Novara e Vco “litigano” sull’organizzazione del turismo

Torna d’attualità l’ipotesi di una maxi Atl che comprenda le quattro province del Piemonte nord orientale: Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e Biella, quest’ultime due già unite tra loro. La decisione di creare l’accorpamento deriva dalla necessità di dare seguito alla legge Madia sulle partecipate, che determina l’obbligo di razionalizzazione per le società misto pubblico private. L’indicazione arriva da una delibera votata a fine 2020 dalla giunta regionale che indica il 31 maggio quale termine per l’approvazione del progetto di fusione.

Un matrimonio che, però, fin da subito si è dimostrato essere d’obbligo e non certo d’amore fra territori fortemente dissimili tra loro e con vocazioni indubbiamente diverse. L’ultima assemblea dello scorso 26 febbraio del Distretto turistico dei laghi, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle province di Novara e Verbania, ha generato una serie di posizioni polemiche da parte del consigliere delegato al Turismo della provincia di Novara, Ivan De Grandis, proprio nei confronti del Distretto accusato di essere troppo arroccato sul proprio territorio.

 

 

«Invito a evitare isolamenti che, in futuro, potrebbero essere penalizzanti. Vero che i laghi possono contare sulle presenze, ma è altrettanto vero che la struttura organizzativa e di coordinamento delle iniziative legate all’accoglienza e al turismo potrebbe essere migliorata unendo le competenze delle varie realtà – ha dichiarato De Grandis -. Ai possibili investitori privati si devono offrire certezze insieme a progetti e idee attrattive. Le province di Novara e del Vco hanno da sempre guardato in maniera favorevole a un comune percorso dettato da motivi, oltre che geografici, anche culturali e tradizionali. Per questo ho espressamente chiesto di riflettere sull’opportunità di arroccare la posizione del Distretto su un’autonomia poco rispondente al concetto di territorialità. Siamo fermamente convinti delle potenzialità dell’unione e ci ha fatto piacere sapere che anche nel Vco diversi soggetti siano in sintonia con noi».

Pronta la replica del presidente del Distretto, Francesco Gaiardelli: «Lo scorso 2 febbraio quando il presidente della Regione Alberto Cirio è venuto in visita nella nostra sede – spiega – abbiamo ragionato sulla direttiva di accorpamento, sulla quale siamo ancora in attesa del documento definitivo, per capire quale fosse la decisione migliore per territori così disomogenei. Dall’ultimo sondaggio del Distretto è emerso che la maggior parte dei soci del Vco al momento desidera stare a guardare in una condizione di autonomia che permette di riflettere su situazioni future: piuttosto che procedere con una fusione forzata, preferiamo ragionare con calma valutando quello che deve essere costruito con un tavolo di lavoro tra gli operatori del settore che si confrontano per un grande progetto turistico».

«Nel massimo rispetto degli altri territori – prosegue il presidente – noi del Vco siamo i depositari dei parametri del turismo e vorremmo che questo primato ci venisse riconosciuto». Sul fronte delle presenze turistiche, infatti, i dati del 2019 (gli ultimi disponibili) parlano chiaro: quasi 3,8 milioni di persone tra laghi e valli ossolane a fronte di 469 mila sul territorio novarese; leggermente superiore le presenze tra Biella e Vercelli: 509 mila evidentemente trainati dal distretto di Alagna.

«È dunque quanto mai necessario rafforzarci costruendo un percorso a seconda delle specificità dei territori – continua Gaiardelli – puntando su lago, montagna, enogastronomia, cultura, tutti attrattori che sono la base per fare sistema. Il nostro bilancio ci permetterebbe, comunque, di restare autonomi: noi abbiamo il dovere di rappresentare il territorio nel rispetto della volontà dei soci, ma anche di esplorare condizioni migliorative e nuove strategie rispetto all’attuale condizione anche allo scopo di ottimizzare le risorse. Nonostante questo, però, sono convinto che alla fine sarà l’economia a dettare l’agenda del prossimo futuro: il Covid ha cambiato il mondo e questo è il punto di partenza per ogni possibile piano di lavoro».

