Novara, flash mob “social” del personale sanitario

Un flash mob “social” del personale sanitario negli ospedali e nelle Asl del Piemonte, organizzato da Fp Cgil e Uil Fpl  per «evidenziare tutte le cose non fatte dalla Regione, dalla mancanza delle mascherine nei presidi all’assenza dei tamponi, dalle assunzioni inadeguate alle risorse aggiuntive che non ci sono». «Una manifestazione – dicono dalle due sigle sindacali – dell’indignazione di medici, infermieri, operatori socio sanitari che hanno protestato stando in silenzio ma mostrando con cartelli il loro disappunto».

 

 

Dunque nessuno slogan, nessuna protesta “gridata” ma «in silenzio – dicono –  come la Regione con noi». In tutti i presidi del Piemonte, e quindi anche nei territori di Novara e Vco, il flash mob social si è tenuto questa mattina dalle 10 alle 10.30.

Una protesta che inizialmente prevedeva la presenza fisica, pur nel rispetto delle limitazioni imposte per l’emergenza, davanti alle sedi degli ospedali della regione, poi “riconvertita” in “social”.

 

«Nonostante i dinieghi delle questure, nonostante i tentativi di ridimensionare la protesta social delle lavoratrici e dei lavoratori da parte delle aziende sanitarie stesse – dice Paolo Del Vecchio, segretario generale Funzione pubblica Cgil Novara e Vco – anche nel territorio delle provincie di Novara e del Verbano Cusio Ossola, il flash mob social è riuscito. Che la Regione interrompa il silenzio sulle richieste delle sue operatrici e dei suoi operatori del Servizio Sanitario Regionale, che prima vengono chiamati eroi, ma sono stati lasciati allo sbaraglio nella gestione della crisi sanitaria. Loro con una immensa abnegazione hanno continuato ad operare per noi tutti e tutti i giorni».

Il personale chiede dispositivi idonei e per tutti, tamponi e test sierologici per sintomatici e asintomatici, assunzioni nel numero promesso, risorse economiche aggiuntive per l’incentivazione del personale.

 

 

 

 

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Novara, flash mob “social” del personale sanitario

Un flash mob “social” del personale sanitario negli ospedali e nelle Asl del Piemonte, organizzato da Fp Cgil e Uil Fpl  per «evidenziare tutte le cose non fatte dalla Regione, dalla mancanza delle mascherine nei presidi all’assenza dei tamponi, dalle assunzioni inadeguate alle risorse aggiuntive che non ci sono». «Una manifestazione – dicono dalle due sigle sindacali – dell’indignazione di medici, infermieri, operatori socio sanitari che hanno protestato stando in silenzio ma mostrando con cartelli il loro disappunto».

 

 

Dunque nessuno slogan, nessuna protesta “gridata” ma «in silenzio – dicono –  come la Regione con noi». In tutti i presidi del Piemonte, e quindi anche nei territori di Novara e Vco, il flash mob social si è tenuto questa mattina dalle 10 alle 10.30.

Una protesta che inizialmente prevedeva la presenza fisica, pur nel rispetto delle limitazioni imposte per l’emergenza, davanti alle sedi degli ospedali della regione, poi “riconvertita” in “social”.

 

«Nonostante i dinieghi delle questure, nonostante i tentativi di ridimensionare la protesta social delle lavoratrici e dei lavoratori da parte delle aziende sanitarie stesse – dice Paolo Del Vecchio, segretario generale Funzione pubblica Cgil Novara e Vco – anche nel territorio delle provincie di Novara e del Verbano Cusio Ossola, il flash mob social è riuscito. Che la Regione interrompa il silenzio sulle richieste delle sue operatrici e dei suoi operatori del Servizio Sanitario Regionale, che prima vengono chiamati eroi, ma sono stati lasciati allo sbaraglio nella gestione della crisi sanitaria. Loro con una immensa abnegazione hanno continuato ad operare per noi tutti e tutti i giorni».

Il personale chiede dispositivi idonei e per tutti, tamponi e test sierologici per sintomatici e asintomatici, assunzioni nel numero promesso, risorse economiche aggiuntive per l’incentivazione del personale.

 

 

 

 

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