«Novara non è Milano ma attendiamo l’ex Centro sociale come un raggio di luce»

Il caro affitti ha colpito anche gli studenti dell'Università del Piemonte Orientale. A parlare è il rappresentante in Cda, Filippo Margheritis

Mentre nelle principali città italiane gli studenti universitari protestano con le tende davanti agli Atenei contro il caro affitti universitari e l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili, a Novara la situazione non è da meno. Da quanto si apprende, nessuno degli studenti fuori sede è rimasto in mezzo a un strada, seppur il sondaggio pubblicato pochi giorni fa da Immobiliare.it pone la città di San Gaudenzio tredicesima in classifica per gli affitti più cari: 366 euro il costo medio per una stanza, ben lontana dai 628 di Milano (prima in graduatoria) ma nemmeno tanto dai 370 di Torino.

«Novara non è Milano, ma attendiamo il progetto di recupero dell’ex Centro sociale come un raggio di luce» afferma Filippo Margheritis (in foto), rappresentante degli studenti in Cda dell’Università del Piemonte Orientale. La struttura in stato di abbandono di viale Giulio Cesare era, infatti, stata individuata proprio da Edisu, l’ente per il diritto allo studio delle università piemontesi, come ideale per il recupero e la realizzazione di uno studentato con 171 posti letti più che raddoppiando quelli attualmente disponibili e non più sufficienti.

«Io sono novarese – prosegue Margheritis – ma raccolgo le storie e spesso le difficoltà di amici e compagni di corso che arrivano da diverse parti d’Italia, dal Trentino ma anche dal Sud, che un posto per dormire devono averlo. Non conosco studenti che abbiano dovuto rinunciare agli studi a Novara per mancanza di un alloggio, ma due ragazzi albanesi, che poi sono diventati amici, che per un periodo sono stati nelle stanze gestite dalla cooperativa Gerico in via Ansaldi e di un altro straniero iscritto a Biotecnologie, che usufruiva della borsa di studio, ma che è stato costretto ad andare a vivere a Vercelli perché a Novara non aveva trovato nulla. Io credo che il problema degli affitti, e non solo per gli studenti, abbia avuto inizio con l’arrivo di Amazon: la logistica è senz’altro una ricchezza per la città, ma tutti i lavoratori che si sono trasferiti qui hanno saturato il mercato. I prezzi sono andati alle stelle e molto studenti, nonostante le borse Edisu, fanno fatica a trovare anche solo un appartamento da condividere».

«La nostra è una università in crescita, siamo arrivati a 17 mila studenti – aggiunge ancora Margheritis – e cresce anche nei progetti. Per questo motivo sono fiducioso che il progetto dell’ex Centro sociale vada a buon fine, ormai è diventato di vitale importanza».

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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«Novara non è Milano ma attendiamo l’ex Centro sociale come un raggio di luce»

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Mentre nelle principali città italiane gli studenti universitari protestano con le tende davanti agli Atenei contro il caro affitti universitari e l’impossibilità di trovare alloggi a prezzi accessibili, a Novara la situazione non è da meno. Da quanto si apprende, nessuno degli studenti fuori sede è rimasto in mezzo a un strada, seppur il sondaggio pubblicato pochi giorni fa da Immobiliare.it pone la città di San Gaudenzio tredicesima in classifica per gli affitti più cari: 366 euro il costo medio per una stanza, ben lontana dai 628 di Milano (prima in graduatoria) ma nemmeno tanto dai 370 di Torino.

«Novara non è Milano, ma attendiamo il progetto di recupero dell’ex Centro sociale come un raggio di luce» afferma Filippo Margheritis (in foto), rappresentante degli studenti in Cda dell’Università del Piemonte Orientale. La struttura in stato di abbandono di viale Giulio Cesare era, infatti, stata individuata proprio da Edisu, l’ente per il diritto allo studio delle università piemontesi, come ideale per il recupero e la realizzazione di uno studentato con 171 posti letti più che raddoppiando quelli attualmente disponibili e non più sufficienti.

«Io sono novarese – prosegue Margheritis – ma raccolgo le storie e spesso le difficoltà di amici e compagni di corso che arrivano da diverse parti d’Italia, dal Trentino ma anche dal Sud, che un posto per dormire devono averlo. Non conosco studenti che abbiano dovuto rinunciare agli studi a Novara per mancanza di un alloggio, ma due ragazzi albanesi, che poi sono diventati amici, che per un periodo sono stati nelle stanze gestite dalla cooperativa Gerico in via Ansaldi e di un altro straniero iscritto a Biotecnologie, che usufruiva della borsa di studio, ma che è stato costretto ad andare a vivere a Vercelli perché a Novara non aveva trovato nulla. Io credo che il problema degli affitti, e non solo per gli studenti, abbia avuto inizio con l’arrivo di Amazon: la logistica è senz’altro una ricchezza per la città, ma tutti i lavoratori che si sono trasferiti qui hanno saturato il mercato. I prezzi sono andati alle stelle e molto studenti, nonostante le borse Edisu, fanno fatica a trovare anche solo un appartamento da condividere».

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