Circa 500 studenti di diverse scuole superiori della città hanno affollato questa mattina, 22 novembre piazza Matteotti, di fronte alla sede della Provincia, per manifestare il loro dissenso sulle condizioni precarie delle infrastrutture scolastiche. L’evento, organizzato in concomitanza con la Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, ha evidenziato problemi che gli studenti denunciano come insostenibili: riscaldamenti spenti, aule insufficienti o in pessimo stato, palestre fatiscenti o inesistenti e persino la mancanza di carta igienica nei bagni.
«Non congelate il nostro futuro» uno degli slogan
Numerose sono state le testimonianze raccolte tra i giovani in piazza. «Nelle nostre aule ci sono 15 gradi, ma quando vengono controllati dai tecnici della Provincia, magicamente i termometri segnalano temperature più alte» ha dichiarato uno studente, rivolgendosi agli uffici provinciali con evidente sarcasmo.
Una studentessa del liceo delle Scienze umane Bellini ha raccontato: «Da noi ci sono 10 gradi, i termosifoni sono spenti e siamo costretti a seguire le lezioni con coperte addosso. Non possiamo andare a scuola con i giubbotti come se fossimo all’esterno. È inaccettabile».
Anche i rappresentanti degli istituti tecnici e liceali, tra cui il Nervi e il Casorati, hanno denunciato le difficoltà quotidiane: «Siamo qui per protestare contro le infrastrutture inadeguate e la mancanza di sicurezza. È intollerabile che dobbiamo sopportare il freddo in classe e affrontare situazioni di precarietà che ci tolgono il diritto di studiare in un ambiente dignitoso».
«Si danno soldi alla guerra, ma non alla scuola»
Tra i cartelli e gli slogan degli studenti, non è mancata una critica alla gestione delle risorse pubbliche. «Invece di destinare fondi alla scuola e alla sanità, si preferisce investirli nella guerra» ha sottolineato un giovane manifestante. Al Casorati la situazione è così critica che gli studenti hanno raccontato di essere stati costretti a spostare banchi e sedie da un’aula all’altra per poter organizzare le lezioni. «Io sono in quinta e sto preparando la maturità, ma ogni giorno perdiamo ore per la mancanza di spazi adeguati» ha denunciato una studentessa.
Una protesta per il diritto allo studio
La manifestazione si è svolta in modo pacifico ma determinato, con i giovani intenzionati a far sentire la propria voce. «Siamo qui oggi e torneremo ogni giorno fino a quando questi problemi non saranno risolti» ha affermato con convinzione uno degli organizzatori.
La mobilitazione di Novara si inserisce in un quadro nazionale che vede sempre più studenti denunciare le carenze strutturali delle scuole, in contrasto con il diritto allo studio sancito dalla Costituzione. Ora, la palla passa alle autorità, chiamate a dare risposte concrete per garantire ai giovani un ambiente scolastico sicuro e dignitoso. Gli studenti sono, infatti, stati ricevuti negli uffici della Provincia dal consigliere delegato all’Edilizia scolastica Andrea Crivelli. «Ho nuovamente chiarito quelle che sono le motivazioni dei disagi che si sono verificati per il malfunzionamento degli impianti di riscaldamento, ribadendo che la Provincia sta lavorando per accelerare il più possibile la soluzione del problema – ha detto il consigliere a margine dell’incontro -. Gli studenti hanno inoltre sottoposto la questione della presenza di infiltrazioni sulle coperture e sulle guaine di alcuni edifici: oltre a illustrare gli interventi già conclusi e quelli in corso, ho fatto presente la Provincia sta intervenendo in tutto il territorio. L’incontro è stato anche l’occasione per annunciare un più cospicuo stanziamento di fondi a bilancio, fatto che consentirà all’Ente di utilizzare da subito i fondi per rispondere più celermente ai problemi che emergeranno».
Crivelli si è reso inoltre disponibile «a organizzare a stretto giro ulteriori incontri con le rappresentanze dei ragazzi: abbiamo pensato di strutturarli suddividendo i delegati in gruppi secondo la dislocazione e la prossimità degli istituti scolastici, una modalità che avevamo già adottato durante i lavori preparatori alle attività di co-progettazione degli scorsi mesi, durante le quali abbiamo principalmente lavorato su obiettivi didattico-culturali, ma che sono sempre stati anche occasione per raccogliere i solleciti degli studenti a proposito di problemi e lavori nelle scuole».