Novara, piazza della stazione ostaggio dello spaccio: la denuncia di un residente

Il proprietario di uno degli edifici lancia un appello: «Le forze dell'ordine ci sono, ma serve ripensare il tessuto sociale». L'assessore Piantanida: «È un problema di sicurezza percepita»

Una lettera ironica, ma pungente, indirizzata al sindaco di Novara, Alessandro Canelli, per denunciare una situazione che si trascina da anni. A scriverla è Federico Della Bella, proprietario, insieme ai genitori, di un palazzo affacciato su piazza Garibaldi, la piazza della stazione. Con loro, ultraottantenni, ha investito ingenti risorse per ristrutturare l’edificio e affittarlo a studenti e lavoratori. Ma il problema della sicurezza resta. «Spaccio en plein air – così lo definisce – a tutte le ore, soprattutto nel pomeriggio, sotto il portico della piazza, tra i ragazzi alla fermata del bus. Se tutti sanno, perché nessuno fa nulla? Com’è possibile che domanda e offerta di droga si incrocino così apertamente?» si chiede.

Della Bella riconosce che i controlli ci sono e che ultimamente la situazione è migliorata, ma non abbastanza. «Risse e urla a tutte le ore. I miei genitori si sentono prigionieri in casa, come altri residenti. Abbiamo investito migliaia di euro nella ristrutturazione e affittiamo a studenti, lavoratori dell’ospedale e dell’università di diverse nazionalità, ma alcuni hanno rinunciato perché non si sentivano sicuri a rientrare la sera».

Tra i problemi segnalati c’è anche la sala scommesse, considerata un punto critico. «Non è un bello spettacolo, soprattutto in una zona frequentata da studenti. Sabato scorso, davanti all’ingresso, in tre mi hanno offerto droga». E non mancano le proposte rimaste inascoltate: «Avevamo offerto in locazione al Comune, anche a canone simbolico, i locali di via San Francesco per uffici comunali o presidi di polizia. Nessuno è mai venuto neppure a visionarli».

Della Bella aggiunge: «L’amministratore condominiale ha proposto una raccolta firme. Non so quanto possa servire, ma è qualcosa. Credo sia necessario ripensare il tessuto sociale di questa zona con un lavoro congiunto tra Comune, forze dell’ordine e residenti per trovare soluzioni efficaci e durature favorendo attività sane e qualificanti».

A rispondere è l’assessore alla Sicurezza, Luca Piantanida: «Tutto ciò che possiamo fare a livello di legge lo stiamo facendo, con ottimi risultati. Come sempre, si parla di sicurezza percepita: la stazione di Novara è una delle più sicure, basta confrontarla con quelle di altre città. Il presidio della Polizia locale è attivo tutti i pomeriggi, le persone vengono identificate e gli arresti ci sono. Ma anche i proprietari devono stare attenti a chi affittano, laddove possibile. Il problema riguarda alcuni esercizi commerciali della zona».

Sulla sala scommesse, l’assessore precisa: «Abbiamo cercato una soluzione con la Questura, ma senza successo. Il proprietario non vuole spostarsi e noi non possiamo obbligarlo».

La questione sicurezza in zona stazione, dunque, resta aperta. La repressione è affidata alle forze dell’ordine, ma la sicurezza si costruisce in tanti modi, anche con interventi strutturali. Il tema è stato più volte sollevato in sedi pubbliche: la minoranza accusa la maggioranza di immobilismo, mentre la giunta continua a parlare di «sicurezza percepita». Alla fine, è una questione di scelte politiche. C’è chi ritiene che qualche intervento di arredo urbano non basti a risolvere il problema, ma potrebbe essere un primo passo?

Sotto l’amministrazione Canelli, la delega alla sicurezza è sempre rimasta in mano alla Lega, che ne ha fatto un vanto durante la sua campagna. Eppure, dall’ex assessore Raffaele Lanzo allo stesso primo cittadino, fino a Piantanida, la situazione non è cambiata in modo significativo. Il nodo resta lo stesso: senza una vera riqualificazione, la piazza continuerà a essere terra di nessuno. Solo riempiendola di attività e presenza reale si potrà invertire la rotta. Almeno così ci si augura.

