L’istituto tecnico Fauser ha sfornato quest’anno i primi diplomati in Logistica, il nuovo indirizzo di studi che la scuola superiore della città ha voluto inserire in quanto «c’è un legame tra la realtà logistica che caratterizza la città di Novara e la nascita di questo corso. L’obiettivo è quello di formare tecnici preparati ad affrontare questo settore nel mondo del lavoro» ha detto il referente dell’indirizzo di studi a La Voce.
E questo è un dato di fatto. Ma è proprio sul tema della logistica che istituzioni, consiglieri comunali, associazioni ambientaliste e gruppi di cittadini dibattono da tempo. Da una parte l’amministrazione comunale che strenuamente difende le proprie scelte inseguendo «la vocazione logistica di Novara, inserita in un contesto sovranazionale, crocevia tra i corridoi Genova-Rotterdam e Lisbona-Kiev» e sostenendo i progetti degli sviluppatori; dall’altra l’opposizione in consiglio, sostenuta da cittadini e associazioni, che in più occasioni si è lasciata andare a dichiarazioni quali «Canelli come Attila flagello di Dio» oppure «Novara città dei obbrobri della giunta Canelli».
Il più discusso, a oggi non ancora realizzato, è senz’altro il progetto “Novara Ecologistica”, tra il Cim e il centro abitato di Pernate. Definito nei documenti comunali come «macro polo logistico novarese», prevede lo sviluppo su una superficie di oltre 1 milione di metri quadrati, 247 mila coperti da quattro capannoni e 32 mila da specchi d’acqua circondati da 2.758 piante e 9.727 arbusti.
Da anni buona parte dei residenti del quartiere – riuniti nel Comitato per Pernate – si batte contro il progetto e dopo la delibera di giunta del 31 gennaio 2023 che ha preso atto dell’approvazione del Piano strategico di sviluppo industriale, si sino susseguite proteste in piazza e in aula consiliare, raccolte firme e un ricorso al Tar depositato in primavera e sostenuto politicamente ed economicamente anche dai gruppi consiliari di opposizione e da alcune associazioni ambientaliste della città.
Ormai consolidato anche dal punto di vista “sociale”, invece, è il polo di Agognate dove da due anni è sorto il centro distribuzione Amazon. Una struttura di 60 mila metri quadrati che dà lavoro a 1000 persone con contratto a tempo indeterminato – oltre a quelle a tempo determinato – di 72 nazionalità di lavoratori di cui il 40% è donna.
Lo stesso vale per l’hub logistico sulla statale tra Novara e Trecate che potrebbe ampliarsi ulteriormente verso il quartiere di Sant’Agabio. Attualmente la superficie occupata è di oltre 16mila metri quadrati, pari a circa a 22 campi di rugby, che combina tecnologia e automazione all’avanguardia, scalabilità, innovazione sostenibile e moderne funzionalità dedicate al benessere dei dipendenti. Circa 80% dell’organico, oltre 250 persone, risiede in provincia di Novara, il 7% di questi arriva dalla provincia di Milano, il 3% da quella di Vercelli, solo l’1% dalle altre province piemontesi e il restante 10% da altre regioni. L’età media è di circa 36 anni.
Da poco approvata in consiglio comunale, invece, la variante urbanistica per il nuovo polo che dovrebbe svilupparsi tra corso Vercelli e Casalgiate. Si tratta di un insediamento che si svilupperà su un’area di 359 mila metri quadrati dove ora ci sono solo campi agricoli, ma la destinazione urbanistica è già produttiva e commerciale. Negli ultimi quindici anni nessuna previsione era mai stata concretizzata, considerata la vastità d’ambito (denominato 42) in cui l’area è inserita: circa 900 mila metri quadrati tra corso Vercelli, via Castello per Casalgiate, la ferrovia Torino-Milano e l’area di pertinenza dell’Agogna. Si è così deciso di dividere la zona in due sub ambiti e intervenire prima su quello più a Ovest, da 359 mila metri quadrati per un investimento totale da 90 milioni.
Tre i proponenti che hanno frazionato il sub ambito in altrettante tre aree: la prima (ZC1, in foto) sarà sviluppato dalla società Sil Spa di Trescore Balneario (Bergamo) e destinata alla logistica, su una superficie di 64.777 metri quadrati (una dimensione simile ad Amazon); la seconda (ZC2) di proprietà di NovaCoop prevede un edificio multipiano a destinazione commerciale su una superficie di 24.258 metri quadrati; la terza (ZC3), di proprietà dell’ospedale Maggiore, grande 52.496 metri, verrà probabilmente ceduta a terzi.
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