonomo Polizia Penitenziaria. «Tutto ha avuto inizio all’ora di chiusura della sezione detentiva prevista per le 20, quando quattro detenuti di nazionalità marocchina e tunisina, con una azione preordinata, hanno aggredito il poliziotto addetto alla sorveglianza tentando di sottrargli le chiavi - spiega in una nota -. L'agente è riuscito a divincolarsi e mettersi in sicurezza: i quattro si sono barricati ponendo davanti all’ingresso della sezione un frigorifero, un congelatore e altre suppellettili per poi iniziare a devastare l’ambiente detentivo facendo a pezzi qualsiasi cosa e procurandosi armi rudimentali con bastoni prodotti dalla rottura delle gambe dei tavoli, lamette, forbici, fino a brandire la manichetta antincendio usandola come una frusta con in testa la valvola in ottone tentando e, anche riuscendo, a colpire gli agenti».

«Mentre il personale tentava di intervenire per ripristinare l’ordine, da una parte i detenuti resistevano con forza brandendo le armi autoprodotte contro i poliziotti, dall’altra hanno distrutto tutte le plafoniere mettendo al buio l’intera sezione detentiva, hanno aperto le valvole del sistema antincendio allagando tutto l’ambiente detentivo e hanno sradicato i sistemi di videosorveglianza - prosegue il sindacalista -. Per vincere la loro feroce resistenza è stata necessaria un’azione coordinata creando un diversivo e riuscendo così ad aprire un varco nella barricata. Due dei quattro detenuti si sono arresi immediatamente ma gli altri due hanno opposto un’aggressiva resistenza con calci, pugni e colpendo il personale con i bastoni e le armi rudimentali che si erano procurati. A termine delle operazioni e ricondotta la situazione all’ordine, gli agenti feriti sono stati condotti in ospedale».

Per il segretario generale del SAPPE, Donato Capece «la situazione è sempre più disarmante e rimaniamo attoniti di fronte all’indifferenza che la politica sta dimostrando nei confronti della polizia penitenziaria nelle carceri. L’ondata di violenza che sta investendo i penitenziari del Paese non è altro che lo specchio di una società che a nostro giudizio sta perdendo il più elementare senso civico in un continuo crescere di episodi di violenza. Serve un impegno concreto e profondo su entrambi i fronti, da un lato per fare in modo che chi opera nelle carceri possa farlo in sicurezza e dall’altra nella società affinchè si ritrovino i valori sociali ormai perduti».

«Mi pare essere del tutto evidente che nelle carceri della Nazione e del Piemonte in particolare servono provvedimenti urgenti ed efficaci - prosegue il leader del SAPPE, che rinnova l’appello affinché vengano create le condizioni «per ristabilire ordine e sicurezza, attuando quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere».

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