(Il video e l’immagine sono stati girati nella giornata di ieri)

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Cecilia Colli

Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore

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Novara, piazza della stazione ostaggio dello spaccio: la denuncia di un residente

Il proprietario di uno degli edifici lancia un appello: «Le forze dell’ordine ci sono, ma serve ripensare il tessuto sociale». L’assessore Piantanida: «È un problema di sicurezza percepita»

Una lettera ironica, ma pungente, indirizzata al sindaco di Novara, Alessandro Canelli, per denunciare una situazione che si trascina da anni. A scriverla è Federico Della Bella, proprietario, insieme ai genitori, di un palazzo affacciato su piazza Garibaldi, la piazza della stazione. Con loro, ultraottantenni, ha investito ingenti risorse per ristrutturare l’edificio e affittarlo a studenti e lavoratori. Ma il problema della sicurezza resta. «Spaccio en plein air – così lo definisce – a tutte le ore, soprattutto nel pomeriggio, sotto il portico della piazza, tra i ragazzi alla fermata del bus. Se tutti sanno, perché nessuno fa nulla? Com’è possibile che domanda e offerta di droga si incrocino così apertamente?» si chiede.

Della Bella riconosce che i controlli ci sono e che ultimamente la situazione è migliorata, ma non abbastanza. «Risse e urla a tutte le ore. I miei genitori si sentono prigionieri in casa, come altri residenti. Abbiamo investito migliaia di euro nella ristrutturazione e affittiamo a studenti, lavoratori dell’ospedale e dell’università di diverse nazionalità, ma alcuni hanno rinunciato perché non si sentivano sicuri a rientrare la sera».

Tra i problemi segnalati c’è anche la sala scommesse, considerata un punto critico. «Non è un bello spettacolo, soprattutto in una zona frequentata da studenti. Sabato scorso, davanti all’ingresso, in tre mi hanno offerto droga». E non mancano le proposte rimaste inascoltate: «Avevamo offerto in locazione al Comune, anche a canone simbolico, i locali di via San Francesco per uffici comunali o presidi di polizia. Nessuno è mai venuto neppure a visionarli».

Della Bella aggiunge: «L’amministratore condominiale ha proposto una raccolta firme. Non so quanto possa servire, ma è qualcosa. Credo sia necessario ripensare il tessuto sociale di questa zona con un lavoro congiunto tra Comune, forze dell’ordine e residenti per trovare soluzioni efficaci e durature favorendo attività sane e qualificanti».

A rispondere è l’assessore alla Sicurezza, Luca Piantanida: «Tutto ciò che possiamo fare a livello di legge lo stiamo facendo, con ottimi risultati. Come sempre, si parla di sicurezza percepita: la stazione di Novara è una delle più sicure, basta confrontarla con quelle di altre città. Il presidio della Polizia locale è attivo tutti i pomeriggi, le persone vengono identificate e gli arresti ci sono. Ma anche i proprietari devono stare attenti a chi affittano, laddove possibile. Il problema riguarda alcuni esercizi commerciali della zona».

Sulla sala scommesse, l’assessore precisa: «Abbiamo cercato una soluzione con la Questura, ma senza successo. Il proprietario non vuole spostarsi e noi non possiamo obbligarlo».

La questione sicurezza in zona stazione, dunque, resta aperta. La repressione è affidata alle forze dell’ordine, ma la sicurezza si costruisce in tanti modi, anche con interventi strutturali. Il tema è stato più volte sollevato in sedi pubbliche: la minoranza accusa la maggioranza di immobilismo, mentre la giunta continua a parlare di «sicurezza percepita». Alla fine, è una questione di scelte politiche. C’è chi ritiene che qualche intervento di arredo urbano non basti a risolvere il problema, ma potrebbe essere un primo passo?

Sotto l’amministrazione Canelli, la delega alla sicurezza è sempre rimasta in mano alla Lega, che ne ha fatto un vanto durante la sua campagna. Eppure, dall’ex assessore Raffaele Lanzo allo stesso primo cittadino, fino a Piantanida, la situazione non è cambiata in modo significativo. Il nodo resta lo stesso: senza una vera riqualificazione, la piazza continuerà a essere terra di nessuno. Solo riempiendola di attività e presenza reale si potrà invertire la rotta. Almeno così ci si augura.

(Il video e l’immagine sono stati girati nella giornata di ieri)

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Novarese, giornalista professionista, ha lavorato per settimanali e tv. A La Voce di Novara ha il ruolo di direttore