Novara città sicura? Il questore: «Nessuno deve sentirsi solo»

Il questore Faranda Cordella interviene a La Voce dopo l’aggressione a un 14enne di fronte alla stazione. «Non possiamo impedire che si verifichino certe situazioni, ma lavoriamo per tenerle sotto controllo»

«Nessuno deve sentirsi solo. Non posso assicurare che non succedano le cose, ma posso garantire che noi ci siamo, non molliamo e proviamo a dare le risposte giuste grazie a un sistema attento che non si interrompe mai». Il questore della provincia di Novara, Alessandra Faranda Cordella, interviene dopo l’aggressione a scopo rapina avvenuta lunedì 18 settembre ai danni di un 14enne alla fermata del bus di fronte alla stazione: un 30enne di origine marocchina senza fissa dimora ha tentato di rubargli lo zaino e il cellulare procurando ferite, seppure non gravi, al cugino 18enne della vittima e a quattro agenti intervenuti.

Non un caso isolato, che ha rianimato le proteste e la paura nei cittadini i quali invocano misure drastiche lamentando il fatto che Novara sia ormai diventata una città pericolosa.

«I dati dicono proprio il contrario – afferma il questore -. Seppur di medie dimensioni, non va dimenticato che Novara è al 32esimo posto su 103 per numero di abitanti, dunque non così piccola come si può pensare. Rappresenta una buona realtà, ben strutturata, ricca, che soffre la vicinanza con Milano ma che ne è anche avvantaggiata. Parte del nostro lavoro è individuare le strategie giuste per mantenere quel livello di sicurezza che questa città è abituata ad avere: anche chi abita in zone apparentemente più tranquille ha diritto allo stesso livello di tutela di chi abita in altre più problematiche. E per farlo bisogna tenere la barra dritta mettendo in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: controllo del territorio, prevenzione e repressione dove serve, lavoro in coordinamento e contenimento, daspo urbano. Essere riusciti, per esempio, a stabilire un rapporto di collaborazione con un certo tipo di commercianti in determinate zone della città come la stazione – e dopo aver messo in atto una serie di chiusure – è per noi una grande conquista. Lo ribadisco: non possiamo impedire che si verifichino certe situazioni, ma lavoriamo per tenerle sorvegliate».

Sull’aggressione il questore sottolinea: «Siamo di fronte a un personaggio con problematiche di carattere psicologico che era già stato fermato e scarcerato subito dopo e che ora è in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Purtroppo questi fenomeni sono complessi e non si può sempre gridare all’assenza della forze di polizia, anche perché così non è. Questo non vuol dire minimizzare il problema, anzi: ci sono situazioni complicate che non possono essere gestite solo dalle forze dell’ordine, ma devono essere affrontate anche dalle istituzioni e da tutte quelle realtà che fanno prevenzione. Novara ha la fortuna di un prefetto molto illuminato sulle questioni sociali, che ha ben presente come anche uno sfratto o una difficoltà economica possano diventare un problema di polizia».

E quando si parla di insicurezza percepita, il questore dichiara: «Novara non è abbandonata, è una città sicura. E non perché lo sia a prescindere, ma perché le situazioni vengono gestite in modo coordinato: in questo i cittadini devono sentirsi tranquilli. Sul territorio si lavora su tanti fronti: se, per esempio, in una discoteca non succede mai nulla, non significa che non possa capitare, ma che quel luogo è presidiato».

L’altro ieri il sindaco Alessandro Canelli ha fatto un appello alle forze dell’ordine: “La questione dei controlli e monitoraggi alla stazione non può essere lasciata in mano quasi esclusivamente alla polizia locale”, come risponde? «La nostra presenza in stazione è costante, così come in altri punti della città: noi ci siamo e stiamo dando il massimo. La città ha senz’altro una realtà complessa, ma cerchiamo di mantenere un livello di sicurezza adeguato anche con l’intervento degli altri operatori, e ognuno fa la propria parte».

