Novara Calcio, presidente e vice “mancati” coinvolti in un’inchiesta a Napoli. Dopo la giornata nera di ieri in cui l’organo federale della Figc ha confermato l’esclusione della società azzurra dal campionato professionistico di serie C, oggi sul club si abbatte un’altra bufera.
Come hanno riportato alcune testate giornalistiche della provincia di Napoli, il presidente e il vice “mancati” del Novara, rispettivamente il generale in piensione della Guardia di Finanza Fabrizio Lisi e l’imprenditore ed esperto di banche ed economia Umberto Inverso, sarebbero coinvolti in un’inchiesta della Procura partenopea che vede tra gli indagati con l’accusa di traffico di influenze e corruzione in atti giudiziari il pm salernitano Roberto Penna, oltre a gli imprenditori Eugenio Rainone, Gregorio Fiscina e Francesco Vorro e l’avvocato Maria Gabriella Gallevi, compagna del magistrato e consulente legale per il consorzio di imprese nel quale figurano alcuni degli imprenditori coinvolti.
Lo scorso 4 giugno, durante la conferenza stampa di insediamento della nuova proprietà del Novara Calcio, Lisi e Inverso, sono stati presentati come i nuovi presidente e vice nel progetto di rilancio del club. Nomine, però, mai andate a buon fine in quanto il patron Leonardo Pavanati ha assunto la carica di presidente durante la prima riunione del Cda di metà giugno. «Una colonna essenziale per darci l’equilibrio che tanto cerchiamo per ottenere un prodotto di qualità» aveva affermato lo stesso Pavanati parlando di Inverso.
Secondo quanto riportato da cronachesalerno.it, Penna, assegnato alla sezione specializzata della Procura di Salerno in materia di reati contro la pubblica amministrazione e in materia di edilizia e ambiente, avrebbe informato imprenditori di rilievo operanti nel settore degli appalti e delle costruzione. Inoltre il magistrato avrebbe incontrato direttamente o mantenuto contatti attraverso Inverso e Lisi, al fine di ottenere vantaggi economici per la Gallevi alla quale i predetti imprenditori si impegnavano a concedere incarichi professionali ed opportunità di lavoro.
Al centro dell’inchiesta c’è anche un consorzio di imprese composto da 93 aziende; dalle indagini emerge che Lisi sarebbe stato rappresentante legale insieme a un collega pari grado di questo consorzio di imprese alcune delle quali colpite a Napoli da interdittive antimafia.
Ma non solo. Sempre secondo quanto riportato da cronachesalerno.it, Lisi era già stato indagato nell’ambito di un’inchiesta nella quale la Procura di Napoli ipotizzava i reati di rivelazione di segreto d’ufficio, corruzione in atti giudiziari e traffico di influenze, continuati e in concorso, e il suo nome figura anche tra quelli inseriti in una informativa prodotta a suo tempo nell’ambito delle indagini sul faccendiere Luigi Bisignani coinvolto nell’inchiesta sulla cosiddetta Loggia P4.
Insomma, gravi ipotesi di reato che gettano una luce sinistra su una situazione pronta a esplodere.
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