Novara, il Covid corre: +77,6% di casi nell’ultima settimana

Dal 7 al 13 settembre 190 nuovi casi registrati e incidenza a 52,5. Analogamente in Piemonte, ma le ospedalizzazioni restano contenute. I maggiori incrementi fra gli anziani. Annunciata nuova campagna vaccinale

Il Covid torna a correre in Italia e, in particolare, nel Novarese dove l’incidenza è salita a 52,5 nuovi casi positivi settimanali su 100mila abitanti, cioè ha sorpassato la soglia che era considerata limite per tenere sotto controllo il contagio. Secondo i dati settimanali del Ministero della Salute, in numero assoluto i nuovi casi nella nostra provincia (19esima in Italia per numero di contagi rispetto alla popolazione) sono 190 tra il 7 e il 13 settembre, cioè il 77,6% in più della settimana precedente (107) e oltre il triplo di quella ancora prima (56). 

Analogamente in Piemonte l’incidenza è 52,9 (in Italia 52,3) e i nuovi casi settimanali accertati sono 2.247, cioè il 96,8% in più della settimana precedente, mentre in Italia il balzo è limitato al +44,4%. Più confortanti i dati del 13 settembre sull’occupazione dei posti letto in area medica (2,6%) con 169 ricoverati per o con Covid, e nelle terapie intensive (1,0%) con 5 ricoverati. In settimana non vi sono stati decessi nella nostra regione, a fronte dei 99 in tutta Italia.

Sull’accelerazione potrebbe aver iniziato ad influire la riapertura delle scuole. Gli ultimi dati regionali parlano di un aumento dei contagi – fra quest’ultima settimana e la precedente – del 34% nella fascia d’età 0-2 anni, del 171% nella fascia 3-5 anni del 25,8% tra 6 e 10 anni, del 54,7% tra 11-13 anni e del39,7% fra 14 e 18 anni. In Piemonte il maggior incremento di contagi è registrato tra gli anziani: +55,2% tra i 60-69 anni e intorno al raddoppio dei casi fra gli ultra70enni.

Le statistiche dicono che l’accelerazione dei contagi si è avviata anticipatamente rispetto allo scorso anno e con una progressione molto più evidente, ma il dato da considerare è che i numeri reali sono molto più bassi: un anno fa l’incidenza era 167,3 nel Novarese e 183,6 in Piemonte e soprattutto i nuovi casi settimanali erano 605 in provincia e 7.708 in regione, dove era registrato un numero di ricoverati complessivo di 227 malati (di cui 6 in terapia intensiva).

Va però detto che i dati soffrono ormai dell’impossibilità di un monitoraggio puntuale della situazione, poiché i tamponi registrati riguardano solo ambiti parziali. Ma questo significa anche che il Covid si è avviato ad essere una malattia simile all’influenza (che pure in taluni casi colpisce fortemente) ed occorre ancora mantenere attenzione e norme igieniche, oltre alla prevenzione necessaria in particolare per alcune fasce di popolazione.

Proprio in questi giorni il Ministero della Salute ha annunciato l’arrivo di vaccini aggiornati per le ultime varianti del Covid e con copertura di 12 mesi, con i quali si affiancherà la campagna vaccinale antinfluenzale, indirizzata soprattutto a chi ha più di 60 anni, a persone con elevata fragilità, donne in gravidanza e operatori sanitari e sociosanitari.

Gli esperti sembrano concordi, anche a fronte delle ultimissime mutazioni del virus, che occorra attenzione e prevenzione (ad esempio con l’uso della mascherina in pubblico da parte chi ha sintomi) ma senza allarme. «La pandemia è finita, ma questo sarà “l’anno zero” del virus endemico. Il SARS-CoV-2 non è morto: continua a evolversi e produce nuove varianti» ha recentemente dichiarato Paolo Bonanni, docente di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università di Firenze, anticipando che ci vorranno ancora tre o quattro anni prima di vedere una stabilizzazione della presenza del virus, similmente all’influenza.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.