Il questore chiede, infine, la collaborazione dei cittadini: «Per noi è fondamentale. La sicurezza si fa in tanti modi e parte da ciascuno di noi, non ignorando quello che succede nella casa accanto, quando una ragazza viene presa di mira o non pagando i propri dipendenti in nero. Senza essere eroi, ma solo non voltandosi dall’altra parte e chiamando le forze dell’ordine quando è necessario».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

Una risposta

  1. maggior illuminazione notturna, maggior sorveglianza notturna dei giardini pubblici e delle zone periferiche

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Novara città sicura? Il questore: «Nessuno deve sentirsi solo»

Il questore Faranda Cordella interviene a La Voce dopo l’aggressione a un 14enne di fronte alla stazione. «Non possiamo impedire che si verifichino certe situazioni, ma lavoriamo per tenerle sotto controllo»

«Nessuno deve sentirsi solo. Non posso assicurare che non succedano le cose, ma posso garantire che noi ci siamo, non molliamo e proviamo a dare le risposte giuste grazie a un sistema attento che non si interrompe mai». Il questore della provincia di Novara, Alessandra Faranda Cordella, interviene dopo l’aggressione a scopo rapina avvenuta lunedì 18 settembre ai danni di un 14enne alla fermata del bus di fronte alla stazione: un 30enne di origine marocchina senza fissa dimora ha tentato di rubargli lo zaino e il cellulare procurando ferite, seppure non gravi, al cugino 18enne della vittima e a quattro agenti intervenuti.

Non un caso isolato, che ha rianimato le proteste e la paura nei cittadini i quali invocano misure drastiche lamentando il fatto che Novara sia ormai diventata una città pericolosa.

«I dati dicono proprio il contrario – afferma il questore -. Seppur di medie dimensioni, non va dimenticato che Novara è al 32esimo posto su 103 per numero di abitanti, dunque non così piccola come si può pensare. Rappresenta una buona realtà, ben strutturata, ricca, che soffre la vicinanza con Milano ma che ne è anche avvantaggiata. Parte del nostro lavoro è individuare le strategie giuste per mantenere quel livello di sicurezza che questa città è abituata ad avere: anche chi abita in zone apparentemente più tranquille ha diritto allo stesso livello di tutela di chi abita in altre più problematiche. E per farlo bisogna tenere la barra dritta mettendo in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione: controllo del territorio, prevenzione e repressione dove serve, lavoro in coordinamento e contenimento, daspo urbano. Essere riusciti, per esempio, a stabilire un rapporto di collaborazione con un certo tipo di commercianti in determinate zone della città come la stazione - e dopo aver messo in atto una serie di chiusure - è per noi una grande conquista. Lo ribadisco: non possiamo impedire che si verifichino certe situazioni, ma lavoriamo per tenerle sorvegliate».

Sull’aggressione il questore sottolinea: «Siamo di fronte a un personaggio con problematiche di carattere psicologico che era già stato fermato e scarcerato subito dopo e che ora è in carcere in attesa dell’udienza di convalida. Purtroppo questi fenomeni sono complessi e non si può sempre gridare all’assenza della forze di polizia, anche perché così non è. Questo non vuol dire minimizzare il problema, anzi: ci sono situazioni complicate che non possono essere gestite solo dalle forze dell'ordine, ma devono essere affrontate anche dalle istituzioni e da tutte quelle realtà che fanno prevenzione. Novara ha la fortuna di un prefetto molto illuminato sulle questioni sociali, che ha ben presente come anche uno sfratto o una difficoltà economica possano diventare un problema di polizia».

E quando si parla di insicurezza percepita, il questore dichiara: «Novara non è abbandonata, è una città sicura. E non perché lo sia a prescindere, ma perché le situazioni vengono gestite in modo coordinato: in questo i cittadini devono sentirsi tranquilli. Sul territorio si lavora su tanti fronti: se, per esempio, in una discoteca non succede mai nulla, non significa che non possa capitare, ma che quel luogo è presidiato».

L’altro ieri il sindaco Alessandro Canelli ha fatto un appello alle forze dell’ordine: “La questione dei controlli e monitoraggi alla stazione non può essere lasciata in mano quasi esclusivamente alla polizia locale”, come risponde? «La nostra presenza in stazione è costante, così come in altri punti della città: noi ci siamo e stiamo dando il massimo. La città ha senz’altro una realtà complessa, ma cerchiamo di mantenere un livello di sicurezza adeguato anche con l'intervento degli altri operatori, e ognuno fa la propria parte».

Il questore chiede, infine, la collaborazione dei cittadini: «Per noi è fondamentale. La sicurezza si fa in tanti modi e parte da ciascuno di noi, non ignorando quello che succede nella casa accanto, quando una ragazza viene presa di mira o non pagando i propri dipendenti in nero. Senza essere eroi, ma solo non voltandosi dall’altra parte e chiamando le forze dell’ordine quando è necessario».

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