Novara, sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo

Novara, sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo. Nella giornata di martedì 13 luglio il Gruppo di Polizia Giudiziaria Ambiente della Procura di Novara e la Stazione Carabinieri Forestale di Novara hanno effettuato il sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo sito a Novara.

Il sequestro preventivo, disposto dal Gip di Novara, è stato emesso in conseguenza alla contestata reiterata violazione delle disposizioni autorizzative, da parte dell’azienda, nella gestione di terre e rocce da scavo.

L’attività di indagine, avviata alcuni mesi fa, ha operato al fine di ricostruire origine e destinazione finale dei rifiuti trattati dall’azienda. Il lavoro, assai complesso, si è concentrato sulle movimentazioni di rifiuti, in entrata ed uscita, dal 2017 sino all’inizio del 2021, su quasi cinque anni di attività produttiva.

L’indagine ha consentito di appurare che venivano introdotte in azienda e, successivamente immesse sul mercato, terre e rocce da scavo, materiali bituminosi provenienti dalle attività di scarificazione delle strade, senza che fosse ricostruibile la piena tracciabilità di origine e di destinazione di ampia parte del materiale. Inoltre, la gran parte delle terre lavorate e successivamente vendute, risultavano prive di documentazione analitica che ne potesse attestare la piena conformità e l’avvenuto recupero. In concreto, pertanto, per gran parte delle terre ricevute e lavorate, non è stato possibile risalire alle loro caratteristiche e grado di inquinamento, né al momento della ricezione, né, soprattutto, successivamente alle procedure di recupero, cui sono state sottoposte prima del reimpiego in opere pubbliche e private.

Pertanto, è stato contestato il reato di gestione illecita di rifiuti, dovendosi ritenere che la gran parte delle terre e dei materiali ivi raccolti negli anni, depositati, trattati e commercializzati, fossero privi delle caratteristiche di legge che ne consentono la classificabilità quale rifiuto recuperato e, come tale, pienamente riutilizzabile.

È stato, inoltre, contestato anche il reato di mancata ottemperanza alle prescrizioni autorizzative. La società, infatti, è regolarmente autorizzata alla raccolta e trattamento di terre. Tuttavia, la gestione delle stesse è avvenuta in difformità alle prescrizioni di legge ed autorizzative. Infine, è anche stato contestato il reato di illecita miscelazione di rifiuti. Per i fatti è stato segnalato all’AG il rappresentante legale della società.

C’è concretamente il rischio che terre non adeguatamente trattate, siano state immesse nei processi produttivi di opere pubbliche e private. L’indagine proseguirà ulteriormente, allo scopo di tracciare le terre fuoriuscite dall’azienda e verificare puntualmente eventuali ulteriori profili di illiceità.

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Novara, sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo. Nella giornata di martedì 13 luglio il Gruppo di Polizia Giudiziaria Ambiente della Procura di Novara e la Stazione Carabinieri Forestale di Novara hanno effettuato il sequestro preventivo di un impianto di trattamento di terre e rocce da scavo sito a Novara.

Il sequestro preventivo, disposto dal Gip di Novara, è stato emesso in conseguenza alla contestata reiterata violazione delle disposizioni autorizzative, da parte dell’azienda, nella gestione di terre e rocce da scavo.

L’attività di indagine, avviata alcuni mesi fa, ha operato al fine di ricostruire origine e destinazione finale dei rifiuti trattati dall’azienda. Il lavoro, assai complesso, si è concentrato sulle movimentazioni di rifiuti, in entrata ed uscita, dal 2017 sino all’inizio del 2021, su quasi cinque anni di attività produttiva.

L’indagine ha consentito di appurare che venivano introdotte in azienda e, successivamente immesse sul mercato, terre e rocce da scavo, materiali bituminosi provenienti dalle attività di scarificazione delle strade, senza che fosse ricostruibile la piena tracciabilità di origine e di destinazione di ampia parte del materiale. Inoltre, la gran parte delle terre lavorate e successivamente vendute, risultavano prive di documentazione analitica che ne potesse attestare la piena conformità e l’avvenuto recupero. In concreto, pertanto, per gran parte delle terre ricevute e lavorate, non è stato possibile risalire alle loro caratteristiche e grado di inquinamento, né al momento della ricezione, né, soprattutto, successivamente alle procedure di recupero, cui sono state sottoposte prima del reimpiego in opere pubbliche e private.

Pertanto, è stato contestato il reato di gestione illecita di rifiuti, dovendosi ritenere che la gran parte delle terre e dei materiali ivi raccolti negli anni, depositati, trattati e commercializzati, fossero privi delle caratteristiche di legge che ne consentono la classificabilità quale rifiuto recuperato e, come tale, pienamente riutilizzabile.

È stato, inoltre, contestato anche il reato di mancata ottemperanza alle prescrizioni autorizzative. La società, infatti, è regolarmente autorizzata alla raccolta e trattamento di terre. Tuttavia, la gestione delle stesse è avvenuta in difformità alle prescrizioni di legge ed autorizzative. Infine, è anche stato contestato il reato di illecita miscelazione di rifiuti. Per i fatti è stato segnalato all’AG il rappresentante legale della società.

C’è concretamente il rischio che terre non adeguatamente trattate, siano state immesse nei processi produttivi di opere pubbliche e private. L’indagine proseguirà ulteriormente, allo scopo di tracciare le terre fuoriuscite dall’azienda e verificare puntualmente eventuali ulteriori profili di illiceità.

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