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Novara, il Covid corre: +77,6% di casi nell’ultima settimana

Dal 7 al 13 settembre 190 nuovi casi registrati e incidenza a 52,5. Analogamente in Piemonte, ma le ospedalizzazioni restano contenute. I maggiori incrementi fra gli anziani. Annunciata nuova campagna vaccinale

Il Covid torna a correre in Italia e, in particolare, nel Novarese dove l’incidenza è salita a 52,5 nuovi casi positivi settimanali su 100mila abitanti, cioè ha sorpassato la soglia che era considerata limite per tenere sotto controllo il contagio. Secondo i dati settimanali del Ministero della Salute, in numero assoluto i nuovi casi nella nostra provincia (19esima in Italia per numero di contagi rispetto alla popolazione) sono 190 tra il 7 e il 13 settembre, cioè il 77,6% in più della settimana precedente (107) e oltre il triplo di quella ancora prima (56). 

Analogamente in Piemonte l’incidenza è 52,9 (in Italia 52,3) e i nuovi casi settimanali accertati sono 2.247, cioè il 96,8% in più della settimana precedente, mentre in Italia il balzo è limitato al +44,4%. Più confortanti i dati del 13 settembre sull’occupazione dei posti letto in area medica (2,6%) con 169 ricoverati per o con Covid, e nelle terapie intensive (1,0%) con 5 ricoverati. In settimana non vi sono stati decessi nella nostra regione, a fronte dei 99 in tutta Italia.

Sull’accelerazione potrebbe aver iniziato ad influire la riapertura delle scuole. Gli ultimi dati regionali parlano di un aumento dei contagi – fra quest’ultima settimana e la precedente – del 34% nella fascia d’età 0-2 anni, del 171% nella fascia 3-5 anni del 25,8% tra 6 e 10 anni, del 54,7% tra 11-13 anni e del39,7% fra 14 e 18 anni. In Piemonte il maggior incremento di contagi è registrato tra gli anziani: +55,2% tra i 60-69 anni e intorno al raddoppio dei casi fra gli ultra70enni.

Le statistiche dicono che l’accelerazione dei contagi si è avviata anticipatamente rispetto allo scorso anno e con una progressione molto più evidente, ma il dato da considerare è che i numeri reali sono molto più bassi: un anno fa l’incidenza era 167,3 nel Novarese e 183,6 in Piemonte e soprattutto i nuovi casi settimanali erano 605 in provincia e 7.708 in regione, dove era registrato un numero di ricoverati complessivo di 227 malati (di cui 6 in terapia intensiva).

Va però detto che i dati soffrono ormai dell’impossibilità di un monitoraggio puntuale della situazione, poiché i tamponi registrati riguardano solo ambiti parziali. Ma questo significa anche che il Covid si è avviato ad essere una malattia simile all’influenza (che pure in taluni casi colpisce fortemente) ed occorre ancora mantenere attenzione e norme igieniche, oltre alla prevenzione necessaria in particolare per alcune fasce di popolazione.

Proprio in questi giorni il Ministero della Salute ha annunciato l’arrivo di vaccini aggiornati per le ultime varianti del Covid e con copertura di 12 mesi, con i quali si affiancherà la campagna vaccinale antinfluenzale, indirizzata soprattutto a chi ha più di 60 anni, a persone con elevata fragilità, donne in gravidanza e operatori sanitari e sociosanitari.

Gli esperti sembrano concordi, anche a fronte delle ultimissime mutazioni del virus, che occorra attenzione e prevenzione (ad esempio con l’uso della mascherina in pubblico da parte chi ha sintomi) ma senza allarme. «La pandemia è finita, ma questo sarà “l’anno zero” del virus endemico. Il SARS-CoV-2 non è morto: continua a evolversi e produce nuove varianti» ha recentemente dichiarato Paolo Bonanni, docente di Igiene e Sanità Pubblica dell’Università di Firenze, anticipando che ci vorranno ancora tre o quattro anni prima di vedere una stabilizzazione della presenza del virus, similmente all’influenza.

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Antonio Maio

Nato a Lecco il 26 febbraio 1957, vive a Novara dal 1966. Giornalista dal 1986 ha svolto la professione quasi esclusivamente ai settimanali della Diocesi di Novara fino a diventarne direttore.