Novantenne condannato per avances e molestie alle nipoti

tribunale il caldo
Una storia raccapricciante, avvenuta fra le mura domestiche

Prima qualche apprezzamento, imbarazzante e fuori luogo; poi vere e proprie molestie, carezze, baci, mano allungate sulle parti intime delle due donne, la nipote e la pronipote. La denuncia delle due donne, una quarantanovenne residente in un paese dell’Ovest Ticino e la figlia ventenne, hanno portato alla condanna a 2 anni di reclusione, con la pena sospesa a condizione che segue dei percorsi di recupero previsti dalla legge Cartabia per gli autori di reati da codice rosso, dello zio di 91 anni, abitante fuori provincia. Era a processo per violenza sessuale e per lui il pm aveva chiesto 1 anno e mezzo. La difesa, invece, aveva chiesto l’assoluzione parlando di fatti non provati e comunque non voluti, semmai accidentali e inconsapevoli.

Una storia raccapricciante, avvenuta fra le mura domestiche, che è ancor più raccapricciante se si pensa all’età dell’uomo accusato di essere l’autore di questi gravi comportamenti, avvenuti due anni fa. Nel settembre del 2022 la nipote dell’uomo era andata in caserma a raccontare una serie di episodi avvenuti nella primavera e nell’estate di quell’anno, parlando di avances subite da lei e dalla figlia dal parte dell’anziano zio. Se all’inizio erano frasi forse un po’ imbarazzanti, del tipo «Come sei bella», poi l’anziano, in qualche occasione, aveva anche accarezzato la pronipote ventenne e approfittato per toccarle le gambe e il seno. In maggio le aveva regalato 700 euro e poi palpeggiata nuovamente.

Le avances, stando a quanto denunciato, erano accompagnate da frasi e apprezzamenti spesso volgari. Comportamenti analoghi anche nei confronti della nipote: nell’estate di due anni fa la donna aveva sorpreso lo zio spiarla in bagno. Lui l’aveva baciata sulla guancia mentre lei cercava di riaccompagnarlo in soggiorno. E anche successivamente, in una occasione in cui lei l’aiutava a vestirsi, l’anziano ne aveva approfittato per toccarle il fondoschiena. Inutili tutti i tentativi di opporsi e di dirgli che si trattava di comportamenti decisamente non graditi.

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Prima qualche apprezzamento, imbarazzante e fuori luogo; poi vere e proprie molestie, carezze, baci, mano allungate sulle parti intime delle due donne, la nipote e la pronipote. La denuncia delle due donne, una quarantanovenne residente in un paese dell’Ovest Ticino e la figlia ventenne, hanno portato alla condanna a 2 anni di reclusione, con la pena sospesa a condizione che segue dei percorsi di recupero previsti dalla legge Cartabia per gli autori di reati da codice rosso, dello zio di 91 anni, abitante fuori provincia. Era a processo per violenza sessuale e per lui il pm aveva chiesto 1 anno e mezzo. La difesa, invece, aveva chiesto l’assoluzione parlando di fatti non provati e comunque non voluti, semmai accidentali e inconsapevoli.

Una storia raccapricciante, avvenuta fra le mura domestiche, che è ancor più raccapricciante se si pensa all’età dell’uomo accusato di essere l’autore di questi gravi comportamenti, avvenuti due anni fa. Nel settembre del 2022 la nipote dell’uomo era andata in caserma a raccontare una serie di episodi avvenuti nella primavera e nell’estate di quell’anno, parlando di avances subite da lei e dalla figlia dal parte dell’anziano zio. Se all’inizio erano frasi forse un po’ imbarazzanti, del tipo «Come sei bella», poi l’anziano, in qualche occasione, aveva anche accarezzato la pronipote ventenne e approfittato per toccarle le gambe e il seno. In maggio le aveva regalato 700 euro e poi palpeggiata nuovamente.

Le avances, stando a quanto denunciato, erano accompagnate da frasi e apprezzamenti spesso volgari. Comportamenti analoghi anche nei confronti della nipote: nell’estate di due anni fa la donna aveva sorpreso lo zio spiarla in bagno. Lui l’aveva baciata sulla guancia mentre lei cercava di riaccompagnarlo in soggiorno. E anche successivamente, in una occasione in cui lei l’aiutava a vestirsi, l’anziano ne aveva approfittato per toccarle il fondoschiena. Inutili tutti i tentativi di opporsi e di dirgli che si trattava di comportamenti decisamente non graditi.

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