[Nella foto in evidenza, la visita di Cirio del 2 febbraio. Da sinistra Preioni (consigliere regionale), Gaiardelli, Cirio, Primatesta (vicepresidente Distretto)]

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Torna d’attualità l'ipotesi di una maxi Atl che comprenda le quattro province del Piemonte nord orientale: Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli e Biella, quest'ultime due già unite tra loro. La decisione di creare l'accorpamento deriva dalla necessità di dare seguito alla legge Madia sulle partecipate, che determina l’obbligo di razionalizzazione per le società misto pubblico private. L’indicazione arriva da una delibera votata a fine 2020 dalla giunta regionale che indica il 31 maggio quale termine per l’approvazione del progetto di fusione. Un matrimonio che, però, fin da subito si è dimostrato essere d'obbligo e non certo d'amore fra territori fortemente dissimili tra loro e con vocazioni indubbiamente diverse. L'ultima assemblea dello scorso 26 febbraio del Distretto turistico dei laghi, alla quale hanno partecipato anche i rappresentanti delle province di Novara e Verbania, ha generato una serie di posizioni polemiche da parte del consigliere delegato al Turismo della provincia di Novara, Ivan De Grandis, proprio nei confronti del Distretto accusato di essere troppo arroccato sul proprio territorio.     «Invito a evitare isolamenti che, in futuro, potrebbero essere penalizzanti. Vero che i laghi possono contare sulle presenze, ma è altrettanto vero che la struttura organizzativa e di coordinamento delle iniziative legate all’accoglienza e al turismo potrebbe essere migliorata unendo le competenze delle varie realtà - ha dichiarato De Grandis -. Ai possibili investitori privati si devono offrire certezze insieme a progetti e idee attrattive. Le province di Novara e del Vco hanno da sempre guardato in maniera favorevole a un comune percorso dettato da motivi, oltre che geografici, anche culturali e tradizionali. Per questo ho espressamente chiesto di riflettere sull’opportunità di arroccare la posizione del Distretto su un’autonomia poco rispondente al concetto di territorialità. Siamo fermamente convinti delle potenzialità dell’unione e ci ha fatto piacere sapere che anche nel Vco diversi soggetti siano in sintonia con noi». Pronta la replica del presidente del Distretto, Francesco Gaiardelli: «Lo scorso 2 febbraio quando il presidente della Regione Alberto Cirio è venuto in visita nella nostra sede - spiega - abbiamo ragionato sulla direttiva di accorpamento, sulla quale siamo ancora in attesa del documento definitivo, per capire quale fosse la decisione migliore per territori così disomogenei. Dall'ultimo sondaggio del Distretto è emerso che la maggior parte dei soci del Vco al momento desidera stare a guardare in una condizione di autonomia che permette di riflettere su situazioni future: piuttosto che procedere con una fusione forzata, preferiamo ragionare con calma valutando quello che deve essere costruito con un tavolo di lavoro tra gli operatori del settore che si confrontano per un grande progetto turistico». «Nel massimo rispetto degli altri territori - prosegue il presidente - noi del Vco siamo i depositari dei parametri del turismo e vorremmo che questo primato ci venisse riconosciuto». Sul fronte delle presenze turistiche, infatti, i dati del 2019 (gli ultimi disponibili) parlano chiaro: quasi 3,8 milioni di persone tra laghi e valli ossolane a fronte di 469 mila sul territorio novarese; leggermente superiore le presenze tra Biella e Vercelli: 509 mila evidentemente trainati dal distretto di Alagna. «È dunque quanto mai necessario rafforzarci costruendo un percorso a seconda delle specificità dei territori - continua Gaiardelli - puntando su lago, montagna, enogastronomia, cultura, tutti attrattori che sono la base per fare sistema. Il nostro bilancio ci permetterebbe, comunque, di restare autonomi: noi abbiamo il dovere di rappresentare il territorio nel rispetto della volontà dei soci, ma anche di esplorare condizioni migliorative e nuove strategie rispetto all'attuale condizione anche allo scopo di ottimizzare le risorse. Nonostante questo, però, sono convinto che alla fine sarà l'economia a dettare l'agenda del prossimo futuro: il Covid ha cambiato il mondo e questo è il punto di partenza per ogni possibile piano di lavoro». [Nella foto in evidenza, la visita di Cirio del 2 febbraio. Da sinistra Preioni (consigliere regionale), Gaiardelli, Cirio, Primatesta (vicepresidente Distretto)]

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